Venerdì, 4 luglio 2014

Laurea Magistrale Honoris Causa allo storico Heinz Schilling

La cerimonia il 13 novembre al Dipartimento di Lettere e Filosofia

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È arrivato il via libera dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: l’Ateneo di Trento potrà conferire a Heinz Schilling la laurea magistrale ad honorem in Scienze storiche, promossa dal Dipartimento di Lettere e Filosofia e accolta dal Senato accademico dell’Ateneo.

«Il professor Heinz Schilling – rileva Gustavo Corni, che aveva presentato la proposta al Consiglio di Dipartimento - è senza dubbio uno dei più brillanti e conosciuti storici europei della prima età moderna, specializzato nel tema della “confessionalizzazione”. Infatti Schilling pone al centro della sua riflessione il fitto intreccio di scambi e d’influenze reciproche che hanno tenuto assieme politica e religione nei secoli dell’età moderna. Nell’ambito della sue ricerche Schilling ha avuto rapporti sia con l’Università di Trento sia con l’Istituto storico italo germanico della Fondazione Bruno Kessler».

La cerimonia di conferimento della laurea magistrale honoris causa in Scienze storiche si svolgerà giovedì 13 novembre 2014 al Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Ateneo trentino (via Tommaso Gar, 14). Nei giorni immediatamente precedenti ci sarà la presentazione a Trento, in anteprima nazionale, della traduzione italiana della biografia su Lutero scritta da Schilling. Il volume sarà presentato dalla Fondazione Bruno Kessler attraverso il proprio Istituto storico italo germanico martedì 11 novembre (via Santa Croce, 77).

«La biografia, pubblicata nel 2012 con il titolo “Martin Luther. Rebell in einer Zeit des Umbruchs”, un grande successo editoriale in Germania, è l’ultimo tassello – osserva Corni - della continua riflessione di Schilling, protestante, ma cresciuto nella cattolicissima Colonia, sul rapporto fra religione e politica. Una biografia, come hanno osservato i suoi recensori, che depura la personalità di Lutero dalle incrostazioni e dalle durezze createsi nel mezzo delle lotte religiose cinquecentesche e poi accolte dalle storiografia nazionalista otto-novecentesca».

Heinz Schilling (23 maggio 1942), storico europeo della prima età moderna, si è formato alle università di Colonia e Friburgo (Germania). Ha dedicato la sua tesi di dottorato agli esuli calvinisti olandesi. Dal 1971 al 1979 ha insegnato all’Università di Bielefeld. Qui ha conseguito la sua Habilitation, pubblicata alcuni dopo, nel 1981, con il titolo “Konfessionskonflikt und Staatsbildung. Eine Fallstudie über das Verhältnis von religiösem und sozialem Wandel in der Frühneuzeit am Beispiel der Grafschaft Lippe”. Dal 1979 al 1982 e dal 1982 al 1992 ha insegnato nelle Università di Osnabrück e Giessen, prima di ricevere la cattedra di storia moderna alla Humboldt Universität di Berlino, che ha tenuto fino al suo pensionamento nel 2010.

«Oltre alla “confessionalizzazione” – spiegano i proponenti della laurea magistrale honoris causa a Schilling - un altro filone di ricerca dello storico tedesco è quello relativo alle radici religiose del repubblicanesimo europeo, che lo porta a curare alcuni importanti volumi miscellanei dedicati alla resistenza delle forme di governo cittadine e repubblicane nei secoli centrali dell’età moderna».
Ma quali sono le peculiarità del lavoro di Schilling? «Una delle caratteristiche più spiccate – sottolineano - è la sua costante attenzione a non allontanare mai i piani della storia intellettuale (delle teorie giuridiche come dell’esperienza religiosa) da quelli della storia politica e degli avvenimenti umani. Di questa tecnica d’analisi complessa sono testimonianza alcune sue ricostruzioni di sintesi della storia tedesca (tradotte da molti anni in italiano) e la “Geschichte Europas” dal 1250 al 1750, edita nel 1999. Punto di partenza dell’opera, che introduce un originale tentativo di periodizzazione, è l’Europa della cristianità, poiché “cristianità” secondo Schilling è il concetto di cui politici, filosofi e teologi fanno uso in quei secoli quando riflettono sul legame di una cultura che noi oggi chiamiamo europea o quando invocano un agire politico comune alla loro civiltà. Con il formarsi dell’”Europa degli Stati”, che si apre dopo il trauma della Riforma e del Concilio di Trento, epoca in cui ha inizio il processo di distacco di “Europa” e “cristianità”, si afferma la “società differenziata e multiconfessionale” della prima epoca moderna».

Nel Comunicato stampa allegato è disponibile la bibliografia riassuntiva.