Un allenamento al campo di via Fersina. Archivio Università di Trento.

Sport

Generi-amo Rugby, sport e parità di genere contro gli stereotipi

Tra le iniziative un workshop sulla fiducia e allenamenti aperti a Trento

14 maggio 2019
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di Ilaria Bibbiani
Laureanda UniTrento e volontaria del servizio civile presso UniTrento Sport. Dal 2015 è tesserata nel Rugby Trento.

Il rugby femminile è stato uno dei movimenti italiani sportivi più in crescita nell’ultimo anno. Da parte della nazionale femminile si possono elencare risultati eccellenti tra cui la vittoria dei due test match svolti a novembre conto la Scozia e il Sud Africa e il meritatissimo secondo posto al torneo Sei Nazioni 2019; a livello nazionale il numero di tesserate è in aumento, a conferma della passione crescente.

Nonostante le premesse, il rugby femminile è ancora collegato a un immaginario fortemente stereotipato e anche per questo motivo è nato il progetto Generi-amo Rugby: sono state ideate diverse attività col fine di smantellare definitivamente l’associazione cognitiva tra questo sport e la figura maschile. Una delle organizzatrici, Francesca Baruffaldi, insieme alla referente del progetto, Marta Venturini, hanno spiegato il significato del titolo: “Siamo molto fiere del titolo che abbiamo trovato. Si tratta di un progetto volto all’inclusione, al riconoscere le differenze ed amarle, proprio come accade nel rugby. Questo sport ha la capacità di valorizzare le diverse caratteristiche fisiche, dal più magro al più alto, attribuendogli dei ruoli specifici. Il rugby è uno tra i pochi sport con regole uguali sia per i uomini che per le donne, adatto a tutti i fisici e a tutte le età, altro motivo per cui apprezzarlo.”

Il primo workshop, che si è svolto il 7 maggio scorso, ha trattato il tema degli stereotipi di genere approfondendo la questione delle discriminazioni sociali, tra cui quelle etniche, religiose, economiche e sessuali. Il principale mezzo attraverso cui si è strutturato il dibattito è stato il gioco “80 giorni nella vita di un altr@”, proposto dall’Associazione culturale Te@. L’obiettivo principale dell’attività è stato quello di sensibilizzare sulla discriminazione e sui fattori che possono generare ingiustizia ed esclusione, che, nonostante le capacità, impediscono di arrivare a vincere il gioco.

Il secondo workshop invece si incentrerà maggiormente sullo sport affrontando la questione della fiducia e del supporto con una psicologa specializzata nel tema. La dottoressa Elisa Fait proporrà il 21 maggio un dibattito dinamico e interattivo nell’aula 228 del Dipartimento di Lettere e Filosofia.

Ma Generi-amo Rugby prevede anche attività pratiche mettendo a disposizione il campo da rugby per cimentarsi in un nuovo sport. Tutti i giovedì di maggio, gli allenamenti saranno aperti al pubblico e saranno strutturati in modo che possano partecipare anche le persone meno vicine al rugby e meno abituate all’attività fisica. Chiara, presente al primo allenamento aperto, ha rivelato che aveva già giocato in passato a rugby ma ha apprezzato l’occasione di poter tornare in campo a provare qualche passaggio.

Generi-amo Rugby è reso possibile grazie al finanziamento del piano giovani di zona ARCIMAGA e delle politiche giovanili della Provincia Autonoma di Trento e vede l’attiva collaborazione fra A.S.D. Rugby Trento, UniTrento Sport, CONI Comitato Provinciale di Trento e Associazione Te@. Per maggiori informazioni la referente si è resa disponibile per essere contattata telefonicamente, anche via WhatsApp, al 3404122835.