Particolare dalla copertina.

In libreria

FUORI DALLA BOLLA

di Giuseppe A. Veltri e Giuseppe Di Caterino

25 luglio 2017
Versione stampabile

Dalla quarta di copertina.

Dalla Brexit all’elezione di Trump, dal referendum costituzionale al dibattito politico quotidiano, le bolle informative della Rete stanno trasformando il processo politico e democratico con una radicalizzazione delle posizioni in campo e un assottigliamento degli spazi di confronto o sintesi. Un meccanismo che favorisce le narrative populiste, mentre quelle riformiste si mostrano incerte, senza una propria prospettiva culturale sul modo di abitare la Rete. Ma quali sono le leve socio-psicologiche alla base di tali dinamiche? E cosa si può fare per scongiurare la regressione cui sembra irreversibilmente condannata la nostra democrazia?

Giuseppe A. Veltri è professore associato in sociologia cognitiva e metodologia della ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento. Giuseppe Di Caterino lavora come consulente politico in ambito parlamentare.  

Dal capitolo 3.2 "Diffusione virale" (pp. 47-48)

In questa sezione discuteremo un altro aspetto collegato alla diffusione delle informazioni online: i processi di diffusione ‘virale’ online. Premesso che la comprensione di questo fenomeno è ancora oggetto di studio e che quindi non abbiamo modelli teorici e statistico-matematici per descrivere pienamente il tutto, tuttavia esiste una letteratura scientifica che fornisce dei concetti chiave per la loro comprensione.
Il lavoro di Nahon e Hemsley (2013) sistematizza in modo molto accessibile quanto sappiamo dei processi virali della diffusione delle informazioni. Sostanzialmente vi sono alcuni aspetti che vengono considerati in modo separato per necessità analitica, ma che interagiscono tra loro nello scatenare un evento virale.
Anzitutto la natura delle informazioni condivise: contenuti di natura emotiva, umoristica e che ‘risuonano’ con interessi e aspetti salienti della vita di molte persone.
I processi virali dipendono anche dal ruolo dei ‘network gatekeeper’, individui che sono in grado di diffondere informazioni a molti altri raggiungendo rapidamente una massa critica di condivisioni che innesca altre. Inoltre, sono in grado di mettere in collegamento reti e comunità separate. In questo caso, si ha un processo di diffusione ‘top-down’, dall’alto verso il basso, dove il basso è la platea di utenti che non sono gatekeeper.
I processi virali, tuttavia, possono generarsi anche dal basso verso l’alto, vale dire tra utenti ‘normali’.
In questo caso, troviamo il fenomeno delle ‘information cascades’, o ‘cascate di informazioni’ se traduciamo in modo letterale. Una cascata di informazioni si verifica quando una persona osserva le azioni degli altri e poi – nonostante le possibili contraddizioni che riceve dalle informazioni di cui dispone personalmente – riproduce le stesse azioni osservate.

Sul primo aspetto esistono una lunga serie di studi che esplora la relazione tra la tipologia del contenuto e la sua probabilità di essere condiviso. In un recente studio su Twitter e il cambiamento climatico (Veltri & Atanasova, 2015), gli autori hanno trovato che i tweet con maggiore intensità emotiva, che fossero di natura positiva o negativa, avevano maggiore probabilità di essere condivisi.
Per quanto riguarda i ‘network gatekeeper’, dobbiamo tenere presente che molte reti sociali, incluse quelle online, sono reti definite ‘scale free’ nel senso che se raffiguriamo in modo bivariato il rapporto tra numero di utenti e numeri di connessioni (link) che ogni individuo ha, il risultato è quello di avere una distribuzione definita da una ‘power law’. In altri termini, questo tipo di reti, molto diffuse in ogni settore sociale ed economico, sono estremamente diseguali nella distribuzione delle connessioni, con pochi nodi (e quindi individui nel caso di reti sociali) che sono ‘iper-connessi’ e un vasto numero di nodi ‘normali’ poco connessi. Pensiamo al caso di Twitter, vi sono pochi utenti molto famosi con milioni di followers e milioni di utenti ‘normali’ con pochi followers.

Per gentile concessione della casa editrice Mimesis.