La facciata di Progetto Manifattura a Rovereto

Vita universitaria

Eppur si muove: il 2023 del CIMeC fra traslochi e novità

Intervista a Yuri Bozzi, direttore del Centro interdipartimentale Mente/Cervello

17 gennaio 2023
Versione stampabile
di Paolo Fisichella
Studente collaboratore Ufficio stampa e relazioni esterne

A chi dice che un trasloco sia impegnativo non ha ancora idea di cosa significhi spostare una macchina per la Risonanza magnetica. È quasi una rivoluzione. Lo sa bene il Centro interdipartimentale Mente/Cervello, che inaugura il 2023 con la prospettiva di avviare entro la fine dell’anno, finalmente, l’atteso spostamento dei laboratori di neuroimmagine dalla sede di Mattarello a quella di Manifattura a Rovereto. Ma non c’è solo questo. Tra la restituzione pubblica del progetto “Al museo mi diverto anche Io”, il ritorno della rassegna di iniziative CIMeC Città e la voglia di crescere ancora nella ricerca, il nuovo anno sarà decisivo per il CIMeC. UniTrentoMag ne parla con il direttore Yuri Bozzi.

Iniziamo proprio dal 2023. Quali sono i progetti in cantiere per il CIMeC?

«Il nuovo anno inizia nel migliore dei modi con la restituzione pubblica di un progetto che ci ha impegnato molto. Il 4 febbraio si terrà infatti l’evento conclusivo di “Al museo mi diverto anche io”. Con il sostegno della Fondazione Caritro, la Cooperativa Il Ponte e i principali musei provinciali, abbiamo condotto una vera e propria opera di formazione degli operatori museali sull’accoglienza dei ragazzi e delle ragazze con autismo.  Abbiamo usato dei questionari, creato video, condotto sopralluoghi per osservare dove può essere migliorata l’accessibilità. E, siamo riusciti a creare una vera e propria rete che, sono certo, continuerà a fare grandi cose. Oltre a questo, riproporremmo sicuramente nel periodo estivo CIMeC Città, un’iniziativa che lo scorso anno su Rovereto ha avuto un enorme successo. Grazie a piccoli workshop scientifici punteremo a coinvolgere gli studenti e la cittadinanza, con un taglio semplice e adatto a tutti, educando ai segreti e alle meraviglie delle neuroscienze».

La grande sfida del nuovo anno sarà però nel trasferimento dei laboratori di neuroimmagine.

«Esattamente. L’obiettivo è trasferire tutte le facilities di Mattarello nel nuovo “Edificio 10” a Manifattura entro la fine del 2023, o, al più tardi, entro i primi mesi del 2024. La struttura è ancora in costruzione, dovrebbe essere completata entro fine giugno. A partire dal primo luglio inizierà invece il trasloco vero e proprio».

Cosa significa spostare dei macchinari di questa portata?

«Si tratta di un’operazione impegnativa e di grande precisione. Inizialmente trasferiremo la macchina per la Risonanza magnetica (RM). Un gigantesco magnete lungo molti metri e pesante varie tonnellate.  I suoi pezzi verranno smontati da una ditta specializzata e poi rimontati in loco. Solo per questo si parla di almeno un mese di lavoro. Successivamente interverranno i nostri tecnici e ricercatori che resetteranno il funzionamento della macchina. Una volta installata la Risonanza magnetica faremo poi una rivelazione dei campi magnetici generati dall’apparecchio e in base a questo decideremo l’installazione del secondo grosso strumento, ossia la Magnetoencefalografia (MEG). È un gioiellino che il CIMeC ha già da tanti anni e che permette di mappare con precisione millimetrica i campi magnetici generati dalle correnti elettriche del cervello. Si tratta di una macchina molto fine e davvero speciale: pochi laboratori possono vantarne una in Italia. In occasione del trasloco la aggiorneremo con una versione più moderna ed economica (consumerà meno in termini di manutenzione). In parallelo verranno poi posizionate diverse strumentazioni per l’elettroencefalografia e per gli studi di comportamento sull’uomo».

Come mai questo spostamento è così importante per il Cimec?

«Il trasferimento di questi laboratori a Manifattura ha un impatto fondamentale perché per la prima volta tutto il CIMeC si troverà a Rovereto. Le tre sedi (Palazzo Fedrigotti, CeRiN e Manifattura) avranno una distanza estremamente ridotta e questo permetterà di aumentarne l’interazione. Il trasloco, nonostante un comprensibile timore per la momentanea interruzione della ricerca e per il valore economico dei macchinari, sarà un vantaggio per tutti e rafforzerà l’interdisciplinarietà».

Anno nuovo, direttore nuovo per il CIMeC: come sta affrontando questa nuova responsabilità e queste “partite” importanti del 2023?

«L’obiettivo che mi piacerebbe raggiungere e con il quale mi sono presentato al Senato accademico e ai colleghi è che il CIMeC possa mutare da centro interdipartimentale a dipartimento autonomo. Nel 2023 questo percorso si potrebbe avviare. Questo progetto non è una novità: era già nel piano quinquennale approvato dall’ex direttore Carlo Miniussi. Diventare dipartimento per il CIMeC significa riconoscere che negli anni ha raggiunto una dimensione in termini di ricercatori e ricercatrici piuttosto consistente e che la qualità è molto elevata. Inoltre, permetterebbe al centro di essere un punto di riferimento non solo per la ricerca ma anche per la didattica. Come ricercatore e docente universitario ritengo che un’ottima ricerca e un’ottima didattica siano aspetti tra loro connessi e necessari allo stesso livello per mandare avanti l’università. Il CIMeC, in questo momento, è in una situazione ibrida. Fa ottima ricerca e didattica ma non in un campo formativo completo».

È un progetto ambizioso…

«Certamente. Ed è difficile perché in Italia non esiste ancora una classe di laurea definita "neuroscienze". Proprio per questo stiamo potenziando il dialogo e la collaborazione con il Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive per garantire un’autonomia al CIMeC, nel rispetto assoluto delle esigenze dipartimentali. Non dimentichiamo che investire sulla ricerca e sulla didattica rappresenta la sfida più importante tra tutte. Soprattutto in un ambito di ricerca ad alta potenzialità come il nostro. Dallo studio dei circuiti cerebrali animali fino all’analisi delle neuroimmagini strutturali e funzionali l’obiettivo è sempre lo stesso: trovare una soluzione ai problemi umani».