Collisione protone protone (Credits: ATLAS experiment).

Internazionale

INTERNATIONAL MASTERCLASSES

40 studenti trentini delle scuole superiori vivono all'Università di Trento un giorno da fisici del CERN

28 marzo 2017
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INTERNATIONAL MASTERCLASSES
di Roberto Iuppa
ricercatore del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento e membro di INFN - TIFPA (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - Trento Institute for Fundamental Physics and Applications).

Vivere un giorno da fisici del CERN, ecco l’avventura che ha visto protagonisti 40 studenti selezionati dalle scuole superiori di Trento e dintorni, riuniti a Povo per lavorare sui dati acquisiti al Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra. Il 16 marzo si è svolta a Trento la prima edizione locale di “International Masterclasses – hands on particle physics”, iniziativa mondiale che coinvolge ogni anno più di 13000 studenti di scuola superiore da oltre 50 paesi del mondo, ospitati per l’occasione da quasi 200 università e centri di ricerca internazionali. 

Come e quando ha avuto origine l’Universo? Di cos’è fatta la materia e quali sono i meccanismi che l’hanno generata? Questi argomenti vengono affrontati regolarmente negli eventi di divulgazione della fisica delle particelle elementari, ma quasi sempre a grandi linee e con semplicazioni talora estreme. Un po’ per il pubblico di non addetti ai lavori, un po’ per la brevità di certe occasioni, il relatore di turno ricorre spesso alle immagini e sorvola sui dettagli. E chi a quei dettagli è interessato, come molti giovanissimi studenti di scuola superiore, appassionati di scienza? Proprio a costoro è rivolta quest’iniziativa dell’IPPOG (International Particle Physics Outreach Group), basata sulla disponibilità dei maggiori esperimenti di LHC a concedere un campione dei propri dati e a fornire gli strumenti necessari ad analizzarli.

Tra questi vi è ATLAS, un gigantesco apparato sperimentale, posto 100 metri sotto il suolo di Meyrin, in Svizzera, in corrispondenza di uno dei quattro punti di collisione dei protoni di LHC. Alto come un palazzo di 8 piani e lungo il doppio, pesa 7000 tonnellate e necessita del paziente lavoro di oltre 3000 scienziati. Insieme al “piccolo cugino” CMS, ATLAS è balzato agli onori della cronaca nel 2012, quando ha annunciato al mondo la scoperta del bosone di Higgs e del meccanismo mediante il quale tutta la materia conosciuta acquista massa. Già dal 2007 l’Università di Trento si era resa protagonista in ATLAS, grazie allo sviluppo dell’innovativa tecnologia di rivelatori di particelle al silicio 3D da parte del gruppo del professor Gian Franco Dalla Betta, del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Trento. Dallo scorso settembre anche il Dipartimento di Fisica di Trento si è unito alla collaborazione ATLAS, svolgendo ricerca di nuova fisica nei canali di decadimento con due bosoni pesanti nello stadio finale. I fisici di Povo hanno apportato competenze specifiche di analisi dei dati e hanno promosso l’iniziativa “International Masterclasses”, sostenuta TIFPA e del Piano Lauree Scientifiche.

Fittissimo il programma della giornata: seminari di introduzione alla fisica delle alte energie, pranzo con i ricercatori del team ATLAS di Trento e pomeriggio di lavoro sui dati raccolti a LHC, alla ricerca di bosoni Z, bosoni di Higgs e – chissà – nuova fisica. Il tutto culminato in una videoconferenza con altri studenti da Colmar (Francia), Pisa, Riverside (USA), Tessalonica (Grecia) e Kragujevac (Serbia). Come in ogni collaborazione internazionale, il collegamento è stato l’occasione di confrontarsi sui risultati ottenuti, discutere dei problemi incontrati e porre domande alla coppia di fisici del CERN che moderavano l’incontro.

Agli studenti è stato chiesto di compilare un questionario, prima di far ritorno a Trento, Rovereto, Tione, Cles, Riva del Garda e Borgo Valsugana. Ne sono emerse gratitudine per l’occasione avuta e soddisfazione per i risultati ottenuti: dopo tutto, scoprire i bosoni Z e Higgs non capita tutti i giorni. C’è stato molto apprezzamento per la speciale accoglienza riservata loro da parte dell’Università e domande, commenti… A dire il vero, qualcuno ha voluto rammaricarsi per la brevità della giornata, forse non stanco delle otto ore passate tra quark, gluoni e bosoni vari. Non c’è modo di ricontattarlo, perché i questionari sono anonimi, ma non è escluso che prenda l’iniziativa e che tra qualche anno lo si trovi ad approfondire la materia sui banchi di Povo.