Veduta di Piazza della Loggia a Erice (Trapani), foto Paolo Chisté.

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QUANDO UNA LUCE È SENSUALE

Gli aspetti qualitativi della percezione al centro di una ricerca del Laboratorio di Fenomenologia Sperimentale UniTrento

19 luglio 2018
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Liliana Albertazzi
di Liliana Albertazzi
Senior professor e responsabile del Laboratorio di Fenomenologia Sperimentale (LabExp) del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento.
L’illuminazione ambientale presenta un ventaglio di qualità espressive, atmosferiche, estetiche e persino cross-modali. Anche curiose percezioni, come sorprendersi di una luce “estiva” in un tardo autunno, accadono di frequente. Questi fenomeni sono al centro dell’interesse degli scienziati della visione, dei progettisti di spazi, interessati a verificare l'influenza dell'illuminazione nella creazione di ambienti confortevoli e di atmosfere accattivanti, e dai ricercatori in computer graphics e tecniche di visualizzazione. I testi letterari e i resoconti di viaggio offrono un sorprendente repertorio di termini per descrivere i molteplici aspetti dell'illuminazione percepita. Tuttavia, non c'è quasi nulla di paragonabile nella letteratura scientifica, nemmeno a livello descrittivo o classificatorio del fenomeno. 
 
Uno studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Trento ha analizzato il fenomeno, per verificare se nell'illuminazione percepita di uno spazio vuoto tridimensionale esistano invarianti connotative che consentano di identificare, per esempio, una luce “invernale” o “estiva”, nonostante la complessità delle componenti che sono coinvolte in tale categorizzazione. Si è cercato inoltre di verificare l’obiettività di caratteristiche quali un’illuminazione fastidiosa o sensuale. Infine, è stata analizzata la presenza di associazioni cross-modali, relative a morbidezza, umidità, peso, acidità, che si estendono ben oltre gli attributi puramente visivi. L'ipotesi guida dello studio è che sia possibile identificare l'illuminazione percepita come un fenomeno dotato di qualità specifiche, classificabili in base a un elenco di attributi intersoggettivamente condivisi e che sotto diversi illuminanti queste qualità sono percepite diversamente.
 
La ricerca si è svolta presso il Laboratorio di Fenomenologia Sperimentale (LabExp ) e ha coinvolto 70 partecipanti. L'esperimento è stato condotto con una cabina luce, una sorta di stanza miniaturizzata (un ambiente visivo non sovraccarico di stimoli) e due illuminanti (F Tungsten e D65 Artificial Daylight). Nella stanza sono stati inseriti due cubi di forex, rivestiti da due diverse tonalità di grigio. Il test è stato eseguito utilizzando il differenziale semantico di Osgood su una scala di valutazione degli aggettivi presentati in coppie e randomizzati. È stato utilizzato un dispositivo di valutazione, in cui un cursore scorrevole indicava le scelte di valutazione dei partecipanti su scala bipolare.
 
Le caratteristiche da analizzare sono state raggruppate in tre macro-categorie: temporali (luce invernale/estiva), di atmosfera (luce languida/energica) e cross-modali (luce pulita/sporca). L'analisi delle componenti principali ha confermato l’ipotesi dello studio. Per quanto riguarda l'influenza dei diversi illuminanti sulle caratteristiche percepite, l'effetto è verificabile nella maggior parte degli attributi (22) delle tre macro-categorie, ed è particolarmente visibile in 9 di essi (caldo/freddo, moderno/vecchio, duro/morbido, tecnologico/primitivo, estivo/invernale, tiepido/fresco, sensuale/frigido, naturale/artificiale, ospitale/inospitale). Nello specifico, sotto l'illuminante F Tungsten, l'illuminazione ambientale è percepita diffusa, calda, tiepida, ospitale, confortevole e dolce; ma anche in qualche modo vecchia, languida, gioiosa, raffinata, sensuale e morbida. Sotto l'illuminante D65 Artificial Daylight, invece, è percepita come artificiale, moderna, tecnologica, pulita, invernale, fredda, dura, limpida, frigida, scomoda, asciutta; ma anche in qualche modo intensa e fresca. Lo studio è stato particolarmente apprezzato dalla rivista Perception per la novità dei risultati, per l’approccio interdisciplinare adottato, considerato un avanzamento degli studi nel campo della visione, e per le valenze applicative in ambito di architettura e di design.
 

Liliana Albertazzi, Luisa Canal, Rocco Micciolo, Paolo Chisté, Daniele Zavagno, Sensual light? Subjective dimensions of ambient illumination. In corso di pubblicazione in Perception, 2018.