Mercoledì, 18 aprile 2018

In UniTrento il lavoro diventa smart

L’Università di Trento è il primo ateneo pubblico a sperimentare lo smart working attraverso uno specifico accordo sindacale. Il 10 per cento del personale ha già optato per questa formula

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Lavorare mezza giornata alla settimana o due giorni al mese senza andare in ufficio, in una modalità diversa. Il termine tecnico è “smart working”, ma viene indicato anche come lavoro agile.

Ciò che lo caratterizza è la rottura di una formula, quella che misura la produttività in base a tempo e luogo di lavoro.

Già il telelavoro aveva aperto la strada a una nuova prospettiva. Ora lo smart working va oltre, in modo strutturato e organico, valorizzando l’autonomia del personale e la sua capacità di raggiungere gli obiettivi, innovando l’interazione con responsabile, team di lavoro e utenza.

L’Università di Trento ha subito raccolto la sfida. Nei mesi scorsi ha avviato una fase sperimentale per introdurre lo smart working tra le ordinarie modalità di lavoro.

Nel dettaglio, in Ateneo sono già state attivate 35 posizioni di telelavoro e 63 di smart working, su un totale di circa 660 persone in servizio (comprese anche quelle le cui attività non sono compatibili né con il telelavoro, né con lo smart working). Nella fase sperimentale si è previsto, per lo smart working, di attivare fino a 100 posizioni pur con un limite nel numero di giornate in cui sia possibile lavorare in modalità agile.

L’Ateneo ha programmato un’attività di monitoraggio dell’andamento della sperimentazione e una serie di passaggi organizzativi finalizzati a ottimizzare l’implementazione dello smart working, considerato uno degli strumenti per migliorare l’efficienza dell’Organizzazione.

In sintesi, smart working come strumento per una migliore armonizzazione tra vita privata e lavorativa, per adeguare l’ambiente alle attività da svolgere, per valorizzare l’autonomia e per responsabilizzare individuo e pubblica amministrazione a dare il meglio. Inoltre lo smart working potrebbe essere un alleato per affrontare i problemi connessi con l’età dei lavoratori e delle lavoratrici che aumenta.

Nel comunicato stampa le dichiarazioni di Mario Depaoli, responsabile della Direzione Risorse umane e Organizzazione di UniTrento.