Particolare dalla locandina dell'evento, ©Mauro Bragagna e Paolo Sandri.

Internazionale

SULLE ROTTE DI ARTISTI E MERCANTI

Il crocevia culturale del Brennero e delle valli d'Isarco e d'Adige

13 novembre 2018
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Lucia Longo Endres
di Lucia Longo Endres
professoressa presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento.

Il territorio dell’arco alpino, in particolare quell’area privilegiata di transito, e altresì tappa fondamentale nei commerci tra le piazze italiane e l’Oltralpe, che è rappresentata dal valico del Brennero e dalle vallate dell’Isarco e dell’Adige, è sempre stato un territorio di frontiera, capace di alimentare una fitta trama di indotti e relazioni e di dare vita ad espressioni d’arte di assoluto rilievo con molteplici sfaccettature, ove hanno sempre trovato espressione, inverandosi, le diverse sollecitazioni e le diverse anime del Nord e del Sud.

Questo il focus del simposio “Sulle rotte di artisti e mercanti lungo i valichi alpini”. L’interdisciplinarietà degli spunti e degli approcci proposti e affrontati da studiosi di diversa provenienza e formazione ha permesso di offrire una panoramica molto ampia, andando a toccare alcuni dei momenti nevralgici del vivace dialogo culturale, sociale, artistico ed economico animatosi nelle epoche passate tra Nord e Sud e viceversa. Tale dialogo fu indubbiamente facilitato dal fatto che attraverso il Brennero – fra i più agevoli valichi alpini e l’unico a tagliare di netto la catena alpina – nonché, di conseguenza, attraverso l’asse Isarco-Adige passava la principale via di transito tra la penisola italiana e le regioni dell’Europa centro-settentrionale. Lungo questa direttrice si generò così una vitalità estremamente dinamica, sostenuta non solo dai commerci ma anche e soprattutto dalle persone e dalle genti in viaggio: quelle del Nord calamitate dalle attrattive delle terre del Sud, dalla cultura, dalla storia, dall’arte e dal clima del “Land wo die Zitronen blühn”; le genti del Sud, dal canto loro, spesso, un tempo come ancor oggi, alla ricerca di possibilità d’ingaggio e di lavoro a Nord delle Alpi.

Davvero numerose le tematiche oggetto di approfondimento che non sarà qui inutile ripercorrere almeno in parte. Si è ragionato sul tema del viaggio dell’uomo, inteso sia come raggiungimento di una località o di un Paese diverso da quello originario, sia come maturazione e arricchimento individuale; sul significato di un’infrastruttura medievale quale la via Kunter o Kuntersweg in Val d’Isarco; sulle vie del commercio dirette da Regensburg (Ratisbona) a Venezia; sui percorsi di formazione itinerante degli artisti e sull’uso dei vocabulisti, ossia di quei glossari bilingui veneto-tedeschi che accompagnarono i viaggiatori attraverso le Alpi; sulle strategie iconografico-rappresentative dei mercanti e del Magistrato Mercantile di Bolzano e sulle relazioni intessute dal polo manifatturiero di Rovereto con le terre d’Oltralpe.

Luogo ideale di incontro e confronto, anche e in special modo per quanto riguarda il fruttuoso e serrato transfer culturale nord-sud sulla rotta del Brennero, erano le osterie, le locande e le Trinkstuben, sui cui ambiziosi apparati decorativi si è discusso durante il convegno, che, tra molte altre questioni, ha toccato anche quelle del determinante apporto di arte, tecniche progettuali e professionisti italiani sui grandi sistemi fortificatori delle città della Mitteleuropa nei secoli XVI-XVIII e della singolare quanto poco indagata ambivalenza riscontrabile nella ricezione degli innovativi modelli rinascimentali made in Italy presso alcuni dei maggiori artisti del Nord nel corso del Quattrocento.

Quelle qui ora brevemente richiamate sono le importantissime tessere del variegato mosaico delineatosi nelle giornate del seminario, i cui significativi risultati sono stati resi ancor più interessanti dalla convergenza e dalla trasversalità delle tematiche affrontate. Fortemente auspicato – e poi tradottosi felicemente nei fatti col procedere dei lavori – è stato un approccio interdisciplinare a più voci, confrontatesi su molteplici percorsi semantico-interpretativi, che hanno portato a riconoscere punti di riferimento comuni ai diversi Paesi dell’Europa, a percepire chiaramente le reciproche influenze e la profondità di radici condivise: radici protese a svilupparsi e ad arricchirsi nei contatti, nel dialogo proficuo e nello scambio della produzione artistica, spirituale e intellettuale.

"Sulle rotte di artisti e mercanti lungo i valichi alpini" è il titolo del Seminario Internazionale di Studi, che si è svolto tra il 18 e il 20 ottobre scorsi, a Bolzano il primo giorno e a Trento nelle due giornate successive. Il seminario è stato promosso dal Dipartimento di Lettere e Foilosofia in collaborazione con quello di Economia e Management dell’Università di Trento.