Le studentesse e gli studenti che hanno preso parte al progetto "Trento e lode"

Vita universitaria

Tre spettacoli da "Trento e lode"

Otto studenti e studentesse mettono in scena la loro vita in università

1 marzo 2023
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di Johnny Gretter
Studente collaboratore Ufficio stampa e relazioni esterne

La sala del Teatro Sanbapolis è affollata questo martedì sera. Le studentesse e gli studenti hanno riempito i posti a sedere, in cerca di un momento di svago dalle lezioni. Le luci si spengono, lo spettacolo sta per iniziare. Sul palco però non salgono attori professionisti. Gli spettatori li riconoscono: sono attori e attrici che studiano a Trento, proprio come loro. Qualcuno riconosce un compagno di triennale, altri invece vedono recitare una collega di dottorato. Così, il 28 febbraio è andata in scena la prima serata di Trento e Lode, la serie di spettacoli sulla vita universitaria scritta e intrepretata da studenti e studentesse di UniTrento. 

Tutto è iniziato a settembre, quando la Compagnia teatrale Amor Vacui di Padova e l’Associazione Teatrale Universitaria (ATU) hanno iniziato a lavorare al progetto, con la collaborazione di Opera Universitaria e Centro Santa Chiara. «Con Opera Universitaria, abbiamo già lavorato a diversi altri progetti incentrati su scrittura e performance, ad esempio Ateneo dei Racconti» spiega Valentina Farinon, presidente di ATU. «Così siamo stati coinvolti anche in questa sfida: portare a teatro la nostra complessa realtà studentesca. Infatti, questo format è nato a Padova e noi abbiamo lavorato per renderlo applicabile anche a Trento. Ma oltre a questo diamo anche sostegno diretto agli attori, ad esempio partecipando alle loro performance».

Poi, a partire da febbraio, gli otto partecipanti selezionati hanno realizzato una serie di tre spettacoli in cui raccontano le gioie e le difficoltà della vita a Trento. Un lavoro che è stato reso possibile grazie alla guida di Lorenzo Marangoni e degli altri membri della Compagnia Amor Vacui. «Nel 2016 abbiamo ideato un progetto intitolato "Universerie" col Teatro Stabile del Veneto», racconta Andrea Bellacicco, attore della Compagnia. «Si trattava di spettacoli sulla vita universitaria a Padova. Eravamo curiosi di vedere come l’università poteva essere raccontata da chi vive in prima persona i suoi pregi e le sue contraddizioni. Universerie aveva la particolarità di essere pensato come una serie TV. Erano spettacoli legati tra loro e componevano una specie di storia, con un inizio e una fine».

Trento e Lode ripropone la stessa idea ma applicata a Trento e alla sua università. Gli studenti e le studentesse hanno raccontato le loro esperienze ai registi di Amor Vacui e assieme hanno riflettuto sugli elementi più iconici della vita universitaria. Insieme hanno scelto un filo comune che potesse unire gli spettacoli. Alla fine, il tema scelto è stato quello delle prime volte.

Così, il primo episodio racconta un momento cruciale della vita in università: la scelta del corso di laurea. Tutto è calato in una dimensione surreale e lo spettacolo comincia con una parodia dei romanzi di Harry Potter. Gli studenti e le studentesse di UniTrento, invece che essere smistati nelle proprie casate da un cappello parlante, vengono assegnati a un corso di laurea da una coppa piena di "champagnone", l’aperitivo più in voga tra gli universitari. Da qui iniziano le prime esperienze a Trento e la ricerca di qualche evento a cui andare la sera. Ma c’è anche spazio per raccontare i problemi di chi, al suo ritorno in provincia, non trova l’accoglienza e il lavoro che si aspettava.

I tre episodi teatrali di Trento e Lode sono qualcosa in cui si può riconoscere chiunque frequenti l’università. «I nostri spettacoli parlano in modo molto personale agli studenti e alle studentesse», sottolinea Emanuela Braghieri, studentessa di giurisprudenza che ha partecipato al bando. «Abbiamo deciso di raccontare in chiave ironica i loro disagi e le loro paure. Crediamo che il pubblico possa pensare ai suoi problemi in modo più oggettivo vedendoli trasportati sul palco. Gli spettatori potranno anche vedere sul palco molti luoghi noti di Trento: chi è qui da più tempo li riconoscerà sicuramente, mentre le matricole potranno conoscerli per la prima volta».

Ma il bando non era aperto solo a studentesse e studenti: potevano partecipare anche i dottorandi, le dottorande e chiunque avesse un qualche rapporto con Opera Universitaria. Anche chi fa ricerca può riconoscersi nelle vicende raccontate dai tre episodi di questa serie teatrale.  «Chi sta facendo un dottorato vive l’Università in modo molto diverso rispetto a chi sta ancora studiando», spiega Ludovica De Angelis, dottoranda in scienze cognitive. «Abbiamo paure e gioie completamente diverse. Ad esempio, durante il dottorato si devono conseguire dei risultati in tempi molto ristretti. Questo ci porta a sentire più da vicino problemi come la procrastinazione o la sindrome dell’impostore. Partecipare a questo progetto è stato come uno sfogo, un modo per portare delle preoccupazioni che non posso esprimere nella vita di tutti giorni».

Se vi siete persi il debutto di Trento e Lode non c’è da preoccuparsi. I prossimi episodi sono in programma sempre al Teatro Sanbapolis il 7 e 16 marzo alle 19:30. Il 19 marzo, invece, è in programma una serata speciale “best of”, in cui saranno messi in scena tutti e tre gli episodi. Gli spettacoli sono stati realizzati da Emanuela Braghieri, Luis Martin Bugnotti, Roberta Pia Carpinelli, Daniela Chiper, Ludovica De Angelis, Giovanni De Fazio, Nina Nicoletti e Caterina Plantamura. La regia è di Andrea Bellacicco ed Eleonora Panizzo, mentre Diego Scantamburlo coordina la drammaturgia.