"Il coro dei Persiani" (estratto dalle prove), foto di Sara Troiani

Formazione

DALLA BATTAGLIA DI SALAMINA (480 a.C.) ALLA VITA DI TRINCEA DEL 1915-1918

Con una rivisitazione de “I Persiani” di Eschilo torna a Trento l’iniziativa “Classici Contro” che coinvolge università e scuole del Triveneto

5 novembre 2015
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Sara Troiani
di Sara Troiani
Collaboratrice del Laboratorio Dionysos - Archivio Digitale del Teatro Antico dell’Università di Trento

Con quali parole raccontare la guerra? E quanto le voci antiche e remote della tragedia greca possono rispecchiare i drammi della storia contemporanea? Intorno a queste domande nasce l’iniziativa della lezione/prova aperta dello spettacolo ΠΕΡΣΑΙ PERS[A]I PERSIANI che si svolgerà mercoledì 11 novembre alle 14 e alle 16.30 presso il Laboratorio di Filologia musicale del Dipartimento di Lettere e Filosofia. È un esperimento teatrale e didattico che collega i Persiani di Eschilo, la più antica tragedia greca che noi possiamo leggere integralmente, andata in scena nel 472 a.C., con le vicende della prima guerra mondiale, mettendo in cortocircuito le antiche battaglie dei greci contro i persiani con la vita delle trincee e delle retrovie nel 1915-1918.

La tragedia di Eschilo mette in scena il trionfo degli ateniesi nella battaglia di Salamina (480 a.C.), raccontandolo però dal punto di vista degli sconfitti: al centro dell’opera stanno infatti il dolore e la desolazione del nemico persiano. Lo spettacolo ΠΕΡΣΑΙ PERS[A]I PERSIANI cerca appunto di gettare una luce diversa sull’esperienza bellica del ’15-’18 grazie ad un’audace analogia con la disfatta persiana a Salamina. La scena è ambientata in un manicomio tra la fine degli anni ’10 e l’inizio degli anni ’20 del Novecento, dove si ritrovano internati tre giovani “scemi di guerra”, reduci del primo conflitto mondiale ai quali è diagnosticata la patologia dello shell shock (il “trauma da battaglia”, la “nevrosi da guerra”) che ne ha alterato permanentemente lo stato psicomotorio. I loro movimenti sono scoordinati, imperfetti, e la loro proprietà di linguaggio risulta quasi del tutto assente. Le uniche parole articolate con senso compiuto sono i versi di una tragedia, i Persiani, in cui i tre internati sembrano ritrovare il senso della propria esperienza bellica: nel testo antico, infatti, viene deplorato ossessivamente lo sterminio dei giovani guerrieri dell’Impero Persiano nella disastrosa guerra contro la Grecia, condotta con un dispiego di forze enorme e per volontà di un solo uomo, Serse, resosi folle e arrogante contro gli dèi e da questi punito. 

I tre giovani possono così esprimere il proprio disagio raccontando una storia vecchia più di due millenni ma sorprendentemente attuale e dando corpo e voce ai vari personaggi che ne sono protagonisti: il Messaggero, lo spettro del re Dario, Serse e soprattutto i vecchi persiani del coro, che si trovano ironicamente opposti alla loro giovane età. In questa dolorosa rievocazione li accompagna la Regina, interpretata da un’infermiera del manicomio, la quale accoglie il disperato messaggio di questi soldati. Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con Estro Teatro e Spazio Off, vede la partecipazione di studenti ed ex studenti dell'Università di Trento da alcuni anni attivi nel panorama teatrale non solo trentino. La regia e l’adattamento del testo sono di Sara Troiani, gli interpreti sono Alessandra Bassi, Lorenzo Gelardi, Simone Panza, Stefano Rossi, tecnica e disegno luci sono di Nicola Piffer. Al termine di entrambe le rappresentazioni ci sarà un momento di confronto diretto tra il cast e il pubblico, volto ad approfondire le tematiche dello spettacolo e il lavoro condotto sul testo. 

L'incontro si inserisce all'interno dell’iniziativa “Classici Contro - Teatri di guerra” 2015, promossa dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con il Laboratorio Dionysos - Archivio Digitale del Teatro Antico dell’Università di Trento, iniziativa che si è proposta di indagare il rapporto tra i classici antichi e la prima guerra mondiale. Il progetto si è già snodato con una serie di eventi che hanno toccato diciannove città del Nord-est, tracciando idealmente la linea del fronte, con dieci università italiane e straniere coinvolte nel progetto scientifico e i docenti e gli studenti di 28 licei impegnati attivamente con laboratori, ricerche, azioni teatrali. Lo scorso maggio, vi sono stati due incontri nel Castello del Buonconsiglio a Trento e al Teatro Zandonai di Rovereto. Il progetto, che ha alternato conferenze su temi storico-letterari con momenti performativi, si conclude ora con la prova aperta dello spettacolo tratto dai Persiani e con altri tre appuntamenti che avranno luogo il 30 novembre, il 2 e il 14 dicembre, sempre presso il Dipartimento di Lettere e Filologia. Come epigrafe del ciclo di incontri, si è scelta una frase di Emilio Lussu, tratta da una pagina memorabile del romanzo Un anno sull’altipiano, dove lo scrittore racconta la sua esperienza di guerra, e dove l’ombra degli eroi omerici si sovrappone alla vita dei fanti in trincea: “Noi avevamo un piede su Troia e un piede sull’Altipiano di Asiago”.