Venerdì, 10 aprile 2015

Calendario digitale "lagrandeguerrapiu100.it”

Tredicesima puntata: domenica 24 maggio

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L’ITALIA ENTRA IN GUERRA – Domenica 24 maggio la tredicesima puntata del calendario digitale, che ripercorre mese per mese ciò che accadde durante la Prima guerra mondiale.
Informazioni e puntata su: http://www.lagrandeguerrapiu100.it/

L’entrata in guerra dell’Italia cambiò il volto del primo conflitto mondiale. A cento anni esatti da quell’evento, il calendario digitale “La Grande Guerra+100” si aggiorna.
Da domenica 24 maggio, infatti, il sito www.lagrandeguerrapiu100.it sarà consultabile anche in lingua inglese con contenuti nuovi e originali in polacco, francese e tedesco.

24 maggio 1915. Il Regno d’Italia entra in guerra. Sospinta dalla trascinante oratoria di Gabriele D’Annunzio – al quale è dedicato il medaglione biografico di questo mese – e dalla mobilitazione di piccole, ma assai attive, minoranze di interventisti, l’Italia entra in guerra. Certo, le scelte sono fatte dal governo, al quale l’Intesa ha offerto su un piatto d’argento ricche compensazioni territoriali in caso di vittoria. È un paese largamente impreparato per una guerra così difficile, con una larga maggioranza della popolazione (i contadini, ma anche la classe operaia urbana) che accetta la guerra con la tradizionale rassegnazione dei sudditi. Questi i temi che verranno sviscerati nella nuova puntata.

L’infografica, invece, affronterà la spinosa questione dei due eserciti che si confrontarono sull’Isonzo. Quanti uomini misero in campo Italia e Austria-Ungheria sul fronte isontino? Quante armi? «Viva Trento e Trieste, Viva la guerra»: furono queste le parole pronunciate dalla folla accorsa il 5 maggio 1915 al termine del discorso di Gabriele D'Annunzio (1863 – 1938) a Quarto, le parole che sono le protagoniste della tavola di questo mese. Nella gallery si vedranno invece immagini del nuovo fronte tra Italia e Austria-Ungheria.

La puntata di maggio del calendario, la prima che esce nella nuova versione multilingue, entra nel vivo delle drammatiche vicende di quel maggio, chiamato «radioso» dagli interventisti. Ne sarebbero seguiti tre anni e mezzo di guerra durissima, con grandi lutti ed enormi perdite materiali, non meno che psicologiche.