Giovedì, 4 maggio 2017

Romano Prodi a Trento ospite del 65° Trento Film Festival per ricordare il fratello Paolo, primo rettore dell'Università di Trento

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Romano Prodi è stato ospite - il 2 maggio scorso - del 65° Trento Film Festival in occasione di un incontro dal titolo Paolo Prodi: una guida per  andare oltre le alpi, organizzato da UniTrento - Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale - e dedicato al fratello Paolo, primo rettore dell'ateneo.

“Ho iniziato proprio qui – ha spiegato Prodi – a insegnare, un secolo fa, e sono un po’ emozionato: questa città mi fa pensare al ricordo di mio fratello, che per tanti anni ha lavorato e vissuto qui. Venire qui insieme a tanti amici per ricordarlo per me è un grande piacere”. 

“Per me – ha detto Prodi – Paolo è stata una guida, a proposito di montagna. Abbiamo sempre parlato dei suoi studi e ci siamo confrontati su tutto: dalla politica all'economia, dalla storia all’attualità”.
 
“Trento è una terra di grandi occasioni – ha spiegato l’ex presidente del consiglio italiano – da qui bisogna costituire un grande legame, un ponte con l’Europa, fra l'Austria, la parte germanica e il mondo latino”. 

“Mio fratello – ha proseguito Prodi – diceva sempre che il potere è meglio studiarlo prima di praticarlo. Paolo a Trento ha studiato i fondamenti del potere, i legami tra la religione e l’evoluzione dello stato. Ha studiato a fondo, ne ha studiato le regole, i contenuti e i rapporti con l’etica della religione”.
 
Romano Prodi si è poi soffermato sul concetto di potere e spiega che “il mondo si orienta verso un pericoloso e diffuso concetto di autorità e concentrazione di potere: come la Russia di Putin, o la Cina, la Turchia di Erdogan. Pensiamo anche all’Egitto o al caso Trump. Questo processo accade sia nei paesi democratici che non democratici”. 

E continua "In Italia manca il senso del futuro; è la nostra tragedia. Il futuro lo recuperi con la gioia, il futuro è sopravvivenza ed è venuto a mancare nel nostro paese”.