Credits: foto Alessio Coser, archivio Università di Trento

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PARI OPPORTUNITÀ: UN CAMMINO DA PERCORRERE

Pubblicato il Rapporto 2014 del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni dell’Ateneo

3 luglio 2015
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Barbara Poggio
di Barbara Poggio
Barbara Poggio è prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento e presiede il Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo.

La rilevazione dei dati relativi alla situazione delle pari opportunità nel 2014 mette in evidenza diversi elementi di criticità, che vanno considerati con attenzione. In particolare si segnala la rilevante asimmetria di genere nelle posizioni di governo, che pone l’Ateneo trentino non solo al di sotto degli standard internazionali, ma anche di quelli nazionali. Dal Rapporto emerge che alla fine del 2014 la presenza femminile sul totale degli organismi di governance è pari al 22% con un calo del 2,1% rispetto al 2013. Nello specifico si è passati nel Senato accademico dal 25 al 14%, nel Consiglio di amministrazione dal 67 al 44% mentre nella Consulta dei direttori permane una sola presenza femminile.

Per il personale docente si osserva un lieve calo sul totale, a carico della sola componente femminile, la quale però aumenta, a seguito delle abilitazioni, tra i professori associati (dal 23,8 al 29,3%, comunque sempre al di sotto della media nazionale, pari al 35%). Particolarmente circoscritta appare la percentuale di donne tra i professori di prima fascia (11,7%, circa la metà del dato medio nazionale, pari al 21,1%). 
Si osserva inoltre una distribuzione non omogenea tra le diverse aree, con una presenza di docenti donne più elevata a Lettere e Filosofia (44,4%) e molto contenuta a Ingegneria industriale (9,6%) e a Ingegneria e Scienza dell’Informazione (11%). Anche nei settori in cui la presenza femminile è più consistente, tuttavia, la componente femminile si assottiglia al salire delle posizioni: a Lettere e Filosofia, ad esempio, la percentuale di donne sui docenti di I fascia è pari al 31,6%, a Sociologia e Ricerca sociale, dove la presenza femminile è del 32,7%, c’è una sola donna tra i professori ordinari, a Matematica (dove le donne rappresentano il 16,7%) nessuna.

La composizione del personale tecnico-amministrativo appare stazionaria rispetto all’anno precedente e anche qui si rilevano fenomeni di segregazione verticale: nonostante la prevalenza di personale femminile (62,3%), infatti, le donne sono meno rappresentate nelle posizioni apicali e presentano una percentuale più elevata di contratti a tempo determinato (14,3% vs 8,3%).

Per quanto riguarda gli studenti, si rileva una leggera prevalenza femminile tra gli iscritti (50,6% vs. 49,4%), che diventa però più importante tra i laureati (53,5 % vs 46,5%). La presenza femminile è significativamente più elevata anche tra gli studenti provenienti da altri paesi europei (64,4%). Ancora consistenti gli squilibri di genere tra i diversi dipartimenti: la presenza di studentesse va dal 7,3% di Ingegneria industriale al 70,5% di Psicologia e Scienze cognitive. Le studentesse si connotano inoltre per una media più elevata del voto di laurea sia nelle lauree triennali che magistrali, con alcune eccezioni (nelle triennali del DISI, Lettere e Filosofia, Matematica; nelle magistrali di Fisica, di Ingegneria civile, ambientale e meccanica, di Matematica e Giurisprudenza). La presenza femminile si contrae tuttavia tra i dottorandi e gli assegnisti: 37,3% dei dottorandi e il 36,2 % degli assegnisti, per poi via via diminuire al salire delle posizioni, come si può osservare nel grafico seguente che illustra appunto le proporzioni di uomini e donne nel percorso di carriera scientifico sia a livello d’Ateneo sia a livello nazionale.


 
Fonti: per UNITN: elaborazioni su dati Esse3; Anagrafe Nazionale degli Assegnisti di Ricerca e DRUO al 31/122013. Per Italia, Miur.

Le donne risultano sottorappresentate anche tra i collaboratori di ricerca (45,3%) e della didattica (36,2% dei professori a contratto, 41,8% del personale con compiti di tutorato o impegnato in attività didattico-integrative).
Un ultimo dato, ben illustrato dal sottostante grafico, evidenzia che tra il personale docente le donne tendono a raggiungere le diverse posizioni della carriera accademica in età più avanzata rispetto agli uomini.

Composizione del personale docente per classi di età – Donne e uomini 2014


 
Fonte: elaborazione Ufficio Studi dati DRUO al 31/12/2014

Lo scenario delineato dal Rapporto evidenzia un problema non solo in termini di equità, ma anche di efficienza e opportunità. Esiste infatti ormai un’ampia letteratura che dimostra che i contesti organizzativi più paritari e attenti alle diversità presentano un maggior grado di innovazione e creatività, un livello più contenuto di dispersione delle competenze oltre  a standard più elevati di benessere organizzativo. Per una università come la nostra, orientata alla valorizzazione delle competenze, all’innovazione e all’internazionalizzazione, affrontare e superare le criticità rilevate dal rapporto rappresenta un obiettivo strategico prioritario.
Con questa consapevolezza, proprio nel corso del 2014 l’Ateneo ha approvato un piano triennale di azioni positive che prevede una serie di azioni e di interventi per affrontare le asimmetrie esistenti rispetto al genere, ma anche ad altre dimensioni. Le politiche di equità e diversità rappresentano peraltro una delle priorità del nuovo mandato rettorale. Alcune iniziative sono già state avviate (certificazione Family Audit, incentivi nel reclutamento), altre sono in corso di progettazione. La costituzione del Comitato Unico di Garanzia è un ulteriore passo in questa direzione. Si tratta di un Cammino che l’Ateneo vuole percorrere con convinzione, trovando anche strumenti nuovi e sensibilizzando la comunità universitaria in modo da fare scelte eque e condivise.

I dati riportati nell’articolo fanno riferimento al Rapporto sulle pari opportunità in Ateneo relativo all’anno 2014. Il Rapporto è stato curato dal Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG), istituito ai sensi dell'art. 21, comma 1, lett. c), della Legge 183/2010 e dell’art. 36 del Regolamento generale di Ateneo. Il CUG, che si è insediato nel mese di giugno, ha sostituito, assorbendone le funzioni, il preesistente Comitato per le pari opportunità. Tra le attività solitamente condotte da tale Comitato figurava anche il rapporto annuale in materia di pari opportunità, che raccoglieva una serie di dati all’interno dell’Ateneo, allo scopo di fornire una sintetica fotografia, anche in un’ottica di comparabilità diacronica. In continuità con il passato, e nella consapevolezza che il monitoraggio accurato e costante dei dati rappresenti un presupposto indispensabile per ogni intervento in termini di politiche, all’indomani del proprio insediamento il CUG ha pubblicato questo Rapporto.