Immagine tratta dalla locandina dell'evento EDUCA 2018.

Eventi

BAMBINI TESTIMONI DI VIOLENZA

Fiabe, marionette e nuove tecnologie tra le modalità di intervento terapeutico

14 maggio 2018
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Alessandro Failo
Gabriele Baldo
di Alessandro Failo e Gabriele Baldo
Rispettivamente assegnista di ricerca e assistente alla ricerca e psicologo- psicoterapeuta del Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione (ODFLab), Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Università di Trento.

Parlare di bambini quali testimoni di violenza assistita porta alla mente il concetto di trauma. Infatti, se da un lato la violenza assistita da minori in ambito familiare è “il fare esperienza da parte del/della bambino/a di qualsiasi forma di maltrattamento, compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica, su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulte o minori” (CISMAI - Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia, 2000), il trauma (o traumi) è quell’evento (o serie di eventi) collegato a un’esperienza soggettiva di impotenza inerme o di incapacità di evitare il pericolo, con il rischio che stati di arousal (forti attivazioni) superiori ai limiti della finestra di tolleranza possano generare pensieri e comportamenti disorganizzati (Siegel, 2001).

A livello territoriale, le organizzazioni la Fondazione Famiglia Materna e la Cooperativa Punto d’Approdo, entrambe di Rovereto, si sono fatte carico di questo problema e soprattutto di prevenirlo. Attraverso due bandi ministeriali sono partiti due progetti: R.O.S.A. – Rete Operativa dei Servizi Antiviolenza (2013) e E.V.A. – Empowerment against Violence Abuse (2017-2018), ai quali partecipa come partner il Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione (ODFLab) diretto dalla professoressa Paola Venuti.

Il laboratorio di Fiabe di R.O.S.A. è stata un’iniziativa per l’osservazione e l’intervento terapeutico su bambini esposti a violenza. La ricerca-intervento, durata per 5 settimane (ottobre 2013) ha coinvolto 6 bambini, 3 dei quali erano stati esposti alla violenza intra-familiare. Tramite una metodologia costruttivo-tematica (fiaba di Hansel e Gretel, gioco e disegno) è stato possibile valutare nel bambino il livello di simbolizzazione, il linguaggio, la narrazione, facendo inoltre emergere delle rappresentazioni interne inerenti alle dinamiche emotivo-relazionali. Pur essendo un lavoro prettamente qualitativo, le informazioni trovate hanno mostrato delle differenze tra i bambini esposti e quelli non esposti a violenza. In particolare si è trovato, in quelli esposti, un livello generale di attività minore attraverso un’elaborazione più povera della trama per quanto riguarda la numerosità delle interazioni e dei comportamenti adattivi, pur tenendo conto del range di età relativamente diversificato e del ristretto numero del campione.

Questa prima fase pilota è servita da guida per il successivo progetto di formazione degli operatori dei servizi. Infatti il progetto E.V.A. prevede due azioni specifiche: a) un corso di formazione sul tema “violenza assistita”, rivolto alle educatrici di tutti i centri in contatto con i bambini e alle educatrici che lavorano nel settore presso il Punto d’Approdo (svolto nei mesi di ottobre-novembre 2017); b) la replica del laboratorio di fiabe, già realizzato nel 2013 con il progetto R.O.S.A., nella sede di Fondazione Famiglia Materna, questa volta con più laboratori declinati per fascia di età. Scopo principale del progetto E.V.A è quindi quello di rendere le educatrici capaci di integrare nel proprio bagaglio metodologico dei nuovi elementi e di affinare la loro capacità di operare con bambini testimoni di violenza. Attraverso il coordinamento di due psicologi dell’ ODFLab e dei referenti delle due strutture, nonché con la collaborazione degli operatori, è stato realizzato il primo laboratorio dedicato ai più piccoli, utilizzando il materiale che le educatrici avevano realizzato durante la prima fase del corso di formazione. A breve seguiranno altri due laboratori, dedicati ai medi (passaggio asilo-elementari) ed ai grandi (elementari), sempre attraverso libri cartonati, tavole illustrate, marionette. Pensiamo che questa modalità di lavoro possa migliorare la capacità dell’adulto nel guidare il suo intervento, soprattutto attraverso l’utilizzo di fiabe e strumenti narrativi a scopo educativo. 

Il tema è stato trattato da Alessandro Failo, Paola Giudici (assistente sociale, formatrice e dirigente presso un ente pubblico) e Rossano Santuari (educatore professionale sanitario, coordina la Fondazione Famiglia Materna) in occasione del dialogo “Bambini testimoni di violenza: modalità di intervento” tenutosi a Palazzo Istruzione a Rovereto. L’incontro, curato da ODFLab – Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’ Università di Trento, ha fatto parte del programma del Festival dell’educazione EDUCA 2018 arrivato alla sua nona edizione. EDUCA 2018 si è svolto dal 13 al 15 aprile a Rovereto e ha trattato sotto diversi aspetti il tema dell’educazione quale elemento di crescita per persone, famiglie e comunità.