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Ricerca

CONTRASTARE LA LUDOPATIA

Un progetto di ricerca e formazione che coinvolge le realtà del territorio

5 luglio 2018
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Valentina Molin
di Valentina Molin
Assistente alla ricerca presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento.

Il Progetto di contrasto alla ludopatia è nato dalla sensibilità verso i problemi connessi al gioco d’azzardo patologico e aveva due obiettivi specifici, uno sequenziale all’altro. Il primo obiettivo prevedeva la mappatura dell’offerta di gioco pubblico presente nel territorio provinciale e la ricostruzione delle sue caratteristiche in termini di: tipo di offerta commerciale del locale; caratteristiche socio-demografiche e comportamentali del giocatore abituale; eventuale presenza e caratteristiche di giocatori a rischio o patologici; capacità dell’operatore di gioco o esercente di individuare modalità tipiche dei soggetti che stanno sviluppando una dipendenza da gioco d’azzardo; conoscenza – sempre da parte di chi propone l’offerta di gioco – della normativa sul tema; disponibilità a partecipare ad una formazione sui temi del gioco responsabile e della prevenzione della ludopatia.

Il secondo obiettivo concerneva invece la formazione, tramite focus group, volta al riconoscimento delle situazioni a rischio e alla prevenzione della dipendenza da gioco. Sono stati svolti complessivamente una ventina di incontri formativi, articolati in modo diverso in base al target specifico. I target individuati e coinvolti sono stati due: da una parte gli esercenti di locali con offerta di gioco con vincita in denaro e operatori di gioco (sale dedicate e sala Bingo di Trento), dall’altra Forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza) e Vigili di quartiere. Gli incontri formativi sono stati condotti da personale esperto: un sociologo/metodologo, uno psichiatra e un tecnico della riabilitazione psichiatrica. Il riscontro ottenuto rispetto alla formazione è stato molto positivo e sono dunque in programma altre edizioni dell’evento.

Analizzando quelli che sono stati gli aspetti più salienti emersi dall’indagine, se ne possono individuare due. Il primo riguarda la profonda e articolata conoscenza “pratica” dei lavoratori del settore rispetto agli indicatori che tipicamente si presentano quando un cliente inizia a giocare con una modalità problematica e che può tracimare poi in una patologia. Gli elementi che esercenti e operatori di gioco sono in grado di individuare sono sostanzialmente quelli identificati anche dalla clinica, anche se a questa capacità di messa a fuoco della modalità di gioco non più sociale non sempre si abbina la capacità di avvicinare il cliente in un modo adeguato e opportuno. Gran parte della formazione con gli operatori del settore si è concentrata quindi su come comportarsi con il cliente che gioca in modo eccessivo e su come gestire determinate situazioni.

Il secondo elemento di interesse riguarda la posizione ambivalente e complessa degli esercenti e degli operatori di gioco. Queste figure professionali, infatti, erogano un servizio e vendono un prodotto che non solo è socialmente accettato e va incontro a una richiesta ampia da parte della popolazione, ma che è anche assolutamente legale. Nonostante ciò, in loro è forte la percezione di essere additati pubblicamente come venditori di un prodotto potenzialmente nocivo, fonte di disagio sociale, di danni economici e di problematiche sanitarie. Questa ambivalenza, accompagnata da una percezione di stigma sociale, ha provocato in loro un’iniziale reticenza nei confronti del progetto in questione e soprattutto della partecipazione alla formazione. Tali tematiche sono state dunque ampiamente dibattute nell’ambito della formazione stessa, la quale ha avuto esiti positivi e buoni livelli di partecipazione anche grazie al costante sostegno delle associazioni di categoria. 

Il Progetto di contrasto alla ludopatia nasce per impulso della Provincia autonoma di Trento e in particolare nell’ambito delle azioni previste dalla Legge provinciale 22 luglio 2015, n. 13 (Interventi per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco). Il Progetto ha visto la collaborazione dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) e del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento, in costante condivisione con le associazioni di categoria (Confcommercio, Confesercenti, Federazione Italiana Tabaccai). I risultati della ricerca sono stati presentati durante il convegno “Ludopatia e dintorni. Esercenti e operatori di gioco come risorsa per costruire percorsi preventivi. L’esempio del Trentino” lo scorso 7 giugno al quale ha partecipato, oltre ai promotori del progetto, anche la Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze.