Gabriele Veneziano. Foto di Giuseppe Froner, archivio Università di Trento.

Internazionale

L’UNIVERSO PRIMORDIALE E IL BIG BANG

L’Ateneo ospita il fisico Gabriele Veneziano per la Cattedra di accoglienza del Collège de France

21 maggio 2016
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L’UNIVERSO PRIMORDIALE E IL BIG BANG
di Marinella Daidone
Lavora presso la Divisione Comunicazione ed Eventi dell'Università di Trento.

Il fisico Gabriele Veneziano del Collège de France è stato ospite dell’Ateneo nell’ambito della Cattedra di accoglienza che lega le due istituzioni. Il contributo di Veneziano alla fisica delle particelle è molto noto nel mondo scientifico: dall’espressione matematica denominata “ampiezza di Veneziano”, generalmente considerata come l’inizio della teoria delle stringhe, fino alle ricerche che continua a svolgere al CERN di Ginevra su vari aspetti della fisica delle particelle e della cosmologia, in particolare di quella dell'Universo Gabriele Venezianoprimordiale.

Invitato a Trento dal fisico Sandro Stringari, che coordina la collaborazione con il Collège de France, Gabriele Veneziano ha tenuto una lezione sul tema “A quantum Universe before the Big Bang(s)?” rivolta a studenti e docenti dell’area scientifica e un seminario più specialistico intitolato “Classical and quantum gravitational bremsstrahlung in ultrarelativistic particle collisions”.

Professor Veneziano, ci può descrivere in modo semplice l’argomento della sua lezione “A quantum Universe before the Big Bang(s)?”

Ho cercato di spiegare, innanzitutto, perché nella cosmologia oggi accettata dell’Universo primordiale, la cosiddetta cosmologia inflazionaria, il ruolo della meccanica quantistica sia assolutamente essenziale per generare le strutture su grandi scale (le galassie ad esempio) che osserviamo nell’Universo. Inoltre, il Big Bang, che nella vecchia cosmologia veniva associato con l’inizio del tempo, va reinterpretato nel nuovo contesto come l’istante in cui l’Universo si riscalda di nuovo (ad altissime temperature) alla fine della fase inflazionaria che l’aveva precedentemente raffreddato. Viceversa, la questione dell’inizio, cioè di cosa avrebbe preceduto l’inflazione, resta completamente aperta nel modello inflazionario. Perché tale questione sia ben posta è necessario avere una teoria coerente della gravità quantistica, cosa tutt’altro che banale. Una di queste, che va oggi per la maggiore, è la teoria quantistica delle stringhe di cui ho ricordato brevemente alcune proprietà essenziali. Infine mi sono soffermato su uno scenario cosmologico particolare, suggerito da questa teoria, nel quale il tempo non ha avuto un inizio.

Pensa che ci potranno essere in futuro evidenze sperimentali in grado di svelare i grandi misteri dell’origine dell’Universo e provare le teorie sul Big Bang?

Probabilmente si. Ad esempio, nello scenario a cui alludevo sopra, detto del pre-Big-Bang, in cui una lunga fase di contrazione precede un “grande rimbalzo” (Big Bounce) che conduce alla fase di espansione degli ultimi 13,5 miliardi di anni, si prevedono tracce di quell’epoca “preistorica” in termini di un fondo cosmico di onde gravitazionali probabilmente osservabile durante il prossimo decennio nei vari interferometri che sono o saranno presto operativi.

Lei ha iniziato a ottenere importanti risultati scientifici quando era molto giovane. Che consigli darebbe oggi ai giovani che vogliono dedicarsi alla ricerca scientifica?

Personalmente ho seguito molto il mio istinto, muovendomi in direzioni diverse da quelle che erano allora tradizionali. Vedo che invece i giovani di oggi scelgono la direzione della loro ricerca in modo più ragionato e, direi, prudente. Li capisco, data la situazione attuale del mercato del lavoro anche in questo campo: preferiscono la sicurezza e non posso dar loro torto. Però un pizzico di rischio calcolato per seguire anche in parte le proprie idee non può far male e rende la ricerca più divertente. Come al solito tutto sta nel trovare un buon equilibrio...