Un momento della lezione, foto archivio Università di Trento

Formazione

VALUTARE LE PRESTAZIONI DEL SETTORE PUBBLICO

Un corso della Scuola di Studi Internazionali. Conversazione con Maria Rita Pierleoni, economista presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri

12 ottobre 2016
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VALUTARE LE PRESTAZIONI DEL SETTORE PUBBLICO
di Luigi Bonatti
Professore ordinario del Dipartimento di Economia e Management e della Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento.

Per anni in Italia poco o niente ci si è preoccupati di controllare che il denaro pubblico fosse usato con oculatezza ed efficacia, né tanto meno di dar conto ai cittadini dei risultati ottenuti attraverso il suo utilizzo. Prevaleva la convinzione che un vaglio tecnico sull’efficienza con cui vengono impiegate le risorse pubbliche costituisse un’impropria limitazione alla piena discrezionalità della politica, la quale era ben decisa a mantenersi le mani libere in modo da gestire la spesa pubblica per lo più a fini di consenso elettorale a breve termine. 
Il risultato è stato non solo l’esplosione del debito pubblico, ma anche sprechi e servizi pubblici inefficienti. Sull’onda della grave crisi della finanza pubblica dei primi anni ’90 prima, e più recentemente dei tagli alla spesa pubblica resisi necessari a seguito della crisi del debito pubblico europeo, si è imposto un cambio di cultura. 
A TRENTO UN CORSO PER VALUTARE LE PRESTAZIONI DEL SETTORE PUBBLICO
La scarsità di risorse disponibili ha infatti obbligato non solo ad un’azione di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica, ma anche a verificare che essa venga impiegata efficientemente e coerentemente con le finalità che s’intendono perseguire. Ciò spiega perché oggi si sia affermata la consapevolezza che nel settore pubblico è importante disporre a tutti i livelli decisionali di metodi il più possibile oggettivi per valutare e misurare l’efficacia con cui vengono allocate ed utilizzate le risorse. 
Questa è la ragione per cui la Scuola di Studi Internazionali ha voluto offrire agli studenti dell’Università di Trento un breve corso introduttivo ai metodi per la valutazione delle prestazioni del settore pubblico. Il corso “Methods for the evaluation of public policies”, che si è svolto a ottobre in quattro incontri, è stato tenuto dalla dottoressa Maria Rita Pierleoni. A lei abbiamo rivolto alcune domande su obiettivi e contenuti delle lezioni.

Cosa si misura quando si vogliono valutare le prestazioni della pubblica amministrazione? 
La misurazione delle prestazioni può riguardare una moltitudine di aspetti: le risorse (o input), le attività (o processi), gli output (la qualità/quantità di servizi erogati) e gli outcome (ossia l’impatto sociale procurato). Efficienza, efficacia, qualità, soddisfazione dell’utente, economicità, equità rappresentano alcune delle dimensioni della performance da misurare. 

Quali sono i contenuti del corso?
Il corso offre una conoscenza approfondita su alcuni dei più importanti metodi per la valutazione delle performance applicabili al settore pubblico largamente inteso. In particolare, nell’ambito della misurazione delle performance assumono una rilevanza cruciale l’analisi di efficienza e di efficacia. Per quanto riguarda l’analisi di efficienza vengono presentati e discussi i due principali approcci che prevedono l’applicazione di diverse metodologie. Il primo è l’approccio parametrico e si basa su una funzione di produzione specifica per il modello e quindi richiede ipotesi funzionali specifiche nella relazione tra gli input e output considerati. Il secondo è quello non parametrico e non richiede ipotesi funzionali specifiche nella relazione tra gli input e output considerati. In entrambi i metodi l’unità di indagine è una struttura organizzativa e decisionale autonoma - considerata responsabile della trasformazione degli input in output- rispetto alla quale viene calcolata l’efficienza relativa. Ciascun metodo ha vantaggi e svantaggi e la sua concreta applicazione dipende dalle caratteristiche del contesto di riferimento e dalla disponibilità di informazioni. Per quanto riguarda invece l’analisi dell’efficacia delle politiche, assume un ruolo importante l’approccio controfattuale, in base a cui si definisce l’effetto di una politica come la differenza tra ciò che osserviamo dopo che l’intervento è stato attuato e ciò che avremmo osservato, nello stesso periodo e per gli stessi soggetti, in assenza di intervento. L’effetto di una politica è definibile, quindi, come differenza tra un valore osservabile ed uno ipotetico, per sua natura non osservabile. La stima dell’effetto della politica implica l’applicazione di metodi sperimentali e/o non sperimentali che vengono presentati e discussi con gli studenti.

Vengono illustrate delle applicazioni specifiche dei metodi presentati nel corso? 
Sì, vengono discussi due casi studio. Il primo riguarda la stima dei livelli standard della spesa corrente delle province italiane sulla base di caratteristiche geo-demografiche ed economiche. Il secondo riguarda un particolare strumento di incentivazione alle imprese - quello dei Contratti di Programma - che è, ancora oggi, poco esplorato dal punto di vista della sua efficacia come misura di sostegno alle imprese.