Studenti in aula ©UniTrento ph.Alessio Coser

Formazione

Insieme si impara meglio

La “didattica attiva” esempio di innovazione nell’ambito della formazione universitaria. È molto utile nelle classi numerose

20 settembre 2023
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Paola Siano
Ufficio Stampa e Relazioni esterne

Gestire una classe numerosa non è la stessa cosa che fare lezioni con pochi studenti e studentesse. L’insegnamento ma anche l’apprendimento richiedono strumenti specifici. Uno di questi è la didattica attiva (active learning): un approccio che rende la permanenza in aula un’esperienza coinvolgente e proficua. Ne parliamo con Maria Cinque, docente di Metodologie didattiche e Pedagogia dell'inclusione all'Università Lumsa di Roma.

Professoressa, quando una classe è considerata di grandi dimensioni?

«Il concetto di "classe di grandi dimensioni" può variare in base al contesto e alle normative dell'istituzione educativa. Tuttavia, solitamente si definisce una classe di grandi dimensioni quando il numero di studenti supera in maniera significativa la capacità del docente di interagire e fornire un feedback individualizzato a ciascun alunno. Questo numero può variare, ma in genere si tratta di classi con oltre 30-40 persone».

Quali sono le caratteristiche, le difficoltà ma anche le risorse di una classe numerosa?

«Le classi numerose tendono a presentare una varietà di livelli di competenza, diversi “profili" di apprendimento e background culturali. La componente studentesca può avere bisogno di attenzione personalizzata, ma la dimensione della classe può rendere difficile soddisfare tali esigenze. Inoltre c’è il rischio di una limitata interazione studente-docente. Ma guardando alle risorse, queste sono rappresentate da una diversità di esperienze e di punti di vista degli studenti. Inoltre, l'uso efficace di tecnologie e strategie didattiche innovative può trasformare una classe numerosa in un ambiente di apprendimento coinvolgente». 

Quali sono gli strumenti utili e che ruolo hanno le nuove tecnologie?

«Abbiamo a disposizione tecnologie didattiche efficaci come i sistemi di risposta in aula chiamati clickers, o app come Wooclap e Mentimeter per sondare l'opinione degli studenti. Esistono piattaforme di apprendimento online per condividere risorse e assegnare casi di studio e problemi da analizzare, per organizzare discussioni e forum di discussione e per offrire supporto da parte di assistenti didattici o tutor. O ancora tecniche di didattica attiva per coinvolgere gli alunni, come ad esempio “Think, Pair and Share”, una strategia che comporta che lo studente riflette prima individualmente sull’input che arriva dal docente, poi condivide i suoi pensieri con un compagno e dopo con tutti gli altri. Nelle classi di grandi dimensioni gli studenti possono lavorare in coppia e inviare le risposte, utilizzando anche strumenti informatici come Today’s Meet, Poll Everywhere. Questa procedura assicura che tutto il gruppo si senta coinvolto».

Cosa si intende per didattica attiva?

«La didattica attiva è un approccio che mette al centro gli studenti e le studentesse e promuove il loro coinvolgimento nel processo di comprensione. Invece di limitarsi a ricevere passivamente informazioni da un docente o da un libro di testo, chi frequenta le lezioni partecipa attivamente attraverso discussioni, attività pratiche, esperimenti o problemi da risolvere. L'obiettivo è favorire una conoscenza più profonda, critica e significativa. L'active learning può portare numerosi benefici nelle classi di grandi dimensioni in cui gli studenti rischiano di sentirsi anonimi o disconnessi. La partecipazione attiva incoraggia tutti e tutte a fare domande e a confrontarsi. Le lezioni attive offrono una varietà di modalità di apprendimento, che possono essere anche individuali in una classe numerosa. Contrariamente poi alla percezione comune, l’active learning non richiede più tempo delle lezioni tradizionali. I lavori di gruppo possono essere organizzati in modo efficiente attraverso alcune strategie: discussioni tra gli studenti organizzati in piccoli gruppi; la tecnica del peer teaching che consente agli alunni di insegnare gli uni agli altri; utilizzare casi reali o scenari pratici per stimolare la riflessione critica e le capacità di problem-solving; porre domande aperte anziché a risposta multipla per incoraggiare una discussione più approfondita; fornire feedback regolare e costruttivo sugli sforzi degli studenti per motivarli».

Come adattare queste strategie alle diverse facoltà e materie di studio?

«Dipende dalla materia e dagli obiettivi di apprendimento. Ad esempio, in una classe di scienze, si potrebbero utilizzare esperimenti pratici, mentre in una classe di storia si potrebbero enfatizzare le discussioni basate su fonti storiche. È essenziale considerare le specifiche esigenze e caratteristiche delle diverse discipline».

Quali sono le procedure per verificare la validità delle metodologie sull'apprendimento di studenti e studentesse?

«Ce ne sono di diverse. Tra queste, la valutazione delle prestazioni degli studenti, le indagini sul loro coinvolgimento, i sondaggi di apprezzamento del corso e l'analisi dei risultati degli esami. Il successo di queste metodologie può variare a seconda delle specifiche condizioni e degli obiettivi di apprendimento, ma in generale, una didattica attiva ben progettata e supportata da tecnologie può portare a un miglioramento dell'apprendimento dell’intera classe».