Open Access e scienza aperta: stato dell’arte e strategie per il futuro

20 ottobre 2014
20 ottobre 2014
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Il principio dell’Open Access (accesso aperto) vuole che i risultati - pubblicazioni e dati - della ricerca scientifica, soprattutto quella finanziata con fondi pubblici, siano messi gratuitamente a disposizione del pubblico su Internet concedendo ai fruitori appropriati diritti di riutilizzo, e mantenendo per l’autore ampi margini di divulgazione anche in presenza di un trasferimento dei diritti ad un editore. In altri termini, l’Open Access (OA) mira ad abbassare le barriere tecnologiche, economiche e giuridiche che si frappongono tra il pubblico e i risultati della ricerca scientifica.

Un’estesa letteratura dimostra che l’OA potenzia la ricerca, sviluppa l’innovazione, e avvicina la scienza alla cittadinanza. Inoltre, le opere divulgate in OA hanno un impatto ed una influenza più elevati delle altre opere.

Negli ultimi anni il principio dell’OA è oggetto di politiche internazionali, europee ed italiane. In particolare, l’UE (ERC e Horizon 2020) ha posto precisi obblighi normativi per l’apertura delle pubblicazioni e dei dati scientifici frutto di ricerche finanziate con fondi europei. Anche l’Italia con l’art. 4 della l. 112/2013 ha iniziato a disegnare una cornice normativa della materia.

La CRUI, il CUN e molti Enti di ricerca italiani sono impegnati nello sviluppo di politiche di apertura.

Cresce la sensibilità verso l’argomento, ma permane, soprattutto tra i ricercatori, una scarsa consapevolezza di cosa effettivamente rappresenti l’OA e di come esso si integri nel più ampio movimento della scienza aperta. In particolare, si pone il problema di come attuare le politiche di apertura e di come dare opportuno corso all’OA pur continuando a collaborare con editori e società scientifiche che richiedono un trasferimento dello sfruttamento del copyright.

Molti sono gli ostacoli che si oppongono a un’effettiva attuazione del principio dell’accesso aperto. Scarsi incentivi e rigidità sul piano delle procedure di valutazione, una legge sulla proprietà intellettuale complessa e ostile all’apertura della scienza, limitati investimenti nelle infrastrutture tecnologiche e gestionali, cortocircuiti nella rete dei decisori politici e istituzionali, politiche normative frammentarie e poco coerenti, resistenze all’interno del mondo della ricerca e dell’editoria alle nuove modalità di comunicazione della scienza sono solo alcuni dei fattori che frenano l’estesa e definitiva affermazione dell’OA.

L’Università di Trento è da anni concretamente impegnata nell’attuazione dell’OA. Si è dotata di un archivio istituzionale ad accesso aperto integrato nell’anagrafe della ricerca, ha aderito tramite la firma della Dichiarazione di Messina alla Dichiarazione di Berlino sull’accesso aperto alla letteratura scientifica, ha delineato una propria cornice normativa (statuto, codice etico, policy), ha avviato alcune esperienze di editoria ad accesso aperto.

È in questo contesto che il Rettorato e la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, in occasione della celebrazione del suo trentennale, promuovono una giornata di studi nell’ambito della Open Access Week 2014, la settimana che a livello internazionale sensibilizza il pubblico sul tema dell’accesso aperto.

Il convegno è dedicato a divulgare e chiarire lo stato dell’arte, ascoltare la voce degli intermediari del mercato dell’informazione scientifica, confrontare le esperienze in corso con riferimento all’attuazione delle policy universitarie, discutere con rappresentanti del mondo universitario e degli enti di ricerca le possibili strategie per lo sviluppo dell’Open Access.

Lo scopo del convegno è consentire ai partecipanti di sfruttare pienamente le opportunità offerte dall’OA, sia nelle sue forme di editoria alternativa, sia come mezzo per la divulgazione della propria opera in parallelo ai canali di editoria tradizionale. 

La partecipazione è gratuita ma è richiesta l’iscrizione

Il convegno rientra anche nel trentesimo anno dalla fondazione della Facoltà di Giurisprudenza.

Referenti scientifici:
- prof. Roberto Caso
- dott.ssa Valentina Moscon

 

 

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