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LA STORIA ATTRAVERSA I CONFINI. ESPERIENZE E PROSPETTIVE DIDATTICHE

a cura di Luigi Blanco e Chiara Tamanini

23 luglio 2015
Versione stampabile

Luigi Blanco insegna Storia delle istituzioni politiche presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento. Tra le sue più recenti pubblicazioni, ha curato i volumi: "Organizzazione del potere e territorio. Contributi per una lettura storica della spazialità" (FrancoAngeli, 2008), "Costruire un'Università. Le fonti documentarie per la storia dell'Università degli studi di Trento (1962-1972)" insieme con Andrea Giorgi e Leonardo Mineo (il Mulino 2011) e "Dottrine e istituzioni in Occidente" (il Mulino, 2011).

Chiara Tamanini è docente di Storia e Filosofia, svolge funzioni di ricerca e formazione presso l’Istituto per la ricerca e la sperimentazione educativa della Provincia di Trento. Dal 2003 al 2012 ha coordinato le ricerche Costruire storia e Costruire storia: dalla dimensione locale alla prospettiva europea, dedicate all'insegnamento e all'apprendimento della storia in ambito locale e transnazionale.

Introduzione

“Esiste una specificità dell’insegnamento della storia nelle aree di confine? In che cosa consiste, in che modo si manifesta, quali problemi pone e quali risultati produce?” Erano questi gli interrogativi centrali del call for papers da cui ha avuto origine il convegno internazionale La storia attraversa i confini. Esperienze e prospettive per l’insegnamento della storia, svoltosi presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento il 23-24 novembre 2012, al quale hanno preso parte numerosi studiosi,
ricercatori e insegnanti provenienti da diverse aree di confine europee, e non solo. Il lettore giudicherà se alle domande iniziali siano state fornite risposte adeguate dai contributi che sono ospitati in questo volume. A noi spetta solo il compito, in questa breve introduzione, di motivare le ragioni che hanno spinto alcune istituzioni, di ricerca e di formazione, a promuovere il suddetto incontro di studio, spiegare la genesi dell’iniziativa, esplicitare gli obiettivi e offrire una prima valutazione dei risultati. 

L’iniziativa convegnistica, della quale si raccoglie in questa sede una parte dei risultati, è stata il momento conclusivo di una serie di ricerche e progetti che risalgono lontano nel tempo. Esattamente al 2003, allorché – grazie alla collaborazione tra Istituto provinciale per la ricerca, l’aggiornamento e la sperimentazione educativi (iprase) del Trentino, Museo storico in Trento e superiori di insegnamento – venne impostata e avviata una ricerca empirica sull’insegnamento della storia in provincia di Trento dal titolo Costruire storia. Ricerca sui curricoli della scuola secondaria. Non è questa la sede per riprendere analiticamente i risultati, articolati e complessi, di tale ricerca; vale però la pena riepilogare brevemente, anche in considerazione degli sviluppi successivi e dell’attività di sperimentazione didattica cui essa ha dato luogo, le principali fasi di questo percorso di ricerca-azione e i risultati di maggior rilievo da esso conseguiti. La ricerca empirica si è basata in prima istanza sull’analisi di un campione di documenti prodotti per gli esami di Stato del 2003 dai consigli di classe e dagli insegnanti di storia dell’ultimo anno del ciclo secondario di secondo grado. I risultati dell’analisi, realizzata attraverso una griglia di lettura appositamente elaborata, sono stati discussi in tre focus group con docenti di storia delle scuole secondarie superiori. In una seconda fase, al fine di studiare alcuni aspetti dell’apprendimento della storia, è stato analizzato un campione di scritti di argomento storico elaborati dagli studenti per gli esami di Stato del 2003 e del 2004. 

I documenti e i dati cui si riferisce l’indagine empirica risalgono dunque agli anni 2002-04, ma l’elaborazione, diffusione e riflessione sugli stessi, nonché i percorsi di formazione, ricerca-azione, documentazione e socializzazione delle pratiche didattiche innovative conseguenti all’indagine stessa si sono protratti fino all’anno scolastico 2007-08. È pertanto sensato ritenere che i risultati della ricerca rispecchino in qualche misura ciò che ancora avviene nei processi di insegnamento e apprendimento della storia, con particolare riferimento alla storia del Novecento. In estrema sintesi e molto schematicamente, i risultati della ricerca hanno evidenziato come nella programmazione curricolare fosse prevalente un’ottica centrata sull’insegnamento piuttosto che sui processi di apprendimento, finalizzata a sviluppare negli studenti abilità cognitive generali al posto di abilità operative e più specificamente storiche. L’insegnamento della storia è risultato ancora molto legato all’uso del manuale scolastico, trattando, per quanto concerne nello specifico l’età contemporanea, prevalentemente avvenimenti e temi della storia politica nazionale ed europea e lasciando ai margini la storia extraeuropea o mondiale, così come la storia sociale, economica e della mentalità. Un’assenza particolarmente evidente riguardava anche la storia locale, o meglio la “dimensione locale della storia”, volendo intendere con quest’ultima espressione non tanto l’ambito territoriale circoscritto di riferimento, quanto l’imprescindibile multidimensionalità di qualsiasi didattica della storia. In conclusione, l’insegnamento della storia stentava a emanciparsi da una prassi consolidata e routinaria ed era poco propenso a sperimentare metodologie di insegnamento e apprendimento più attivo e coinvolgente degli studenti, vale a dire di tipo costruttivistico; la prova di questa affermazione stava nello scarso utilizzo, nella pratica didattica, di monografie storiche, nel ricorso estremamente limitato all’analisi dei documenti, e di conseguenza alla critica delle fonti, e nella marginale, se non inesistente, progettazione di attività laboratoriali. 

