Martedì, 15 maggio 2018

Generazione '68. Sociologia, Trento, il mondo: inaugurata la mostra

Inaugurata al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale l'esposizione promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con UniTrento

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È stata inaugurata, nel pomeriggio di ieri al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, la mostra intitolata Generazione '68. Sociologia, Trento, il mondo

Il percorso espositivo racconta, tra il contesto trentino e il panorama internazionale, tra il movimento studentesco e l’immaginario culturale, il ’68 dei giovani che si contrapponevano a regole e autorità. 

La mostra è rivolta a chi abbia voglia di “vedere” il '68 attraverso la lente di una generazione che si definì prima di tutto “anti-autoritaria”. È anche un invito agli studenti e alle studentesse a scoprire il fermento intellettuale e politico che cinquant'anni fa ha animato i corridoi di Sociologia. 

Il percorso dell’esposizione
Per consentire ai visitatori di entrare nel clima di quegli anni, l’allestimento (dello Studio doc office for communication and design di Bolzano) prende in prestito linguaggi e modi che allora emersero con prepotenza. Non può quindi mancare la musica, con playlist scelte da alcuni giovani del '68 e diffuse attraverso megafoni posizionati nei giardini esterni del Dipartimento. Ma anche il cinema, con la sua capacità di parlare alle masse, e il costume, con le mode, i riti e le nuove libertà. Anche questi “modi” di essere entrano in mostra nell'installazione al pianterreno che ospita slogan, simboli, suggestioni di quegli anni. 
I tre livelli tematici in cui si articola il percorso espositivo sono divisi su tre piani dell'edificio. Si parte dal piano terra dove l'ampia corte interna e i giardini invitano a entrare nell'epoca della cultura giovanile targata anni Sessanta, a sostare nello spazio della controcultura, a rileggere brani musicali e stralci di poesie, a ripercorrere mode e miti. Questa esplosione di colori e di suoni fa da snodo tra il piano interrato e il primo piano, fra Trento e il mondo. Scendendo di un livello troviamo la storia di Sociologia: è lo spazio più esteso della mostra e racconta le tappe principali della facoltà a partire dal 1962, quando è stato fondato l'Istituto superiore di scienze sociali, fino all'anno accademico 1968/1969. Si parla dell'arrivo dei primi studenti a Trento, delle materie studiate nella prima facoltà di sociologia d'Italia, delle occupazioni e dell'affermazione del movimento studentesco, dell'esperienza (forse irripetibile) dell'università critica; ma anche di qualche passo falso e delle diverse reazioni alla contestazione. Il movimento studentesco trentino però non è trattato come un fatto semplicemente locale, ma diventa parte di un discorso globale. Al primo piano scopriamo come già dai primi anni Sessanta ci fosse un intero mondo in movimento, non solo nelle università e nelle scuole ma anche nella politica, nei diritti civili, nella religione, nei costumi. Attraverso un richiamo visivo ai simboli della protesta, viene offerto un affresco di alcune esperienze studentesche connesse a Trento, come Berkeley e Torino, e dei principali avvenimenti internazionali, dai movimenti per i diritti civili all'opposizione alla guerra del Vietnam, dalla primavera di Praga alla rivoluzione culturale cinese. 
Il percorso dell’allestimento fa da cornice a un calendario di iniziative che accompagneranno i sei mesi di apertura: seminari, visite guidate, presentazione di libri e molti altri eventi, i primi dei quali si terranno tra la fine di maggio e i primi di giugno 2018. La Fondazione ha inoltre avviato una collaborazione con i rappresentanti degli studenti e delle studentesse del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale per un'attività formativa finalizzata alla realizzazione di visite guidate. A partire da settembre è previsto un ciclo di incontri per la formazione di operatori e operatrici in grado di condurre le visite in autonomia e l'organizzazione di un cineforum, curato e organizzato dall'Unione degli universitari di Trento.

L’esposizione rimarrà aperta fino al 15 dicembre.

Nel comunicato stampa i commenti di Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, del rettore Paolo Collini e di Mario Diani, direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale.