Centro Culturale/Kulturzentrum Euregio di Dobbiaco/Toblach, © foto di Sara Marchesi 

Internazionale

Saltare muri, esplorare frontiere

L’eredità di Alexander Langer: un Euregio Mobility Project per pensare assieme il cambiamento

11 luglio 2022
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Di Sara Marchesi e Carlo Brentari
Dottoranda e ricercatore del Dipartimento di Lettere e Filosofia

Dell’importanza di mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera: così il pacifista e ambientalista sudtirolese Alexander Langer (1946-1995) titolava uno dei suoi Dieci punti dell’arte di vivere insieme. E aggiungeva: “è di fondamentale rilevanza che qualcuno si dedichi all’esplorazione e al superamento dei confini”.

Esplorare frontiere e costruire ponti è quello che ha provato a fare l’Euregio Mobility Project di giugno 2022, rifacendosi in maniera libera all’Alexander Langer’s Legacy – l’eredità di Alexander Langer. L’obiettivo era riflettere insieme su alcuni temi cruciali per il nostro presente e il nostro futuro, in primo luogo la crisi climatica e ambientale.

Uno dei motivi ispiratori è stato il suo essere un mediatore instancabile. Per Langer, “vivere politicamente” significava essere la relazione in ogni possibile contesto, sempre da dentro e al contempo sempre ai margini. Anche per questo il primo sforzo del progetto è stato utilizzare una seconda lingua comune. Non quindi l’italiano o il tedesco, le due lingue madri più rappresentate, ma l’inglese, per valorizzare l’esercizio del dialogo. Sulle sue orme: “Identità e convivenza: mai l’una senza l’altra”, per superare le frontiere, conoscersi tra vicini e scoprire che non solo condividiamo territori simili, ma che ci possono accomunare anche progetti, valori e desideri. 

Proprio la riflessione sui valori richiesti da una rapida conversione ecologica della società globale e la riscoperta del rapporto con la natura, per promuovere uno stile di vita “più lento, più profondo, più dolce” (“lentius, profondius, suavius”), è stata il punto di partenza delle due giornate. In questa riflessione la possibile svolta green è stata proposta non tanto come mera sopravvivenza della specie umana, quanto come un arricchimento dell’esperienza vitale dei suoi membri. Un risvolto molto concreto è stata l’analisi dei dati scientifici sul cambiamento climatico planetario e dei tempi di intervento che ancora ci restano. Dati dai quali troppo spesso tendiamo a distogliere lo sguardo, convinti che la soluzione, in un modo o nell’altro, ci sarà proposta dall’alto.

Cercare invece una risposta in prima persona è stato l’obiettivo del workshop per le studentesse e gli studenti, che hanno provato a immaginare praticamente il cambiamento, nella forma del programma elettorale di un ipotetico partito ambientalista. Le loro proposte hanno dimostrato una ricca capacità di desiderare, prima ancora che di costruire razionalmente, un cambio di paradigma che investa assieme il rapporto con la natura e quello tra gli esseri umani. Sono emersi anche nodi problematici, come la necessità che il cambiamento non venga imposto ma sia, al contrario, condiviso e diffuso. Infine, si è posto l’accento sull’importanza di riconoscere criticamente il dominio del Nord sul Sud e di prendere coscienza ciascuno del proprio punto di vista, per potersi aprire agli spunti di azione e pensiero che l’altra metà del mondo può offrire nella lotta per i diritti e nella difesa dell’ecosistema.

In chiusura, un focus dedicato a “Pace e sostenibilità” è stata l’occasione per una riflessione sul ruolo dell’Europa nei conflitti prossimi ai suoi territori: ieri l’ex-Jugoslavia, oggi l’Ucraina. “L’Europa muore o rinasce a Sarajevo”, scriveva Langer nel 1995, e la discussione di Dobbiaco, nel 2022, si è chiusa con una considerazione assai simile.

Al rientro, nel bagaglio di chi ha partecipato al progetto erano ben custoditi alcuni concetti chiave: autonomia e convivenza, razionalità e immaginazione, misura nel desiderio dell’impossibile – ma solo perché diventi possibile.

Un momento del workshop, foto di Sara Marchesi
Un momento del workshop © foto di Sara Marchesi 

L’Euregio Mobility Project Alexander Langer’s Legacy. Ethical and Political Ways Towards Sustainability dedicato alla figura di Alexander Langer, organizzato da Carlo Brentari (Università di Trento), Ralf Lüfter (Libera Università di Bolzano) e Andreas Oberprantacher (Universität Innsbruck) si è tenuto dall’8 al 10 giugno 2022 al Centro Culturale/Kulturzentrum Euregio di Dobbiaco/Toblach. Docenti, ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti delle tre università hanno partecipato a momenti di formazione e a un’attività di workshop guidata da Benedetta Carlotti. Gli interventi hanno riguardato sia la personalità, il pensiero e le azioni di Alexander Langer (Silvano Zucal, Francesco Ghia, Andrea Mubi Brighenti), sia aspetti più globali: il dibattito contemporaneo sulle virtù ambientali (Carlo Brentari), il cambiamento climatico (con il glaciologo Georg Kaser), che cosa vuol dire “essere la relazione” (Robert Simon), la prospettiva politica (Michele Nicoletti).