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Vita universitaria

ESPERIENZE DI VOLONTARIATO ALL’UNIVERSITÀ

Il progetto SuXr ha coinvolto oltre 200 studenti e studentesse in attività di formazione e volontariato con i rifugiati

23 novembre 2017
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ESPERIENZE DI VOLONTARIATO ALL’UNIVERSITÀ
ESPERIENZE DI VOLONTARIATO ALL’UNIVERSITÀ
di Manuel Beozzo e Arlo Poletti
Rispettivamente dottorando in sociologia all'Università di Eichstätt-Ingolstadt e professore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università di Trento. Referenti del progetto SuXr.

Il concetto di trasferibilità delle buone prassi racchiude in sé l’idea che non sia indispensabile reinventare continuamente la ruota per raggiungere obiettivi concreti. Nel giugno del 2016 parte la fase sperimentale del progetto Studenti universitari per i rifugiati (SuXr), inserito nell’ambito delle azioni che l’Università di Trento, in collaborazione con Cinformi e Provincia autonoma di Trento, ha avviato con il nome “Studenti richiedenti asilo in Università”. 

Il progetto ha come obiettivo primario la sensibilizzazione degli studenti e delle studentesse sul tema dei rifugiati e richiedenti asilo politico. Proposto nella sua fase embrionale dall’associazione trentina Il gioco degli specchi, prende spunto da un’iniziativa avviata nel 2012 presso l’Università di Eichstätt-Ingolstadt (Germania), già partner dell’Università di Trento. Da un punto di vista operativo, il progetto mira a raggiungere questo obiettivo offrendo agli studenti interessati l’opportunità di partecipare ad attività di formazione e di volontariato, riconoscendo poi queste attività come crediti formativi. 

L’iniziativa tedesca (“Tun-Starthilfe für Flüchtlinge”, letteralmente “Fare – Un primo aiuto per i rifugiati”) è caratterizzata principalmente da tre aspetti: la semplicità del concetto; l’impulso nato dagli studenti; il sostegno delle istituzioni locali, delle associazioni caritatevoli e di volontariato, della società civile e del mondo accademico. Nel trasferire l’idea nata dagli studenti di Eichstätt nella realtà universitaria di Trento, il concetto del progetto è rimasto pressoché invariato: garantire la partecipazione a tutti gli studenti iscritti all’Università di Trento, offrendo un ciclo di incontri formativi interdisciplinari e mettendo in contatto gli studenti con le associazioni operanti sul territorio provinciale, per poi svolgere le attività di volontariato. L’attuazione del progetto è stata possibile grazie alla disponibilità istituzionale dell’Università di Trento, attraverso la prorettrice alle politiche di equità e diversità Barbara Poggio, delle associazioni di volontariato, coordinate dal Cinformi, e dei docenti che hanno garantito la parte formativa.

Le fasi di costruzione del progetto hanno visto un’attiva partecipazione da parte di alcuni dei rappresentati degli studenti, con una fattiva collaborazione tra istituzione e comunità studentesca. È stato soprattutto l’interesse mostrato dagli alunni provenienti da vari Dipartimenti e Centri a permettere la buona riuscita della sperimentazione e l’avvio, nell’anno accademico 2017-2018, della terza edizione di SuXr. Accanto alla comprensione partecipata del fenomeno migratorio, quindi, SuXr punta ad avvicinare gli studenti al mondo del volontariato, anche in un’ottica di lungo periodo, proponendosi come strumento di incontro tra domanda-offerta in questo sensibile settore di intervento sociale. 

Due elementi, a nostro avviso, testimoniano la bontà dell’idea di fondo che ha stimolato questo progetto. Primo, dal suo avvio SuXr ha coinvolto oltre 200 studenti fortemente motivati a comprendere meglio il fenomeno migratorio e a mettersi in gioco in prima persona. Questo dato ci dice che il progetto è stato in grado di intercettare una domanda diffusa di maggiore formazione e coinvolgimento diretto su questi temi tra la comunità studentesca. Secondo, nella maggiore parte dei casi gli studenti e le studentesse, che grazie a questo progetto sono entrati in contatto con il volontariato per la prima volta, sono poi rimasti vicini a questo mondo. Anche in questo caso, i risultati sembrano suggerire che il progetto sia riuscito nell’intento di fungere da punto di incontro tra studenti e associazioni di volontariato in relazioni a un tema così importante e sensibile come quello del fenomeno migratorio. 

Alla luce di questi risultati molto confortanti, dovuti soprattutto alla grande sensibilità mostrata dagli studenti dell’Ateneo di Trento, non è certo da escludere la possibilità di proporre e avviare progetti simili che possano indirizzarsi anche ad altri “fenomeni” o realtà sociali. 

Il progetto SuXr (è l’acronimo di “studenti universitari per i rifugiati” e si legge “super”) prevede un calendario di incontri formativi con docenti di varie discipline che sono già iniziati e si concluderanno l’11 dicembre. Al termine degli incontri, o parallelamente ad essi, gli studenti e le studentesse dovranno mettersi autonomamente in contatto con l’associazione che ritengono più vicina ai loro interessi e iniziare il percorso di volontariato di 100 ore da svolgere indicativamente nell’arco di un anno. 
La partecipazione è aperta a tutti gli studenti iscritti all’Università di Trento. Contatti: suxr [at] unitn.it.