Venerdì, 3 febbraio 2017

Università e aziende insieme per la diagnosi del tumore al polmone

Il Cibio di UniTrento partecipa all’identificazione dei microRNA utilizzabili come biomarcatori e al miglioramento della loro misurazione

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Sviluppare un kit per diagnosticare in modo innovativo il tumore al polmone fin dalle fasi iniziali: questo l’obiettivo di un gruppo di università e di aziende impegnate nel progetto miRNA-DisEASY 

L’Università di Trento partecipa al consorzio – che è coordinato da Optoelettronica Italia srl (Optoi), impresa trentina specializzata in sensoristica ottica e tecnologie microelettroniche – con il Laboratorio di RNA Biology and Biotechnology del Centro di Biologia Integrata (Cibio).

Nell’ambito del progetto europeo, l’attività del Laboratorio di RNA Biology and Biotechnology, diretto da Michela Denti, è finalizzata all’identificazione di microRNA utilizzabili come biomarcatori per i tumori del polmone e all'implementazione della loro misurazione mediante il dispositivo diagnostico sviluppato dalle aziende partecipanti.

Il progetto “miRNA-DisEASY” (microRNA biomarkers in an innovative biophotonic sensor kit for high-specific diagnosis) è un progetto della durata di 4 anni, che è stato avviato nel dicembre 2015 e che è finanziato con 450 mila euro nell’ambito del programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020, Marie Sklodowska Curie Action - Research and Innovation Staff Exchange (MSCA-RISE), implementato attraverso la mobilità internazionale e intersettoriale dei ricercatori e personale altamente qualificato.

Ci sarà l’occasione di comprendere la portata del progetto e le prospettive di sviluppo di sistemi innovativi di diagnosi che coniugano chimica, optoelettronica e bioinformatica lunedì 6 febbraio, in occasione di un workshop: MicroRNAs and innovative technologies for human diseases diagnosis per studenti, ricercatori, imprenditori e altre persone interessate.

«I microRNA (miRNAs) – spiega Michela Denti – sono delle piccole molecole di RNA non codificanti che regolano l’espressione genica. Sebbene il primo miRNA sia stato scoperto nel 1993, è solo negli ultimi anni che la vastità e la diversità di questa classe di geni sono state comprese; basti pensare che un singolo miRNA ha la capacità di inibire la sintesi proteica di oltre 6 mila geni diversi. Negli ultimi anni, i miRNAs stanno attirando un crescente interesse da parte della comunità scientifica e clinica in quanto nuovi potenziali marcatori per la diagnosi e prognosi di diversi tipi di tumore e di altre malattie, patologie cardiovascolari incluse. Attualmente alcuni miRNA sono in fase di validazione clinica come marcatori per il tumore al seno, diabete di tipo 1 e 2, asma, setticemia, tumore alla prostata, leucemia, e diversi tipi di tumori pediatrici».
Quali sono le potenzialità dei miRNA? «I miRNA – illustra Denti – possiedono tutte le caratteristiche del marcatore ideale, rispondendo ai criteri clinici, analitici e pratici. Forniscono indicazioni affidabili prima dell’insorgenza dei sintomi clinici (diagnosi precoce), sono sensibili ai cambiamenti della patologia (evoluzione della patologia o risposta terapeutica), si possono rilevare facilmente dai fluidi (es. sangue, urine, saliva) come liquid biopsy e sono facilmente trasferibili dai modelli di laboratorio all’uomo».
Quali sono gli elementi che rendono difficoltoso l’impiego di questi biomarcatori? «Il limite all’introduzione dei microRNA come validi marcatori nella pratica clinica – precisa Denti – è legato soprattutto all’inadeguatezza delle tecnologie attuali di garantire sistemi di analisi economici e affidabili». Il consorzio di “miRNA-DisEASY” raccoglie quindi la sfida: sviluppare un kit innovativo, economico e affidabile basato sull’utilizzo di microRNA come biomarcatori per la diagnosi del cancro al polmone».

Il consorzio
Accanto a Optoelettronica Italia srl (Optoi), impresa trentina specializzata in sensoristica ottica e tecnologie microelettroniche, coordinatrice del progetto, nel consorzio c’è DestiNA Genomica SL è un’impresa innovativa, spagnola operante nel settore delle biotecnologie, che sta sviluppando una tecnologia chimica per il riconoscimento di specifiche sequenze di acidi nucleici. Oltre all’Università di Trento con il Laboratorio di RNA Biology and Biotechnology del Centro di Biologia (Cibio), completano il consorzio: l’Università di Granada (Spagna) e l’Università Federale di Santa Catarina (Brasile), la Hannover Medical School (Germania) e l’impresa bioinformatica GeneXplain (Germania). 
Nel segno della sinergia tra il mondo industriale e quello universitario, lo sviluppo del dispositivo è già stato in parte finanziato da un gruppo di investitori brasiliani provenienti da Chapecò (Santa Catarina, Brasile), di origini veneto-trentine. A novembre la delegazione brasiliana ha fatto visita a Optoi e al Cibio e ha assistito a una dimostrazione pratica del prototipo nei laboratori del Cibio.