Immagine tratta dalla locandina dell'evento

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LE OPERE MINORI DI TOLKIEN

Il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Ateneo ha ospitato una discussione sulle opere “all’ombra” del Signore degli anelli

14 maggio 2015
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Fulvio Ferrari
di Fulvio Ferrari
Direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento, è stato responsabile scientifico del convegno.

Non era facile, in passato, parlare di Tolkien all’università e, a dir la verità, non è sempre facile nemmeno adesso: per la critica accademica il fantastico “di genere” – fantasy, fantascienza, horror – portava il marchio equivoco della letteratura popolare, roba per sociologi, non per studiosi di opere d’arte. Questo pregiudizio, per fortuna, è stato via via smantellato nel corso degli ultimi decenni: a nessuno, oggi, verrebbe in mente di considerare un autore di serie B Philip K. Dick perché scriveva fantascienza o Georges Simenon perché scriveva polizieschi. Il caso di Tolkien, oltretutto, era reso in Italia ancor più complicato dall’appropriazione che della sua opera fece una precisa parte politica, la Destra italiana più radicale e tradizionalista, a partire degli anni Settanta: era difficile, nel clima arroventato di quegli anni, parlare serenamente e obiettivamente di hobbit e Terra di mezzo mentre i giovani del Fronte della Gioventù organizzavano in Italia i “campi hobbit”.

Il panorama politico e culturale è oggi totalmente mutato, la lettura delle opere di Tolkien – anche grazie alle versioni cinematografiche di Peter Jackson – si è diffusa tra milioni di giovani e meno giovani, a prescindere dalle loro posizioni politiche e religiose, e il dibattito culturale è ormai sempre e comunque un dibattito internazionale. È dunque comprensibile che si sia presentato il desiderio, in molti studiosi italiani appassionati di fantasy, o almeno interessati a questo genere letterario, di intraprendere un discorso critico che permettesse di dare una lettura più approfondita di Tolkien, una lettura consapevole delle questioni filologiche, storiche, in generale interpretative connesse a questo autore che diverse inchieste condotte in Inghilterra hanno portato a qualificare come “autore del secolo.” Così, negli ultimi anni, diversi studi sono stati pubblicati anche da noi sulle grande opere di Tolkien, sul suo pensiero, sulla sua riflessione etica e religiosa. Un ruolo indubbiamente prezioso in questo senso è stato svolto dagli studiosi e dagli scrittori raccolti nella Società Italiana di Studi Tolkieniani, che si sono adoperati anche per far conoscere in Italia i maggiori studiosi internazionali del campo.

Un po’ in ombra, tuttavia, sono rimaste anche in epoca più recente le opere che – consapevoli dell’inadeguatezza del termine – chiameremo “minori”: racconti per bambini, saggi e una imponente quantità di inediti in prosa e in poesia pubblicati postumi dal figlio Christopher. Questa abbondante produzione, che Tolkien per diversi, e non sempre noti, motivi non si risolse mai a pubblicare, rappresenta una straordinaria miniera di racconti (spesso in più versioni successive), poemi, annotazioni sul mondo e la storia del mondo secondario tolkieniano che non solo permette di meglio comprendere quell’universo in cui le opere più note – Lo hobbit, Il signore degli anelli, Il silmarillion – si collocano, ma dà anche modo al lettore di scoprire linee narrative che si intersecano a quelle delle grandi opere. Linee narrative che, quasi a simulare la tradizione orale, si presentano e ripresentano con inesauribili varianti, leggende moderne di cui non esiste una versione definitiva. E, anche, Tolkien riprende e riscrive nei suoi inediti opere della tradizione occidentale sperimentando con la forma e con il senso: la storia di Artù viene riproposta nello stile del poema anglosassone Beowulf, Sigurd il Volsungo appare come una figura di salvatore cosmico che lascia intravedere in filigrana la figura di Cristo. Per chi si è lasciato catturare dal gioco letterario delle grandi opere tolkieniane, come semplice lettore o come studioso di letteratura, le opere “minori” dell’autore inglese aprono nuovi e avvincenti percorsi di lettura. Un percorso iniziato, ma ben lontano dal potersi considerare concluso.

Il 13 e 14 maggio il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Ateneo ha ospitato il convegno “All'ombra del "Signore degli anelli": le opere minori di Tolkien”.