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MERAVIGLIATI DALLA MERAVIGLIA DELLA GENTE

Teatro della Meraviglia: grande successo quando è la Scienza ad andare in scena

25 gennaio 2017
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Stefano Oss
di Stefano Oss
Docente del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento.

Si è conclusa il 22 gennaio 2017 la prima edizione del Festival Teatro della Meraviglia, organizzato dal Jet Propulsion Theater, collaborazione scientifica e artistica fra Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento, Teatro Portland e Opera Universitaria. Una rassegna di otto incontri dedicati alla scoperta delle scienze fisiche secondo modalità informali, teatrali, narrative, spettacolari e comunque non convenzionali. Quattro eventi teatrali e quattro “augmented lecture” che hanno voluto proporre a un pubblico il più vario e variegato possibile cose di scienza possibilmente meravigliose e sorprendenti. A quanto pare la proposta è stata accolta favorevolmente. Più di 1100 spettatori hanno pressoché riempito nelle varie serate il teatro Sanbapolis di Opera Universitaria: una prima scommessa vinta perché il teatro, bello, perfetto per questo genere di eventi, è in una posizione che – soprattutto nelle serate fredde di questa stagione – non è particolarmente comoda.

Niente da fare: la gente è uscita comunque di casa e si è messa in fila alla biglietteria per poi ascoltare storie meravigliose di stelle, antichi studiosi, sognatori del volo, dialoghi imprevedibili fra scienziati e artisti, passaggi di fisica complessa alternati a degustazioni culinarie, musiche e oscillazioni gravitazionali, paradossi temporali e molto altro. Molti gli studenti, di ogni tipo di scuola, dalle elementari in su. Molti anche curiosi, attenti cultori di scienza richiamati dalla formula nuova e avvincente della “augmented lecture”: dove la narrazione tradizionale, la didattica formale e il metodo scientifico si alternano e si arricchiscono con l’emozione allo stato puro della creazione artistica. Parlare di fisica non preclude la meraviglia solo perché a molti è rimasto un ricordo fastidioso e scolastico dello studio di questa materia. La fisica e, più in generale, le scienze naturali, sono meraviglia allo stato puro semplicemente perché affrontano e studiano la meraviglia del nostro universo. Vale inoltre, e il Festival di Trento lo ha a più riprese portato in evidenza, che la scienza è fatta da esseri umani che vivono le loro vite incluse miserie, passioni, limiti, gioie, fallimenti, successi. Anche questo fa parte della meraviglia che fa da proscenio all’impresa della ricerca scientifica. 

Come in tutte le versioni “1.0” di qualsiasi iniziativa, ci sono cose da sistemare, altre da rivedere del tutto, altre ancora da perseguire e far crescere. Resta il fatto che Trento ha avviato qualcosa che ha molto senso possa e debba continuare: la nostra società vive di scienza e la percezione di questa impresa dell’intelletto umano deve essere sostenuta con vigore sempre rinnovato. Anche fuori dalla scuola, anche oltre i libri, reali o virtuali che siano. La cittadinanza, la società si rivelano sempre più affamate di consapevolezza e cultura dei fatti di tecnologia e ricerca. Far capire con la Meraviglia che i ricercatori sono al servizio, oltre che di un innato desiderio di conoscere fine a sé stesso, di un progresso per la collettività, è di strategica importanza. La collaborazione fra realtà così differenti (in superficie) come dipartimenti di ricerca scientifica e scuole teatrali, è un chiaro segno della nostra modernità. La scienza è sempre stata movimentata nel suo interno da spinte emozionali senza precedenti. Il fatto è che dall’esterno questo non si vede facilmente. La meraviglia va scoperta, la fisica va liberata dai vincoli dei formalismi matematici (necessari per gli addetti ai lavori, certo) se si vuole che tutti sostengano l’investimento in questo comparto irrinunciabile della società. Vedere più di 1000 persone che sfidano il freddo per assicurarsi un posto in prima fila ad ascoltare il racconto della scienza modulato dal linguaggio dell’arte e del teatro è meraviglia. Tanto per ribadire il concetto.