Venerdì, 14 aprile 2017

Dalla ricerca alla legge: Trento capofila nella lotta alla povertà

Firmato il Memorandum di attuazione della legge delega di contrasto alla povertà; accolte dal Governo le proposte di varie associazioni riunite per iniziativa di Cristiano Gori di UniTrento, che ha fondato l’Alleanza contro la povertà in Italia

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Nel prossimo rinnovamento del welfare italiano annunciato dal Governo, Trento avrà un ruolo importante.

È nata infatti nell’Ateneo trentino, dall’impegno di Cristiano Gori, docente di Politica sociale al Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, la proposta che costituisce l’ossatura del Memorandum di attuazione della legge delega di contrasto alla povertà (n. 33 del 15 marzo 2017).

Il documento fissa una serie di impegni precisi per la stesura del decreto legislativo che seguirà la legge delega.

A firmarlo oggi a Palazzo Chigi sono stati il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro Giuliano Poletti insieme con l’Alleanza contro la povertà in Italia, l’associazione fondata da Gori che dal 2013 riunisce 35 organizzazioni tra realtà associative (come Acli, Caritas, Forum Terzo Settore, Banco Alimentare, Società di San Vincenzo e Save the Children), rappresentanze dei Comuni e delle Regioni (Anci, Lega delle Autonomie, Conferenza delle Regioni) e sindacati (Cgil, Cisl e Uil).

Il Memorandum accoglie numerose proposte avanzate dall’Alleanza contro la povertà in Italia (pubblicate in un volume edito da Il Mulino). Idee che nei mesi scorsi sono state al centro di molti confronti con il Ministero e con lo stesso ministro del lavoro e delle politiche sociali e che sono state riprese anche negli emendamenti al testo di legge presentati durante il dibattito parlamentare.

Un esercizio collettivo di riflessione sulla società e sui suoi aspetti critici, che per la prima volta ha avuto un impatto decisivo nell’ambito delle politiche sociali.

«Mai in precedenza un fronte tanto ampio di attori sociali, istituzionali e sindacali si era unito per promuovere adeguate politiche contro l’indigenza» commenta con soddisfazione Cristiano Gori, attuale coordinatore dell’Alleanza contro la povertà in Italia. «L’adozione delle nostre proposte in questo memorandum porta a compimento un percorso di partecipazione attiva, impegnativo ma anche molto stimolante. L’impatto dell’Alleanza è stato assai ampio, sia come pressione, sia come trasferimento di idee per la nuova legge. La strada però ancora lunga, perché le risorse attuali permettono di coprire solo un povero ogni tre e perché l’attuazione di questi interventi è sempre complicata. Con il nostro lavoro continueremo a seguire e a supportare il Governo nel contrasto all’indigenza». 

La proposta dell'Alleanza contro la povertà in Italia
Le ragioni dell’ Alleanza contro la povertà in Italia sono illustrate in un volume edito da Il Mulino nel 2016. «La mancanza di adeguate politiche di contrasto alla povertà non è più sostenibile nel nostro Paese», si legge nell’introduzione al volume. «Per promuovere un cambiamento è nata, nel 2013, l’Alleanza contro la povertà in Italia, composta da 35 organizzazioni che coniugano il sostegno di un’ampia base sociale con l’esperienza di gran parte degli attori oggi impegnati nei territori a favore di chi vive in condizioni d’indigenza. È la prima volta, in Italia, che un numero così elevato di soggetti dà vita ad un simile sodalizio. Il volume illustra la proposta di riforma dell’Alleanza, il Reddito d’Inclusione Sociale (Reis): una misura destinata a chiunque si trovi in povertà assoluta, che prevede l’erogazione di un contributo economico accompagnata dalla realizzazione di percorsi d’inserimento sociale o occupazionale, utili a costruire nuove competenze e/o a riprogettare la propria esistenza. Se i tratti principali del Reis riprendono quelli di importanti proposte avanzate in precedenza, i suoi elementi di novità risiedono nel profilo di chi lo presenta e nella centralità assegnata alla dimensione attuativa, decisiva al fine di produrre un impatto positivo sulla vita delle persone coinvolte. Una disamina così approfondita di come tradurre in pratica i diversi aspetti di una simile riforma, affrontando le relative problematiche tecniche, e degli strumenti per sostenerne l’implementazione nei territori non era stata finora realizzata in Italia».

Online la diretta da Palazzo Chigi.