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Orientamento

PROGETTARE COMPUTER CON COMPONENTI BIOCHIMICI

Carlo Masaia: dalla laurea magistrale in Quantitative Computational Biology a UniTrento al dottorato in Inghilterra

14 dicembre 2018
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Mattia Lugarà
di Mattia Lugarà
Studente del corso di laurea in Filosofia dell’Università di Trento, collabora con la redazione di UNITRENTOMAG

Integrare le quantitative sciences e la biologia applicata, questo il focus del corso di laurea magistrale in Quantitative Computational Biology (QCB) nato grazie al coinvolgimento di quattro Dipartimenti dell’Ateneo: Centro di Biologia Integrata (CIBIO), Fisica, Matematica, Ingegneria e Scienza dell’Informazione (DISI).
Il primo laureato magistrale in Quantitative Computational Biology è Carlo Masaia, che attualmente si trova in Inghilterra per seguire un dottorato di ricerca. Lo abbiamo contattato online.

Carlo non è l'unico laureato del nuovo corso in QCB. Già un gruppo di sei studenti si è laureato lo scorso 24 ottobre.

Carlo, puoi parlarci del tuo percorso di studi e in particolare del corso di laurea magistrale in Quantitative Computational Biology?
Dopo il liceo mi sono laureato in Ingegneria informatica a Padova; in parallelo alla stesura della tesi ho seguito dei corsi singoli di matematica e biotecnologie a Verona. Quando mi è stata proposta la magistrale in Quantitative and Computational Biology qui a Trento ho fatto richiesta per la valutazione dei titoli. In quel periodo lavoravo, quindi ho deciso di lasciare il lavoro e riprendere gli studi. La laurea magistrale in QCB nasce come percorso interdisciplinare e interdipartimentale. Propone un approccio di tipo computazionale alla biologia e vuole coinvolgere laureati con diversi background. Ovviamente il focus è sui problemi di natura biologica ma molte delle abilità che si acquisiscono sono trasferibili in altri campi, sia lavorativi che di ricerca. Propone tre curricula in base alla laurea di ingresso, con l'obiettivo di allineare il più possibile il linguaggio e le conoscenze di base fra i laureati nelle diverse aree. Mi sono laureato lo scorso luglio e ora sto proseguendo con un dottorato di ricerca a Newcastle upon Tyne.

In parole semplici, di cosa tratta la tua tesi?
Lo scopo a lungo termine è di introdurre gli strumenti necessari per progettare computer basati su componenti biochimici, affiancando le attuali tecnologie a semiconduttore. Ci sono vari contesti dove i computer tradizionali non sono integrabili, in particolare nei sistemi biologici. Questo limita la complessità delle strategie di controllo che siamo in grado di attuare nelle applicazioni di biologia sintetica in batteri o lieviti ingegnerizzati, come la produzione controllata di farmaci, biocarburanti e materiali. La mia tesi tenta di tradurre in termini biochimici e biologici quelle che sono le caratteristiche ingegneristicamente rilevanti per progettare e strutturare calcolatori.

Cosa fai attualmente e quali sono i tuoi progetti futuri?
Sono in un programma di dottorato in UK. Il mio progetto di ricerca è fedele alla natura interdisciplinare del percorso che ho intrapreso: riguarda la progettazione e lo sviluppo di un framework per simulazioni stocastiche. Alcune importanti classi di sistemi non possono essere modellate in modo adeguato con i formalismi attualmente disponibili, e la speranza è di superare questo limite. Il mio progetto a lungo termine più importante è proprio quanto ho iniziato con la tesi magistrale. La laurea in QCB è stato un ottimo biglietto da visita per l'accesso al dottorato in Computer Science che sto svolgendo alla Newcastle University.

La tua scelta universitaria ha seguito la tua passione? Cosa consiglieresti a chi deve ancora iniziare?
Gestire una carriera universitaria significa, dal mio punto di vista, trovare un compromesso fra vari aspetti: interessi, aspirazioni, tempo a disposizione. Il compromesso in sé non è una brutta cosa, occorre essere consapevoli sin da subito che si sta coprendo qualcosa di enorme con una coperta molto piccola e stretta. Le mie priorità in questo senso sono sempre state due: evitare di chiudermi nella comfort zone e mantenere il maggior numero di porte aperte, preferendo l'interdisciplinarietà all'iperspecializzazione. Su queste ho basato la maggior parte delle mie scelte e ho sempre sentito che, nonostante la fatica nel perseguirle, ne ho tratto molti benefici. Le mie più grandi passioni sono l'informatica, la biologia e la linguistica. Mi ritengo fortunato perché sono riuscito a integrarle tutte nei miei studi, anche se in modo non uniforme.

L'unico consiglio che ho è rivolto alle persone introverse come me. Purtroppo ignorare l'aspetto "umano" della vita universitaria è facile, specialmente se parlare con persone sconosciute è fonte di stress. Non fatelo: nel mondo nessuno lavora da solo, ci si complica solo la vita quando in futuro si dovranno comunque gestire le cose. E poi sinceramente, è molto più facile affrontare l'università confrontandosi con altre persone che da soli.