Durante il cammino. Foto di Laura Barbasetti Di Prun. 

Storie

SOSTENIBILITÀ IN CAMMINO

Da Bologna a Firenze lungo la Via degli Dei. Un corso della Facoltà di Giurisprudenza

25 settembre 2017
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SOSTENIBILITÀ IN CAMMINO
di Nicola Lugaresi
Professore associato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Trento.

Con un gruppo di undici studentesse e uno studente ho camminato cinque giorni e mezzo, zaino in spalla, da Bologna a Firenze, lungo la Via degli Dei, per 130-140 chilometri. Abbiamo condiviso fatica e sorrisi, barrette di cereali e sudore, emozioni e scoperte. Sembrerebbe una gita; invece era un corso “libero” della Facoltà di Giurisprudenza.

L’idea era nata l’anno scorso, quando lo stesso percorso l’avevo fatto da solo. Camminando, osservando, parlando con le persone, mi accorgevo che molte delle cose che insegnavo nel mio corso di Diritto dell’ambiente le stavo vedendo sotto una prospettiva diversa, meno astratta, più viva e reale, con sfumature che lo studio di norme e giurisprudenza non mi aveva mai dato. Mi sono chiesto cosa sarebbe successo se avessi fatto quel percorso con un gruppo di studenti, cosa avrebbero visto e percepito.

Perché non provare? Allora, propongo il corso alla Facoltà e viene approvato. Lo pubblicizzo, vari studenti si informano, organizzo - anzi, organizziamo, perché gli studenti hanno contribuito in modo sostanziale - e a settembre mi trovo a partire con dodici di loro.

È stato un corso atipico: niente aula, niente codici, niente slides, poca teoria, interazione preparatoria su WhatsApp. Il testo consigliato, oltre alla mappa, era un libro “non giuridico”, che però forniva una serie di spunti e riflessioni, anche di diritto, su ambiente, territorio, sostenibilità e tanto altro. Che libro? Wu Ming 2, Il sentiero degli Dei. Alla fine della prima tappa, l’autore, accettando immediatamente il mio invito, si è unito a noi a cena, parlando ai ragazzi e rispondendo alle loro domande.

Al di là dell’aspetto didattico, avevo altri obiettivi. Rivedere il rapporto tra studenti e docenti, attraverso la condivisione di un’esperienza all’apparenza poco accademica, limitando, anzi escludendo, profili gerarchici. Favorire la formazione di sane dinamiche di gruppo, in un ambiente diverso da quello accademico a volte un po’ troppo competitivo; promuovere l’iniziativa e la responsabilizzazione degli studenti nell’organizzare il percorso (ma anche il corso) e nel prendere decisioni, confrontandosi tra loro. Non costituire un microcosmo che semplicemente scavalcasse l’Appennino, impermeabile a rapporti esterni, ma essere aperti a interagire con le persone che incontravamo.

Se sia riuscito a trasmettere tutto questo, non tocca a me dirlo, ma personalmente sono soddisfatto. Mi sono divertito (e, in genere, se il docente si diverte si divertono anche gli studenti, assimilando con più facilità), ho condiviso sei giorni con un gruppo affiatato di ragazze (più uno…), ho mostrato loro quello che volevo mostrare e ho avuto risposte positive, nei comportamenti e negli atteggiamenti, prima ancora che nelle parole. 

Il corso si è discostato spesso dal programma iniziale, sia per quanto riguarda il cammino (tracciato, per problemi meteorologici; orari di partenza ed arrivo, per problemi, diciamo così, di bioritmi …), sia per quanto riguarda la parte didattica (tempi dilatati e stanchezza hanno influito). Era il primo anno, sperimentale, di un corso sperimentale. Anche questa è stata, alla fine, una ricchezza: siamo usciti tutti, con serenità, dalla nostra zona di conforto.

Riproporrò il corso? Non ho ancora deciso, ma la tentazione è forte. Il concetto di sostenibilità è pericolosamente astratto, usurato dai trent’anni trascorsi dalla sua definizione teorica, e svilito dall’ uso, vuoto e strumentale, che ne è stato fatto. Camminare nel territorio può aiutare a riscoprire i valori che ne sono alla base, a percepirne le contraddizioni - che non sono poche - e a capire il ruolo, sostanziale e non formale, che può avere nella società odierna. In questo modo gli studenti sono portati a sviluppare qualità come curiosità, spirito di gruppo ed empatia, che saranno loro utili, come giuristi e come cittadini.