©MG | fotolia.com

In libreria

SCIENZA IN VENDITA

di Cristiano Codagnone, Francesco Bogliacino e Giuseppe A. Veltri

29 maggio 2018
Versione stampabile

Dalla quarta di copertina
Scienza in vendita analizza il rapporto tra decisioni politiche ed evidenza empirica nella definizione delle politiche pubbliche. È un libro che parla di narrazioni e di retoriche, ma non sceglie la strada della critica post-moderna. Cerca, piuttosto, di uscire dalla gabbia delle opposte narrative in conflitto, per cercare di decostruirne le retoriche e fornire qualche strumento per capire dove risieda la verità. Il quadro concettuale di riferimento, definito triangolo delle politiche, analizza lo spazio della politica pubblica come un campo di forze determinato da tre coordinate: incertezza, valori e interessi, e dove l’evidenza che si produce riflette il radicamento sociale degli attori coinvolti. Attraverso questo quadro interpretativo si può mostrare che non esiste un’unica alternativa per strutturare il rapporto tra evidenza scientifica e politiche, ma che ci sono diverse soluzioni a seconda della rilevanza delle forze in gioco.

Cristiano Codagnone è professore presso il Dipartimento di Media e Comunicazione della Universitat Oberta de Catalunya e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università di Milano.
Francesco Bogliacino è ricercatore presso l’Universidad Nacional de Colombia a Bogotá (Colombia).
Giuseppe Alessandro Veltri è professore presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.

Dall’Introduzione (pp. 17–18)

Mentre questo libro va in stampa i vaccini sono diventati in Italia uno degli argomenti della campagna elettorale per le elezioni politiche del 4 marzo 2018. Senza entrare nel merito specifico dei diversi tipi di vaccino e di cosa fanno altri paesi europei, posizioni strumentalmente scientiste o anti-scientiste vengono usate dai contendenti come clave elettorali e le posizioni dei diversi esperti prese e distorte ai fini dell’interesse politico di breve periodo. Va sottolineato che la rozza semplificazione sui vaccini non viene operata solo dagli «imprenditori delle emozioni», i cosiddetti populisti della post-verità, ma anche dagli scientisti governativi e «ministri di verità» che oggi sembrano essere stati folgorati sulla via di Damasco della battaglia contro «fake news» e delle «verità» scientifiche da imporre per decreto. Il tema dei vaccini, così come altri dove si intrecciano evidenza scientifica e politiche pubbliche toccando benessere e valori dei cittadini, è sintomatico di una crisi sistemica di fiducia e di un rapporto sempre più distorto tra decisioni politiche e l’evidenza scientifica a loro supporto.
Questo libro, attraverso un’ampia ricostruzione teorica e passando in rassegna una serie di casi eclatanti (per esempio, i vaccini, il cambiamento climatico, l’austerità, la sostenibilità dell’euro, l’immigrazione, l’obesità e le malattie cardiovascolari, e altri ancora che il lettore troverà nei vari capitoli), esplora in modo critico il rapporto tra politiche pubbliche ed evidenza scientifica, evitando semplificazioni e scorciatoie scientiste o anti-scientiste emettendo in risalto sia i limiti della scienza sia l’uso improprio che dei risultati scientifici fanno sia coloro che prendono le decisioni politiche sia coloro che cercano di influenzarle a loro vantaggio, siano essi gruppi di interesse forti e concentrati o movimenti di opinione opportunamente mobilitati. In questo senso è un libro generalista che fornisce al lettore gli strumenti per comprendere in modo autonomo e critico anche l’attualità politica. In modo trasparente e non tecnico apriamo al lettore alcune «scatole nere» per illustrare i limiti di verità che sottendono ad alcuni strumenti per la produzione di evidenza e come questi limiti sono sottaciuti o resi opachi quando detta evidenza viene messa al servizio di decisioni politiche e/o interessi di parte. Nel fare questo offriamo una chiave di lettura trasversale che può applicarsi tanto a quelli che noi chiamiamo più propriamente «imprenditori delle emozioni» (erroneamente definiti populisti), quanto ai tecnocrati, che con il loro atteggiamento dogmatico sono quanto mai lontani dalla scienza.
Succede spesso nelle democrazie che gruppi politici in conflitto si murino tra loro in modo tale che non esista più alcuna forma di comunicazione tra le loro opinioni e i loro modi di vedere; le opposte retoriche esplodono in conflitto anche solo per l’imperativo dell’argomentazione (Hirschman, 1991). Un processo che, visto dal punto di vista della psicologia cognitiva, si definisce come realismo ingenuo (Ross, 2013): la tendenza a considerare i propri argomenti come razionali e oggettivi e ritenere miopi o in malafede coloro che non concordano. Questa polarizzazione retorica, che tira continuamente la scienza per la giacchetta, è quanto questo libro cerca di decostruire, sollevando il velo di ignoranza creato ad arte da coloro che, da entrambe le fazioni, non sono affatto interessati a un dibattito trasparente sulle politiche. La nostra analisi prova a fornire al lettore qualche strumento per rispondere alla domanda «chi dice la verità?» nella convinzione che non ci sia alternativa al dibattito democratico e alla ricerca del consenso attraverso l’ampliamento e non la riduzione degli spazi deliberativi.

Per gentile concessione della casa editrice Egea