Il secondo messaggero nelle Baccanti di Euripide (Teatro greco di Siracusa 2012). Foto Maria Laura Aureli, per concessione AFI/Archivio Fondazione INDA.

Internazionale

IL RACCONTO A TEATRO

Dal 10 al 12 novembre un convegno internazionale in collaborazione con l’Università di Coimbra, con lezioni/performance dell’attrice Elisabetta Pozzi e dell’artista Emilio Isgrò

4 novembre 2014
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Giorgio Ieranò
di Giorgio Ieranò
Professore associato presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento e responsabile scientifico del Laboratorio Dionysos.

Dal 10 al 12 novembre il Dipartimento di Lettere e Filosofia ospita il convegno internazionale “Il racconto a teatro”, promosso congiuntamente dall’Università di Trento e dall’Universidade de Coimbra (Portogallo) in collaborazione con lo Stabile di Bolzano e il Teatro Pubblico Ligure. Alle relazioni di studiosi italiani, spagnoli e portoghesi, si alterneranno gli interventi di registi, attori e artisti impegnati a definire il complesso rapporto tra scena e racconto, in un momento in cui il teatro di narrazione, con autori/attori come Ascanio Celestini o Marco Paolini, gode di straordinaria fortuna. Si partirà dai messaggeri della tragedia greca per arrivare alla scena contemporanea, passando attraverso momenti significativi della storia del teatro, come il Siglo de Oro spagnolo.

Sarà non solo un convegno scientifico ma anche un’occasione, aperta alla cittadinanza, per riflettere sul senso dell’evento teatrale. Gli interventi di studiosi, attori, registi saranno arricchiti da due eventi. Lunedì 10 novembre alle ore 18 una lezione/performance dell’attrice Elisabetta Pozzi, una delle protagoniste della scena teatrale contemporanea. Elisabetta Pozzi ha scelto l’Università di Trento come laboratorio per presentare e discutere in anteprima quello che sarà il suo prossimo spettacolo. Reciterà infatti brani del monologo teatrale Elena del poeta greco Ghiannis Ritsos, una ballata narrativa sulla leggenda dell’eroina bellissima e infedele che scatenò la guerra di Troia; una riflessione amara, attraverso lo specchio del mito, sulle tragedie della storia e sulla solitudine dell’uomo. Martedì 11 novembre alle ore 18, invece, l’artista Emilio Isgrò, che ha segnato la cultura visuale del Novecento con le sue celebri “cancellature”, si esibirà in una performance recitando per la prima volta, in anteprima mondiale, la sua Odissea cancellata, una personalissima riscrittura delle avventure di Ulisse. 

Tra gli altri partecipanti al convegno si segnalano i registi teatrali Sergio Maifredi e Claudio Longhi, gli storici del teatro antico Guido Paduano, Margherita Rubino, Martina Treu e Andrea Rodighiero, studiosi spagnoli come Fernando Garcia Romero (Universidad Complutense di Madrid) e Mercedes Arriaga (Universidad de Sevilla) e portoghesi come Maria do Ceu Fialho, direttrice del Centro de estudios classicos e humanisticos dell’Università di Coimbra, una delle più antiche (fu fondata nel 1290) e più prestigiose università europee. Il regista Sergio Maifredi, direttore del Teatro Pubblico Ligure, in particolare, illustrerà il progetto Odissea: un racconto mediterraneo che vede protagonisti grandi attori italiani ciascuno chiamato a raccontare un episodio dell’Odissea di Omero. Dunque, un convegno multidisciplinare che coinvolge specialisti di teatro greco e di teatro spagnolo, esperti di spettacolo e di musica, attori e registi. E che tenta di gettare un ponte tra università e scena teatrale, facendo dialogare chi il teatro lo studia con chi il teatro lo fa.

Fin dalle origini, l’esperienza teatrale include momenti narrativi. Da sempre, al dialogo, al monologo, al canto si alterna anche il racconto. Insomma, sulla scena si agisce e si discute: ma c’è sempre anche qualcuno che, a un certo punto, narra un evento avvenuto altrove, fuori scena. Nella tragedia greca questa funzione toccava all’angelos, il messaggero, tramite tra spazio scenico ed extrascenico, narratore interno al dramma. Ma questo fenomeno riguarda tutta la storia del teatro. Il racconto è centrale, per esempio, nel teatro del Siglo De Oro spagnolo in cui una straordinaria messe di miti, storie bibliche, leggende, e storie di varia provenienza, con l’intermediazione del genere lirico-narrativo del romance, trovano una loro altrettanto straordinaria teatralizzazione, sia colta che popolare. Nel rapporto tra racconto e dramma, fra diegesis e mimesis (come dicevano i greci) si gioca insomma il senso stesso del teatro. Partendo dal dramma antico, attraverso alcuni momenti esemplari nella storia del teatro occidentale, il convegno intende dunque esplorare i diversi aspetti drammaturgici, sia teorici sia pratici, del racconto scenico, analizzando le situazioni in cui il teatro si fa narrazione e la narrazione diventa teatro. 

Durante il convegno sarà presentato ufficialmente il Laboratorio Dionysos - Archivio digitale del teatro antico del Dipartimento di Lettere de Filosofia nato per promuovere l’interazione fra mondo universitario e mondo teatrale. L’Archivio digitale del dramma antico è un database di libera consultazione che raccoglie schede e informazioni sulle rappresentazioni contemporanee dei testi teatrali antichi. Accanto a quello dell’Università di Oxford (APGRD), è l’unico archivio digitale di questo genere esistente. 

Il convegno, che vede nella Segreteria scientifica oltre a chi scrive il collega Pietro Taravacci, fa parte del progetto di ricerca “Il teatro antico nella cultura moderna e contemporanea” cofinanziato dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento (Area di studi filologici, linguistici e letterari), dal Comune di Rovereto (Biblioteca Civica “G. Tartarotti) e dal MART (Museo di arte contemporanea di Rovereto e Trento). All’iniziativa collaborano anche il Teatro Pubblico di Genova e il Teatro Stabile di Bolzano.