Immagine tratta dalla locandina dell'evento "Le sfide energetiche-ambientali come fattore di sviluppo per una nuova economia".

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L'UNIVERSITÀ VERSO L'ENERGIA DEL FUTURO

ERiCSoL: una collaborazione interdipartimentale dà vita a un progetto strategico sull’energia rinnovabile

27 giugno 2018
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di Antonio Miotello
Professore presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento.

Settori sempre più ampi della popolazione mondiale riconoscono l’importanza delle fonti rinnovabili non fossili di energia, che secondo la direttiva europea 2001/77/CE, comprendono energia eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, mareomotrice, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas.

La spinta allo sviluppo delle energie rinnovabili è fortemente legata alla divulgazione di studi scientifici sui cambiamenti climatici. Le ricerche forniscono dati consolidati di incremento della temperatura media di aria e oceani, a cui è connesso lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare. In particolare, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) riconosce che la variazione nella concentrazione di gas serra in atmosfera altera gli equilibri del sistema climatico. In particolare, l’attività dell’uomo ha contribuito ad accrescere il livello globale di emissioni, comportandone un notevole incremento nel periodo che va dal 1970 al 2010. Tra i gas serra di origine antropica, il principale è il biossido di carbonio (CO2) legato all’utilizzo di combustibili fossili: si stima che nel 2010 questi abbiano generato oltre il 60% di emissioni. D’altra parte l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) richiama continuamente i problemi della salute legati ai livelli di inquinamento nelle città di tutto il mondo. 

Il problema dell’inquinamento sommato alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici e alla disponibilità di fonti fossili limitata nel tempo sta imponendo l’urgenza di rivedere l’attuale assetto del sistema energetico globale. Una riduzione delle emissioni nel settore energetico può avvenire in tre modi: utilizzando tecnologie e fonti energetiche a basse emissioni di carbonio, consumando meno energia rispetto al passato e implementando tecnologie affidabili di cattura e sequestro del carbonio. 

La Provincia autonoma di Trento ha riconosciuto la rilevanza del problema energia e ambiente e nel 2014 la Giunta provinciale ha approvato la Strategia di Smart Specialisation. Tale strategia si pone come obiettivo quello di identificare le risorse e le caratteristiche specifiche della Provincia, evidenziare i vantaggi competitivi e riunire le risorse e i soggetti coinvolti intorno a una visione del futuro basata sull’eccellenza. Energia e ambiente rientrano a pieno titolo in questa strategia.

L’Università di Trento ha approvato, all’interno del Piano Strategico di Ateneo, il progetto Energia Rinnovabile e Combustibili Solari (ERiCSol) che coinvolge il Dipartimento Fisica, il Dipartimento Ingegneria Industriale, il Centro di Biologia Integrata (CIBIO), il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica e il Dipartimento Economia e Management. Il progetto si propone la realizzazione di un’area interdipartimentale per la ricerca sui sistemi di accumulo di energia rinnovabile e combustibili solari, che integri le diverse competenze già presenti in Ateneo anche per aumentarne la competitività a livello nazionale e internazionale. Il principale ostacolo all’uso generalizzato dell’energia solare è dato dal suo carattere intermittente che limita la possibilità di bilanciare la domanda con l’offerta. L’accumulo di energia solare in energia chimica, obiettivo principale di questo progetto, è la chiave per la transizione verso un’economia sostenibile. La sintesi dei principali combustibili solari (idrogeno e composti di riduzione della CO2, fra cui metano, metanolo, alcoli) a partire da acqua e CO2, sfruttando materiali e processi a basso costo, può rimediare al problema dell’intermittenza dell’irradiazione solare. Inoltre, la conversione di gas serra in prodotti chimici ad alto valore aggiunto può offrire una soluzione economicamente sostenibile al problema del riscaldamento globale, una delle sfide ambientali più importanti del ventunesimo secolo.

In Trentino, fino a questo momento, manca un coordinamento continuo tra le competenze diffuse all’interno dell’Università e quelle dei vari centri di ricerca. ERiCSol può costituire il presupposto per stimolare i ricercatori dei diversi dipartimenti di Ateneo a operare in sinergia tra loro, con i centri di ricerca locali e con le aziende.

Lo scorso 3 maggio si è tenuto il primo evento “ENERGY DAY” dal titolo “Le sfide energetiche-ambientali come fattore di sviluppo per una nuova economia”. Hanno partecipato all’incontro il rettore Paolo Collini, Alessandro Olivi, vice presidente e assessore allo sviluppo economico e al lavoro della Provincia autonoma di Trento, Michele Zorzi di Bioenergia Trentino, Massimo Bertoldi di Solid Power e Manuela Forti di Confindustria Trento e Stet. Spa. Alcuni tra i dipartimenti coinvolti nel progetto hanno avuto modo di presentare un quadro delle varie linee di ricerca in Ateneo nonché delle varie iniziative didattiche già attive soprattutto nei Dipartimenti di Ingegneria e di Fisica. La presentazione di numerosi poster da parte di dottorandi e postdoc ha contribuito significativamente ad approfondire lo stato della ricerca e a mostrare come sia vivo anche a livello accademico l’interesse per l’energia e l’ambiente. Il prossimo appuntamento previsto sarà un tavolo di lavoro con Confindustria per continuare insieme il cammino iniziato.