Dalla locandina del convegno “Accoglienza nell'emergenza. Il ruolo degli enti territoriali nella gestione del fenomeno migratorio” , 30/11/2015. 

In libreria

MODELLI DI DISCIPLINA DELL’ACCOGLIENZA NELL’“EMERGENZA IMMIGRAZIONE”.

a cura di Jens Woelk, Flavio Guella e Gracy Pelacani

4 novembre 2016
Versione stampabile

Il volume intende delineare forme e sviluppi del fenomeno migratorio contemporaneo nella prospettiva dell’accoglienza a livello territoriale, con particolare attenzione ai suoi profili giuridici e assumendo come punto di partenza delle riflessioni il binomio accoglienza/emergenza. A questo scopo, i contributi qui raccolti si sviluppano lungo tre direttrici: la ricostruzione del quadro generale - internazionale, europeo e nazionale - all’interno del quale si collocano le politiche locali di accoglienza; l’indagine dei principali settori di intervento degli enti territoriali nella gestione del fenomeno migratorio, analizzati in ottica trasversale; infine l’analisi, alla luce dell’inquadramento generale, delle prassi e delle politiche di accoglienza messe in atto nei territori dell’Euregio Tirol-Alto Adige/Südtirol-Trentino.

Jens Woelk è professore presso la Facoltà di Giurisprudenza e la Scuola di dottorato di Studi Internazionali. Flavio Guella è assegnista di ricerca presso la Facoltà di Giurisprudenza. Gracy Pelacani è docente presso la Facoltà di Giurisprudenza. 

Dall'introduzione (pp. 4 - 6)

Seguendo una logica di “solidarietà coordinata”, la pubblicazione su Modelli di disciplina dell’accoglienza nell’“emergenza immigrazione”, dal diritto internazionale a quello regionale raccoglie gli atti di un convegno svoltosi sul tema presso l’Università di Trento il 30 novembre 2015. Partendo dal binomio accoglienza-emergenza, si è inteso delineare le forme e gli sviluppi del fenomeno migratorio contemporaneo nella prospettiva dei territori chiamati alla concreta accoglienza, con un’analisi dei contesti giuridici internazionale, europeo e nazionale. In particolare, l’area che è stata specificamente considerata è quella dell’Euregio Trentino-Alto Adige/Südtirol-Tirol che, per la sua peculiare vocazione di corridoio tra territori di confine, ben rappresenta le tensioni e le ambizioni con cui l’idea di confine (e di sua evoluzione) si deve raffrontare nel risolvere le problematiche dell’immigrazione e dell’accoglienza.
A questo scopo, i contributi (in lingua italiana o tedesca, con abstract nella relativa traduzione) si sviluppano lungo tre direttrici: la ricostruzione del quadro generale – internazionale, europeo e nazionale – all’interno del quale si collocano le politiche locali; l’indagine dei principali settori di intervento degli enti territoriali nella gestione del fenomeno, analizzati in ottica trasversale; l’analisi, alla luce dell’inquadramento generale, delle prassi e delle politiche messe in atto nei territori dell’Euregio.
La Parte Prima è così dedicata in generale alla disciplina del diritto d’asilo, che più specificamente pone le questioni rilevanti nell’ottica dell’accoglienza e dell’“emergenza”. La tematica è stata analizzata con interventi generali che si sono interrogati sul ruolo dei territori nell’accogliere i migranti sia alla luce delle più recenti evoluzioni (Paolo Bonetti) e dell’evolvere in senso multiculturale delle nostre società (FrancescoPalermo), sia svolgendo un esame puntuale del quadro normativo internazionale (Elena Mitzman), europeo (Gracy Pelacani) e nazionale/regionale, tanto italiano (Francesca Biondi dal Monte) quanto austriaco (Lamiss Khakzadeh-Leiler).
La Parte Seconda è stata invece dedicata al ruolo dei diversi territori nella gestione dell’“emergenza immigrazione”, analizzando in modo trasversale singole politiche e singole problematiche con cui le varie realtà locali si sono dovute confrontare. Sono quindi stati esaminati i temi della riallocazione e delle quote con cui distribuire i migranti accolti nei singoli territori (Simone Penasa), della natura emergenziale o meno della disciplina utilizzata, e delle diverse conseguenze dei moduli gestionali e amministrativi impiegati (Flavio Guella), del diritto alla salute e dell’accesso alla giustizia (Lucia Busatta), delle misure a sostegno dei minori stranieri (Marta Tomasi), della protezione dei soggetti vulnerabili (Davide Strazzari), nonché dell’estensibilità degli strumenti di tutela delle minoranze storiche anche alle nuove minoranze (RobertaMedda).
Da ultimo, si è inserita anche una valutazione più specifica della disciplina della gestione dell’accoglienza dei cittadini stranieri nei territori dell’Euroregione, sia per quel che riguarda l’esperienza del Land Tirolo (Dietmar Schennach), sia per quel che concerne le esperienze delle Province autonome di Trento e di Bolzano (Jens Woelk, Flavio Guella, Gracy Pelacani). Sul tema euroregionale, e sulle recenti tensioni al confine del Brennero, si è poi concentrato anche l’intervento conclusivo (Fulvio Cortese), che tratta inoltre la questione comunque sempre aperta dell’individuazione dei migliori modelli di disciplina dell’accoglienza nell’“emergenza immigrazione”, e dei diversi livelli di governo – da quello internazionale ed europeo, a quelli nazionali e regionali – che devono affrontare sinergicamente, ciascuno nei propri “confini”, il tema dell’accoglienza dei migranti.
Infine, l’accoglienza, specie se per un tempo medio e lungo, solleva la questione dell’integrazione nella società più ampia e quindi l’abbandono di una logica emergenziale. Tuttavia, non si tratta di due approcci distinti, ma piuttosto di accogliere, dall’inizio, chi viene come persona da mettere nelle condizioni di orientarsi, dialogare e trovare un proprio posto nella società ospitante. È in tale ottica, che in Austria, ma non solo, si investono fondi considerevoli in misure che dovranno facilitare l’integrazione dei profughi, come i corsi di lingua. Con l’inclusione, nel presente volume, dei risultati dell’EuregioLab 2015, Euregio TiroloAlto Adige-Trentino, Nuova casa comune: integrazione anziché esclusione, contenenti riflessioni sull’integrazione in tal senso, si vuole illustrare lo stato del dibattito su tale dimensione, determinante per il futuro, nell’area euroregionale.