Venerdì, 19 settembre 2014

La Grande Guerra in dieci lezioni

Il ciclo al via il 24 settembre e si chiuderà il 20 maggio 2015 con un concerto del coro della SAT per la cittadinanza

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Dieci lezioni per guardare alla Grande Guerra da dieci angolature diverse. Per approfondirne non solo il carattere globale ma anche il rapporto con la letteratura e con la scienza e l’impatto sull’economia. Per rileggerla attraverso i canti o le lettere e i diari dei soldati. Per capire cosa comportò per i trentini, per analizzare il ruolo che in essa ebbero intellettuali e politica e per studiare il diffondersi della violenza di massa. 

È quanto propone il ciclo di conferenze “La Grande Guerra: storia e storie”, che inizierà mercoledì 24 settembre alle 17.30 all’auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento (via Tommaso Gar, 14). Sede dove si terranno tutte le lezioni. Il ciclo si chiuderà il 20 maggio 2015, quando si terrà anche un concerto del coro della SAT per la cittadinanza all’auditorium Santa Chiara (via Santa Croce, 67).

Il ciclo, organizzato dal Dipartimento di Lettere e Filosofia in collaborazione con Iprase Trentino, con il contributo della Provincia autonoma di Trento e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Unità di missione per i grandi centenari, è articolato in dieci conferenze che saranno tenute da studiosi e storici italiani e stranieri, ognuna delle quali sarà introdotta da un docente dell’Università di Trento. Online il programma

Le lezioni sono destinate a studenti, insegnanti (valgono anche ai fini dell’aggiornamento) e a tutte le persone interessate.

«Le conferenze – spiega Gustavo Corni, coordinatore delle attività di Dipartimento per il centenario - toccheranno alcuni dei temi cruciali della storia di quella guerra, che cento anni fa ha insanguinato il continente e ne ha profondamente mutato i connotati: dalle conseguenze economiche della guerra, ai rapporti fra scienza, tecnologia militare e guerra, dal coinvolgimento degli intellettuali e in particolare dei letterati alle scritture soggettive di soldati e civili, involontari protagonisti e prime vittime della guerra».

Il primo appuntamento, dal titolo: “La Grande Guerra come guerra globale”, vedrà come relatore Oliver Janz, docente di storia contemporanea alla Libera Università di Berlino, e sarà introdotta da Corni. «Janz – fa notare Corni - studioso dell’Italia nella guerra con un particolare interesse per i temi della cultura, coordina a livello scientifico la grandiosa enciclopedia 1914-1918 online, un’impresa di dimensioni globali che verrà messa in rete ai primi di ottobre». La conferenza del 24 settembre sarà incentrata sulla globalità della guerra. «Il professor Janz – dice - da poco ha pubblicato un libro (14. Der Grosse Krieg, Frankfurt, Campus, 2013) imperniato proprio su questa innovativa e importante chiave di lettura».

«Molto spesso – osserva Corni - la guerra è stata letta dal punto di vista europeo, o addirittura più ristretto: per i francesi è essenzialmente ciò che è avvenuto sul “fronte occidentale”. La cultura e l’opinione pubblica italiana tendono a concentrare la propria attenzione sul nostro fronte, mentre in Austria si guarda al 1914-1918 essenzialmente come al crollo dell’impero, e così via».

«Negli ultimi anni – prosegue Corni – è, invece, emerso con forza che la guerra è stata un evento globale, che ha coinvolto tutto il mondo: dalle colonie tedesche in Africa, in cui si è duramente combattuto, alle centinaia di migliaia di soldati indiani o senegalesi o algerini arruolati dalle rispettive potenze coloniali. Per non parlare delle centinaia di migliaia di lavoratori assoldati in tutto il mondo (in Cina, ad esempio) e mandati a svolgere duri lavori nelle immediate retrovie dei fronte, subendo le stesse privazioni e i medesimi rischi dei combattenti. La guerra ha coinvolto anche i
dominions britannici, Australia, Canada, Nuova Zelanda, suscitando una svolta nella percezione della propria identità nazionale. La guerra si è combattuta nei mari, in Medio Oriente e nell’Estremo Oriente. Ed ha avuto conseguenze globali: i primi scricchiolii vistosi degli imperi coloniali, la nascita di stati arabi indipendenti o semiindipendenti, l’ascesa del Giappone come grande potenza – per fare solo qualche esempio».