Martedì, 11 novembre 2014

I ricercatori del Cibio accolti a Palazzo Giustiniani

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Marie-Laure Baudet, Sheref Mansy e Andrea Lunardi, assieme al direttore del Cibio, Alessandro Quattrone, erano presenti il 10 novembre scorso a Roma - nella Sala Zuccari di palazzo Giustiniani - all’incontro con il presidente del Senato, Pietro Grasso, insieme agli altri ricercatori che negli ultimi anni hanno fatto ritorno o sono venuti in Italia. 

L’occasione è stato il convegno "Il cuore della scienza: le storie degli scienziati che scelgono l'Italia", promosso dalla Fondazione Giovanni Armenise Harvard, l’istituzione che sostiene su base filantropica giovani scienziati dotati di particolari capacità, contribuendo alla creazione di nuove aree di ricerca nel settore delle scienze biologiche in Italia, incentivando la mobilità internazionale a vantaggio di una cultura multidisciplinare e favorendo intensi rapporti di collaborazione tra gli scienziati italiani e la Harvard Medical School di Boston (HMS).

Tre dei 24 milioni di dollari investiti finora in Italia dalla Fondazione sono arrivati a Trento per sostenere le attività di ricerca di Sheref Mansy (nel 2009), Marie-Laure Baudet (nel 2012) e più di recente nelle scorse settimane, Andrea Lunardi. 

Grazie all’Armenise-Harvard Career Development Award, i tre ricercatori hanno preso servizio al Cibio (Centro di Biologia Integrata) dell’Università di Trento.

L’evento del 10 novembre a Roma è stato promosso proprio per far conoscere questi brillanti ricercatori ai parlamentari e a tutti gli interessati a promuovere la ricerca di base come motore fondamentale per il progresso scientifico e della società.

I passi in avanti in campo biomedico – come riconosciuto dalla stessa Fondazione Armenise Harvard – dipendono infatti direttamente dai progressi della conoscenza di base che, anche se a elevato rischio di insuccesso, è indispensabile per comprendere come funzionino effettivamente le cose.

«La lotta all'emigrazione delle eccellenze – ha commentato il presidente del Senato, Pietro Grasso – si conduce non solo ricorrendo alle risorse economiche, ma anche garantendo l'alta levatura dell'ambiente scientifico in cui si trovano a operare i giovani ricercatori. Dobbiamo lottare affinché l'Italia abbia un sistema Paese che non solo produca eccellenze, ma le attiri anche. Dobbiamo impegnarci ad invertire una tendenza all'emigrazione, che ci priva dei giovani migliori, della ricerca e delle eccellenze scientifiche che possediamo; in altri termini, ci priva del nostro futuro. «La lotta all'emigrazione delle eccellenze – ha concluso – si conduce non solo ricorrendo alle risorse economiche, ma anche garantendo l'alta levatura dell'ambiente scientifico in cui si trovano a operare i giovani ricercatori. Fare ricerca in ambienti di lavoro prestigiosi, con colleghi preparati e stimolanti, è naturalmente molto attrattivo».

Maggiori dettagli nel comunicato stampa allegato.