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Formazione

PREVEDERE I FUTURI POSSIBILI SI PUÒ

A Trento “esercizi di futuro” per professionisti del settore pubblico, privato e non profit

26 aprile 2018
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Sara Formaggio
di Sara Formaggio
Collaboratrice di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.

Il clima di crescente incertezza che caratterizza la realtà contemporanea richiede di sviluppare la capacità per comprendere il futuro. Il presente è difficile da decifrare, il passato da solo non è in grado di darci indizi sufficienti per comprendere cosa accadrà domani perché i cambiamenti sono troppi e troppo rapidi. 

La progettazione a lungo termine, con una prospettiva di 10,15 o 20 anni non viene considerata, anche se, mai come in questo periodo sarebbe auspicabile che i decisori riuscissero a superare visioni ristrette limitate al presente per aprire lo sguardo sui cambiamenti futuri. Ma come fare? C’è bisogno innanzitutto di dare voce al futuro, di parlarne, uscendo dalle ristrettezze dei problemi presenti. Servono poi "competenze" di futuro, la capacità e gli strumenti per visualizzare e capire i futuri possibili. Per pensare al futuro a lungo termine è necessaria sia una specifica attitudine mentale (il coraggio di vedere i cambiamenti lontani) sia una adeguata serie strumenti tecnici. Esistono modi per cogliere nella realtà di oggi i semi dei futuri di domani, sono stati ideati metodi per costruire una varietà di scenari sui possibili futuri. Serve anche dotarsi di quadri interpretativi che aiutino a distinguere tipi diversi di futuro (possibile, plausibile, probabile, preferibile).

Come fare allora? Di queste tematiche si occupa il Master in Previsione Sociale, diretto da Roberto Poli, professore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell'Università di Trento e Cattedra UNESCO sui sistemi anticipanti. Nel Master i professionisti provenienti da aziende, da enti pubblici, dal settore non profit studiano come interrogare metodicamente e rigorosamente i futuri a medio e lungo termine.

In occasione della presentazione della quinta edizione del Master in Previsione sociale, abbiamo proposto ad un pubblico di imprenditori, giuristi, assistenti sociali, funzionari pubblici, un piccolo assaggio di quello che si fa al Master, descrivendo le caratteristiche del percorso formativo e soprattutto coinvolgendo i partecipanti in un esercizio di futuro. Utilizzando come punto di partenza per la riflessione il progetto europeo LIFE FRANCA dedicato alla prevenzione del rischio alluvionale, è stata svolta la prima parte di un esercizio chiamato “Tre orizzonti”. I partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi e ogni gruppo ha risposto a tre domande: 1) quali sono i fattori di rischio che caratterizzano il presente? 2) Quale sarebbe un futuro desiderabile rispetto ai rischi alluvionali? 3) Come potremmo realizzare questo futuro desiderabile e su quali alleati potremmo contare?

Come spesso succede in questi esercizi, sono emerse molte idee creative e sono stati individuati diversi aspetti critici da monitorare. Il metodo dei Tre orizzonti è stato applicato in molti contesti diversi, tra i quali aziende, scuole, servizi pubblici e privati. In Scozia ad esempio è stato usato per disegnare la riforma sanitaria e quella del sistema educativo (in una versione molto più sofisticata, naturalmente).

L’incontro non ha ovviamente trasformato i partecipanti in professionisti del futuro, ma ha mostrato loro la strada che può portare ad affrontarlo con metodo e rigore.

Il 10 aprile 2018, nell’ambito della presentazione della quinta edizione del Master in Previsione Sociale, si è svolto l’appuntamento “Esercizi di futuro”. Sono intervenuti Roberto Poli, Direttore del Master in Previsione Sociale e Rocco Scolozzi, ecologo, docente del Master e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.