Un momento della lectio magistralis, foto archivio Università di Trento

Internazionale

INSEGNARE E APPLICARE I DIRITTI UMANI

La lectio magistralis di Mauro Politi, membro del Comitato per i diritti umani dell’ONU e docente dell’Ateneo, alla Scuola di Studi Internazionali

5 marzo 2015
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Federica Cittadino
di Federica Cittadino
Dottoranda in Studi Internazionali dell’Università di Trento.

La lectio magistralis di Mauro Politi, intitolata “Teaching and Practicing Human Rights: A Learning Experience”, ha dato avvio al secondo semestre dell’anno accademico 2014-2015 della Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento. La prolusione ha lanciato un messaggio chiaro agli studenti e alla comunità accademica di riferimento: spendersi per i diritti umani richiede coraggio ma vale sempre la pena poiché piccole conquiste nella direzione di maggiore tutela sono grandi conquiste nell’ambito dei diritti fondamentali. La lectio di Mauro Politi, per più di vent’anni professore della Facoltà di Giurisprudenza di Trento e negli ultimi quindici anche della Scuola di Studi Internazionali dell’Ateneo, riflette in effetti sia la vicenda professionale di un accademico che si dedica con passione alla formazione degli studenti, sia l’esperienza maturata come diplomatico e giudice internazionale. Mauro Politi si appresta ora a dare avvio al proprio lavoro di membro del Comitato per i diritti umani dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite), organo di monitoraggio del Patto del 1966 sui diritti civili e politici. In tale veste il docente ha passato in rassegna le sfide attuali che riguardano l’insegnamento e la pratica dei diritti umani.

Il professore ha osservato come l’interesse suscitato dall’insegnamento dei diritti umani sia accompagnato dalla centralità che il regime internazionale di tutela dei diritti umani riveste per il diritto internazionale. La divergenza tra dichiarazioni ufficiali degli Stati e pratiche spesso in aperto contrasto con le prime rappresenta, infatti, uno dei maggiori problemi politici nella tutela dei diritti umani. Il rovescio della medaglia, da un punto di vista giuridico, risiede nella diversificazione del regime di tutela, che riflette il diverso grado di riconoscimento degli standard internazionali da parte degli Stati.

Nella prassi dei diritti umani a livello internazionale l’ONU è protagonista, sia nella promozione di standard giuridici, sia nel monitoraggio della tutela dei diritti umani da parte degli Stati. Tale prassi, tuttavia, non si esaurisce nel ruolo delle istituzioni deputate alla tutela dei diritti, ma vede i singoli operatori internazionali impegnati in prima persona e a diversi livelli per il raggiungimento, magari a distanza di anni, degli obiettivi di tutela, come testimonia la carriera di diplomatico e di giudice internazionale di Mauro Politi. Basti pensare all’impegno profuso per la moratoria della pena di morte adottata in seno all’Assemblea Generale dell’ONU nel 2007 a larga maggioranza a seguito di una battaglia diplomatica cominciata diversi anni prima proprio dalla delegazione italiana a New York di cui Politi faceva parte.

Il mandato come giudice della Corte Penale Internazionale ha consolidato la sua ferma convinzione che la tutela dei diritti umani in ambito internazionale e la repressione dei più gravi crimini internazionali non siano uno slogan retorico, ma rappresentino sempre di più un indispensabile punto di riferimento anche per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali. Benché la Corte non sia competente a giudicare del rispetto dei diritti umani in generale e in qualsiasi circostanza, la tendenza è che i diritti umani siano rilevanti per integrare il diritto internazionale nei casi di conflitti armati e lotta contro l’impunità per i crimini internazionali più gravi. Ciò soprattutto riguardo alla punizione delle condotte perpetrate nel contesto di guerre civili e conflitti armati non internazionali, i quali rappresentano oggi la quasi totalità dei conflitti in corso. La tutela dei diritti umani e la repressione dei crimini internazionali rappresentano perciò una preoccupazione urgente e sono fortemente intrecciati alla pratica del diritto umanitario, al diritto penale internazionale e al mantenimento della pace.

Infine, per quel che riguarda le sfide cui è chiamato a rispondere il Comitato sui diritti umani, il relatore ha ricordato la centralità dell’attività di monitoraggio di quest'organo, menzionando tuttavia il carattere non vincolante delle raccomandazioni da esso adottate.

La cultura del rispetto dei diritti fondamentali si alimenta senza dubbio sia della trasmissione dei valori che ne stanno alla base, sia della pratica giornaliera di tali valori. La multiforme carriera di Mauro Politi, studioso e operatore del diritto internazionale, ne è un esempio significativo.