Immagine tratta dalla copertina del libro

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PER UN PUGNO DI IDEE. STORIE DI INNOVAZIONI CHE HANNO CAMBIATO LA NOSTRA VITA

di Massimiano Bucchi

1 luglio 2016
Versione stampabile

Di che cosa parliamo quando parliamo di innovazione? Massimiano Bucchi ci racconta come dietro questa parola abusata vi siano percorsi concreti, tortuosi e molto affascinanti. Dalla forchetta al kalashnikov, questo libro intreccia le storie delle scoperte che hanno cambiato le nostre vite, dimostrando la loro natura di processi non lineari e collettivi, che non possono essere ricondotti all’intuizione di un genio isolato ma che nascono da contributi spesso inaspettati. Dalla cultura alla tecnica, dallo sport al cinema e alla tavola, il racconto curioso e istruttivo di piccole svolte diventate grandi cambiamenti. 

Massimiano Bucchi insegna Scienza, Tecnologia e Società all’Università di Trento ed è stato visiting professor in numerose istituzioni accademiche in Asia, Europa e Nord America. È autore di libri editi in Italia, Stati Uniti, Regno Unito e Cina. Tra le sue pubblicazioni più recenti Scientisti e antiscientisti (il Mulino, 2010) e Il Pollo di Newton (Guanda, 2013), premio internazionale La Vigna, edito anche in Finlandia, Brasile, Corea, Spagna e America Latina. Dirige la rivista internazionale Public Understanding of Science.

1990: I VOLI LOW COST CAMBIANO IL TURISMO E LA GEOGRAFIA D’EUROPA
(Testo inedito gentilmente concesso dall'autore per la pubblicazione su UnitrentoMag)

1990. I passeggeri che salgono la scaletta del volo Ryanair da Dublino a Londra non sanno di trovarsi ad una svolta che cambierà turismo, geografia e mondo del lavoro. Anzi, probabilmente sanno poco e niente anche della compagnia con cui volano quel giorno. 
La Ryanair è stata fondata cinque anni prima dalla famiglia irlandese Ryan, vola perlopiù tra Irlanda e Inghilterra. Gli affari non vanno bene. Il patron Tony Ryan si rivolge allora a Michael O’Leary, che si intende di contabilità, ma il consiglio di quest’ultimo è drastico: signore, mi dia retta, chiuda tutto, questa non è una compagnia aerea ma una macchina mangiasoldi. Ryan non ne vuole sapere e per tutta risposta manda O’Leary in ‘gita di istruzione’ negli Stati Uniti, a vedere se si può imparare qualcosa dalla Southwest, una linea aerea emergente. La Southwest si è inserita in un mercato dominato dai grandi colossi grazie alla deregolamentazione, e risparmia ovunque si possa risparmiare: utilizza aeroporti meno frequentati e quindi meno costosi, un solo tipo di aereo per semplificare tutte le operazioni, e serve nocciololine ai passeggeri anziché pasti completi. Per O’Leary è una sorta di “rivelazione sulla via di Damasco”. Torna e applica alla Ryan il “metodo Southwest”, anzi se possibile, lo rende ancora più estremo. Via la business class, via il frequent flyer club, via dagli aeroporti principali di Londra: Ryanair volerà nell’Essex, a Stansted. E via anche le noccioline; anzi, se i passeggeri le vogliono, le paghino. Celebre la sua politica aziendale sulle penne biro: il personale Ryan Air viene incoraggiato a procurarsele negli alberghi. 
Lo aiuta la congiuntura storico-politica: l’Europa apre i mercati alla concorrenza, compresi quelli del traffico aereo, e un nuovo pubblico desideroso di viaggiare a basso costo, a cominciare dalla cosiddetta “generazione Erasmus” che proprio in quegli anni inizia a solcare i cieli dell’Europa. Il successo è clamoroso: la gente si mette in coda per tre giorni per comprare i biglietti scontati per il weekend di Pasqua del 1990 (sì, in coda: Internet è ancora in fasce). L’anno dopo, nonostante il traffico aereo mondiale sia in ginocchio per via della Guerra del Golfo, Ryanair vede i primi profitti. Nel 1993 supera per la prima volta il milione di passeggeri, e da allora è una progressione (quasi) inarrestabile fino agli oltre 100 milioni di passeggeri attuali, e il personale che passa da meno di cinquecento fino a quasi diecimila. Il modello attrae altri investitori: nel 1994 il giovane Stelios Haji-Ioannou si fa dare un prestito dal padre per fondare Easyjet. Lo sviluppo del web alimenta ulteriormente il successo delle low cost: oltre ad evitare ogni intermediazione con il passeggero permette di risparmiare affidando a quest’ultimo operazioni come il check-in e di proporre servizi aggiuntivi a pagamento (a lungo quello di Ryanair è stato il sito di viaggi più visitato d’Europa). 
Non sono mancate le critiche, soprattutto negli ultimi anni, su aspetti quali il trattamento di passeggeri e personale, o gli onerosi incentivi concordati con gli scali minori desiderosi di mantenere o ampliare il traffico. 
In ogni caso, un quarto di secolo dopo, non c’è dubbio che l’innovazione dei viaggi aerei low cost abbia lasciato un segno profondo, e non solo sul traffico aereo. Oltre a ridurre i costi di viaggio e ad aumentare la platea dei viaggiatori in modo prima impensabile, ha messo sulla mappa località prima pressoché sconosciute al turismo di massa, inventando forme di turismo inedite e dall’impatto sociale e ambientale controverso: dalla gita ‘mordi e fuggi’ del weekend a seconde case in Spagna e in Italia improvvisamente divenute a portata di mano per abbienti pensionati nordeuropei. Sulla stessa scia arriveranno poi altri servizi di soggiorno e viaggio a basso costo (Airbnb, Blablacar): geografia, mobilità e senso del viaggio non saranno più gli stessi.