Foto: archivio Università di Trento

Formazione

COLATE DI DETRITI, SEDIMENTI NEI FIUMI E VALANGHE DI NEVE

I fluidi granulari ambientali, principali agenti del rischio idrologico in ambiente montano

16 settembre 2014
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Giorgio Rosatti
di Giorgio Rosatti
Professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento, è stato responsabile della Summer School GranularFlows2014.

Positivo riscontro alla seconda edizione della “Summer School GranularFlows2014” organizzata da un pool di esperti del settore afferenti al Centro Universitario per la Difesa Idrogeologica dell'Ambiente Montano (CUDAM) del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento. Oggetto del corso sono stati i fluidi granulari ambientali, una classe di fenomeni che rappresenta i principali agenti del rischio idrologico in ambiente montano: colate di detriti, trasporto di sedimenti nei torrenti e alcuni tipi di valanghe di neve. Questi fenomeni sono tutti caratterizzati dal movimento di una mistura composta da una fase solida, presente sotto forma di grani, e una fase fluida in cui sono immersi i grani. La complessa interazione di urti tra grani, e di forze trasmesse dai grani al fluido e viceversa, rende lo studio di questi moti un campo di ricerca avanzata. Gli esiti della ricerca e i problemi ancora aperti hanno rappresentato il principale contenuto della scuola estiva. 

Uno studio a tutto tondo. Trenta ore di corso intensivo suddiviso in quattro giornate. Gli argomenti trattati hanno spaziato dai fondamenti della meccanica delle misture ai problemi della reologia bifase, dalla modellazione matematica mono e bidimensionale alla simulazione al computer tramite il codice commerciale “Trent2D” prodotto dal CUDAM, fino alla trattazione delle strategie di protezione da eventi estremi. Principalmente teoria, dunque, ma anche laboratorio ed esercitazioni al computer. Il metodo dello studio a tutto tondo secondo i più moderni e avanzati approcci fisico-matematici ha fornito ai corsisti una visione unitaria della complessa materia dei fluidi granulari.

Dalla teoria alla pratica. Il corso si è concluso con una visita di campo ad una serie di opere (tra le altre, briglie a fessura per il contenimento di colate detritiche, valli deviatori di valanghe, piazze di deposito di sedimenti trasportate dai torrenti), progettate e gestite dal Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento e finalizzate alla protezione del territorio da eventi calamitosi. Grazie alla guida dell’ingegner Andrea Casonato, i corsisti hanno avuto l’occasione di osservare le possibili applicazioni della teoria dei fluidi granulari alla realizzazione di opere di protezione e di riduzione del rischio idrogeologico.

Una dimensione internazionale. La Scuola è riconosciuta nell’ambito della Engineering Graduate School Environment Water (EGW), network di istituzioni appartenenti alla International Association of Hydro-Environment Engineering and Research (IAHR) che offrono corsi di alto profilo accademico sulle tematiche riguardanti l’acqua e l’ambiente. I quattordici partecipanti – ricercatori, dottorandi, post-doc – provenivano da otto differenti paesi del mondo. La dimensione fortemente internazionale sottolinea lo spiccato interesse dei vari territori montani verso le tematiche affrontate. 

I frutti di una “scuola di ricerca”. Il buon apprezzamento dei partecipanti, anche per le competenze dei docenti, è un riconoscimento dell’alto livello raggiunto dal gruppo di ricerca del CUDAM che si occupa di queste tematiche. Quasi tutto lo staff docente appartiene infatti al Dipartimento dell’Ateneo trentino. La scuola estiva appare come il frutto della “scuola di ricerca” avviata dal professor Aronne Armanini, scuola che negli anni ha saputo svilupparsi e crescere, sino a diventare leader riconosciuto a livello mondiale. La capacità di lavorare in gruppo e di integrare competenze diverse, come lo studio sperimentale in laboratorio o l’interpretazione fisico-matematica dei fenomeni, dagli aspetti modellistici a quelli ingegneristici, sono stati i fattori di successo che hanno permesso al gruppo di ricerca di raggiungere importanti risultati.