Il progetto non si è limitato però al solo campo della ricerca; esso si è sviluppato su altri due terreni, altrettanto cruciali, quali quello della sperimentazione e quello della formazione. Ha inoltre condotto all’elaborazione di un documento sui Criteri di costruzione del curricolo di storia, che dall’insieme dell’indagine ricava una riflessione condivisa sui criteri per la progettazione di un insegnamento della storia che sappia motivare i giovani, coinvolgendoli direttamente, allo studio di questa disciplina e che sia attenta anche alla dimensione locale della storia. La sperimentazione ha coinvolto tredici istituti secondari superiori della Provincia di Trento che, sulla base dei risultati della ricerca, delle riflessioni svolte e soprattutto delle indicazioni confluite appunto nei Criteri di costruzione del curricolo di storia, hanno impostato e realizzato con le classi modalità didattiche innovative nel campo dell’insegnamento della storia mediante la progettazione di laboratori didattici e più in generale con il coinvolgimento attivo degli studenti nel “fare storia”. Alcune di queste attività sono state poi pubblicate in una piccola collana editoriale, sulla base del convincimento che la documentazione delle buone pratiche di insegnamento sia uno stimolo efficace per la valorizzazione delle stesse e per la promozione di esperienze didattiche analoghe.

Nel campo della formazione, a partire dalle esigenze di approfondimento, sia contenutistico sia metodologico, emerse dalla ricerca e dalla sperimentazione, è stato organizzato un “Seminario permanente di storia e didattica della storia” che ha svolto un ruolo di supporto, elaborazione e discussione per il progetto di ricerca-azione, ma anche un’importante funzione di aggiornamento storiografico e metodologico rivolto agli insegnanti di storia della provincia. L’aggiornamento e la formazione in servizio sono d’altronde unanimemente riconosciuti come terreni privilegiati d’intervento per migliorare e rendere più efficace l’insegnamento in generale e quello della storia nello specifico. La circolarità tra questi tre aspetti o terreni di intervento, vale a dire la ricerca, la sperimentazione didattica e la formazione, ha rappresentato il vero valore aggiunto del progetto di ricerca-azione “Costruire storia”. Oltre alla metodologia empirica e sperimentale utilizzata, gli elementi che hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi che ci si era prefissati sono stati: l’ottica di rete e di sistema, la compartecipazione ai processi e alle decisioni, la condivisione degli strumenti e degli obiettivi, il rispetto dell’autonomia scolastica, il sistematico rapporto tra scuola e università. Le istituzioni coinvolte, scolastiche e di ricerca, oltre a condividere tutte le fasi e i singoli momenti della ricerca, hanno messo a disposizione le proprie specifiche competenze, creando sinergie virtuose; si è realizzato cioè, a partire dal basso, un piccolo laboratorio in grado di praticare concretamente un proficuo rapporto tra ricerca, sperimentazione, formazione e innovazione nell’ambito dell’insegnamento-apprendimento della storia. In questo quadro si è rivelato cruciale, come si accennava, in particolare il rapporto tra scuola e università. Esso non è stato (e non va) inteso, come troppo frettolosamente e schematicamente si ritiene, in chiave esclusiva di supporto scientifico da parte dell’università alle scelte educative e formative della scuola, bensì nei termini di scambio reciproco e dialogo costante. Nella scuola trentina esistono, nonostante la demotivazione e lo scoramento registrabili negli ultimi anni anche in questo contesto territoriale, competenze ed energie straordinarie che andrebbero ulteriormente sostenute, riportando al centro dell’azione educativa lo studente e valorizzando la funzione del docente; la stessa università – intesa come sistema universitario, alle prese con un momento estremamente delicato e difficile della sua vita istituzionale ma anche in rapporto ai suoi compiti formativi e alla sua funzione sociale – ha sicuramente molto da imparare dall’osservazione e dalla condivisione delle pratiche didattiche che si sperimentano in non pochi contesti scolastici.

Per gentile concessione di Carocci editore.