Particolare dalla copertina del libro

Eventi

UNO STUDIO SU CHIARA LUBICH

In vista del centenario della nascita della fondatrice del Movimento dei Focolari

3 luglio 2017
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UNO STUDIO SU CHIARA LUBICH
di Paolo Marangon
Docente di Storia della pedagogia presso l'Università di Trento e vice-direttore del Centro di Studi e Ricerche Antonio Rosmini.

Molti conoscono per fama il nome di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, oggi diffuso in più di 180 paesi del mondo, ma meno note sono le sue origini trentine e le difficoltà incontrate tra il 1943 e il 1962 per l’approvazione del Movimento da parte dell’autorità ecclesiastica. Proprio questi aspetti sono al centro del libro di Lucia Abignente “Qui c’è il dito di Dio”. Carlo de Ferrari e Chiara Lubich: il discernimento di un carisma (Città Nuova ed. – 2017). Ben si addice la cornice della città di Trento per la prima presentazione di questo importante studio. Esso infatti, sulla base di una ricca e variegata documentazione inedita tratta da parecchi archivi, interni ed esterni al Movimento, ricostruisce per la prima volta il rapporto tra Chiara Lubich e l’arcivescovo di Trento Carlo de Ferrari, con una particolare attenzione al ruolo che egli svolse nel riconoscere e appoggiare la nascente realtà ecclesiale, accompagnandola negli anni travagliati di indagine e di studio da parte della Santa Sede, fino all’approvazione pontificia del 1962. Nel frattempo, travalicando i confini trentini, i Focolari si diffusero a tutte le latitudini, impegnandosi costantemente, a partire dal carisma dell’unità della fondatrice, nel costruire rapporti e spazi di comunicazione tra le Chiese cristiane, tra le varie religioni e con chiunque si riconoscesse in un comune patrimonio di valori umani.

Gli interventi di presentazione del volume, accomunati dall’apprezzamento per il rigore scientifico della ricerca, hanno colto aspetti diversi del testo, secondo prospettive storiche, sociologiche, ecclesiali che hanno evidenziato risvolti finora inediti dell’episcopato di Carlo de Ferrari e un paradossale rovesciamento di posizioni nel rapporto tra il prelato e la giovane trentina. I relatori hanno inoltre messo in luce come da questo studio possa scaturire una variegata gamma di piste per indagini ulteriori in ambito locale e nazionale.

Si può con tranquillità affermare che questo lavoro testimonia il costante e crescente interesse nei riguardi della fondatrice del Movimento dei Focolari, del carisma dell’unità da lei comunicato e dei frutti di realizzazione concreta scaturiti sul piano sociale, ecclesiale e interreligioso. Chiara Lubich ha ricevuto riconoscimenti di vario genere, tra i quali il premio Unesco “Per l’educazione alla pace” conferito il 17 dicembre 1996 e 16 dottorati honoris causa in diverse discipline (Scienze Sociali, Teologia, Economia, Arte, Filosofia, Scienze della comunicazione) da parte di prestigiose università europee, asiatiche, nord e sudamericane. La presentazione del libro costituisce la prima tappa di una serie di iniziative in vista del centenario della nascita, che si celebrerà nel 2020 e che certamente contribuirà ad ampliare la conoscenza di questa poliedrica figura di donna del nostro tempo.

Il 9 giugno scorso presso l’Aula grande della Fondazione Bruno Kessler, si è svolta la presentazione del libro “Qui c’è il dito di Dio”. Carlo de Ferrari e Chiara Lubich: il discernimento di un carisma, edito per i tipi di Città Nuova (Roma 2017), organizzata dal Centro di Studi e Ricerche “Antonio Rosmini” dell’Università di Trento e dal Centro Chiara Lubich di Rocca di Papa, in collaborazione con la Società di Studi Trentini di Scienze Storiche. La presentazione è stata presieduta da Emanuele Curzel dell’Università di Trento, e vi hanno preso parte Paolo Marangon, autore dell’articolo, Ilaria Pedrini del Centro Studi Judicaria, Severino Vareschi dello Studio Teologico Accademico di Trento e Maurizio Gentilini del Consiglio Nazionale delle Ricerche.