Può la storia essere studiata come una disciplina a se stante? A partire dagli studi della Scuola delle Annales, lo storico è portato a rifiutare quest’ipotesi ben cosciente dell’importanza di quelle che sono definite “discipline ausiliarie”. La riflessione che propone il professor Vester è però più precisa: può la storia essere studiata senza considerare tra le sue metodologie la Spatial Analysis?
A partire dalla fine degli anni Settanta, con gli importanti studi di Giovanni Levi, Carlo Ginsburg e di Angelo Torre, l’aspetto geografico è entrato prepotentemente all’interno degli studi della microstoria. Lo studio delle caratteristiche del “particolare”- dal mugnaio friulano del Cinquecento alle comunità savoiarde del Settecento - deve tenere conto delle caratteristiche geografiche del territorio analizzato, saranno queste che detteranno le necessità e gli stimoli a cui l’uomo deve rispondere.
Come ha giustamente affermato Pietro Bevilacqua, la storia si svolge nello spazio accidentato delle geografie e pertanto per comprendere le diverse dinamiche sociali se ne devono osservare i diversi spazi in cui si svolgono. La geografia non è però intesa solamente come territorio e ambiente, è lo spazio in cui l’uomo e la donna vivono e si muovono: il villaggio, la strada e la stessa singola casa sono gli spazi di diverse dinamiche di sociabilità e di lavoro. Ecco quindi che l’analisi spaziale abbraccia anche gli aspetti legati alla storia di genere e alla storia culturale. L’uomo e la donna tra età moderna e contemporanea si muovono in spazi che fisicamente possono coincidere, ma che assumono diversi e paralleli significati in base alle costruzioni sociali e culturali di riferimento.
Analisi storica e analisi spaziale, attività umana e geografia, percezioni dei propri spazi e frontiere sono temi solo apparentemente lontani l’uno dall’altro, si compenetrano e si completano l’una con l’altra.
Mattew Vester, nelle lezioni tenute all’Università di Trento, ha proposto alcune riflessioni partendo dal rapporto tra luogo (place) e spazio (space); sottolineando l'importanza del concetto di consuetudine (practice) riferito a come le persone utilizzano lo spazio ad esempio nella città.
La divisione interna alla microstoria in culturale e sociale è uno dei temi che ha affrontato, con riferimenti anche alla Environmental History e in particolare al lavoro di William Cronon. Le sue lezioni hanno infine stimolato un acceso dibattito sullo spazio come categoria e come oggetto, sull’utilizzo di tecnologie come il GIS nella ricerca storiografica e sulle questioni di genere.
Il professor Mattew Vester insegna storia europea dal Rinascimento alla prima età moderna, storia sociale comparata della politica, storia delle Alpi alla West Virginia University. A maggio è stato ospite del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento dove ha tenuto il ciclo di seminari “Il laboratorio dello storico II: History and Spatial analysis” per gli studenti del XXXI e XXXII ciclo del dottorato in Culture d’Europa, Ambienti, Spazi, Arti, Idee.
A conclusione degli incontri sono stati confrontati i progetti di ricerca dei singoli dottorandi sulle tematiche della Spatial History in uno scambio che ha fornito nuovi spunti per ricerche future.