Martedì, 6 ottobre 2015

SPAZIOd: il progetto aperto di UniTrento sulla dislessia

Il 10 e l'11 ottobre, al MUSE, psicologi e informatici dell’Ateneo presenteranno al pubblico l’iniziativa

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Occhiali speciali permettono di provare le stesse difficoltà di lettura di una persona dislessica. Un videogioco aiuta a fare gli esercizi in modo divertente e creativo. 

Sono due degli strumenti che si potranno provare sabato 10 e domenica 11 ottobre al MUSE Museo delle Scienze, dalle 10.30 alle 16 nell’ambito della Settimana europea della dislessia

«Abbiamo creato il videogioco “Skies of Manawak” insieme a 60 alunni e alunne tra i 9 e i 12 anni» dice Antonella De Angeli, responsabile del gruppo di ricerca interAction dell’Università di Trento. «Recenti ricerche neuropsicologiche – riferisce – hanno dimostrato l’efficacia di strumenti informatici per il training in diversi ambiti di apprendimento, quali comprensione, calcolo, scrittura e lettura Il limite è che spesso gli strumenti informatici per l’esercizio cognitivo sono noiosi. In questo videogioco invece gli esercizi sono integrati nella trama avvincente di un viaggio nella fantasia».

Skies of Manawak” è uno dei primi risultati della collaborazione tra il gruppo interAction (del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione DISI) e il laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione (del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive). 

Insieme, informatici e psicologi dell’Università di Trento, hanno poi aperto SPAZIOd, uno “spazio” digitale e fisico. 

«È una prova di progettazione pubblica, vuole essere un luogo di azione e riflessione collettiva» afferma De Angeli. «Abbiamo combinato le competenze cliniche dell'ODFLab e le nostre di progettazione – prosegue – in un processo di innovazione sociale che ha coinvolto genitori, insegnanti e istituzioni. In questo processo abbiamo usato la tecnologia informatica per favorire riflessione e dibattito, affrontare le difficoltà legate alla dislessia e rafforzare le competenze di tutti».

Per continuare la ricerca sulla dislessia e dare nuovo impulso allo sviluppo di strumenti informatici di nuova concezione è stato appena attivato all’Università di Trento un corso di laurea magistrale interdipartimentale in Human-Computer Interaction – Interazione Persona-Macchina, dal Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive e dal Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione.

Le iniziative rientrano nell’attenzione che l’Università di Trento riserva al tema della disabilità e dei bisogni speciali. «I disturbi specifici dell'apprendimento, tra cui la dislessia, non rientrano formalmente nelle disabilità» precisa Paolo Macchi, delegato d’Ateneo per il supporto alla disabilità. Riprende: «Tuttavia, la dislessia è una condizione biologica che rende complicata la lettura e/o la scrittura per una percentuale della popolazione europea che alcune stime danno intorno al 10%. Sul totale di studenti iscritti all’Università di Trento, la percentuale di studenti con bisogni speciali è poco più dell’1%. Di questi, il 28%, con andamento crescente negli ultimi anni, ha una certificazione attestante un disturbo specifico dell’apprendimento. Questi studenti hanno diritto all’utilizzo di strumenti didattici compensativi incluso un tempo aggiuntivo per le verifiche o le prove d’esame. Le persone dislessiche sono intelligenti quanto le altre e spesso dimostrano di possedere un pensiero creativo e originale. Si ritiene che fossero dislessici personaggi illustri, quali Agatha Christie, Leonardo da Vinci, Albert Einstein e Pablo Picasso. La settimana europea della dislessia è un’occasione per fare informazione e formazione: da un lato far conoscere i problemi che le persone con questo disturbo, e gli studenti in particolare, devono quotidianamente affrontare; dall’altro mostrare quanto la tecnologia possa essere un valido ausilio ad ogni livello di formazione».

La settimana europea della dislessia a Trento è organizzata da interAction e ODFLab dell’Università di Trento, con il contributo di “Città educante”, in collaborazione con Provincia autonoma di Trento e MUSE e con il patrocinio dell’Azienda provinciale per i Servizi sanitari di Trento.