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Nasce l’Istituto di Scienze della Sicurezza

Un progetto unico in Italia e tra i primi in Europa. Intervista ad Andrea Di Nicola

1 luglio 2019
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di Marinella Daidone
Lavora presso la Divisione Comunicazione ed Eventi dell’Università di Trento.

Lo scorso 31 maggio l’Università di Trento, in una conferenza nazionale, ha lanciato l’Istituto di Scienze della Sicurezza (ISSTN), laboratorio che coinvolge numerosi docenti e strutture dell’Ateneo e che mette le competenze a servizio del sistema Paese. Un progetto unico in Italia e tra i primi in Europa per affrontare le sfide della sicurezza e rispondere a bisogni reali di istituzioni, aziende, cittadinanza. Ne abbiamo parlato con Andrea Di Nicola, professore di criminologia della Facoltà di Giurisprudenza e referente dell’Istituto di Scienze della Sicurezza.

Professor Di Nicola, com’è nato questo progetto e chi coinvolge?

L’Istituto di Scienze della Sicurezza, parte del piano strategico dell'Università 2017/2021, è un grande laboratorio che riunisce più di 70 docenti di 10 dipartimenti e centri del nostro Ateneo per lavorare, in modo fortemente multi/interdisciplinare, su ricerca e formazione sulla sicurezza, intesa sia come safety sia come security. Nasce per mettere a sistema, a fattor comune, le molte e approfondite competenze presenti in Ateneo su questi temi e proporre qualcosa di unico. In Europa, infatti, non esisteva un’esperienza avanzata che facesse dialogare così tante scienze umane e scienze esatte (diritto, criminologia, sociologia, psicologia, statistica, matematica, scienze dell’informazione, ingegneria, economia, biologia, studi internazionali, scienze ambientali, scienze agrarie), occupandosi al contempo di safety e di security.

Ci può spiegare cosa s’intende per safety e per security e qual è il contributo che può dare a entrambi questi ambiti l’approccio scientifico. 

L’Istituto lavora sull’identificazione, la prevenzione e la gestione dei rischi legati alla sicurezza. Questi rischi possono derivare da minacce intenzionali di esseri umani (criminalità), e allora parliamo di security. O da minacce non intenzionali, anche se non coinvolgono esseri umani (un evento naturale, ad esempio), e allora parliamo di safety. L’approccio scientifico è determinante su un tema come quello della sicurezza. La razionalità e la robustezza della scienza, la ricerca multidisciplinare di qualità permettono di fornire risposte sempre più efficaci ed efficienti alle sfide della sicurezza.

Qual è la missione dell’Istituto? L’aggregazione di competenze diverse è avvenuta anche intorno a dei principi di cui si fa portatore l’Istituto?

Mettere la didattica e la ricerca scientifica sulla sicurezza a servizio del Paese, rispondendo ai reali bisogni di istituzioni, aziende, cittadini in tema di sicurezza: è questo l’obiettivo dell’Istituto. ISSTN vuole anche contribuire a costruire una classe di professionisti della sicurezza che possa affrontare le sfide della sicurezza del futuro con conoscenze e strumenti nuovi. Le ragioni di questo impegno si trovano nella visione di sicurezza dell’Istituto, per il quale «Sicurezza è: #01 proteggere i diritti, nei limiti del diritto; #02 usare competenza e metodo, perché è una scienza; #03 proteggere anche dai rischi di cui non si è consapevoli; #04 ricercare le cause dei fenomeni per strategie di lungo periodo; #05 affrontare problemi complessi con interventi multidisciplinari; #06 fare ciascuno la propria parte nell’interesse di tutti; #07 occuparsi dei contesti e delle persone più vulnerabili; #08 essere protetti e sentirsi protetti; #09 gestire problemi, anche locali, in una rete globale; #10 ottimizzare le risorse e migliorare la qualità della vita».

Quali sono i temi e i settori di cui vi occuperete sia nel campo della ricerca che in ambito didattico?

Alcuni esempi in ambito security: sicurezza urbana; cybersicurezza e crittografia; videosorveglianza; biometria e sicurezza; (bio)terrorismo; radicalizzazione; anticontraffazione e tutela del made in Italy; sicurezza aziendale; protezione dell’identità; migrazioni e criminalità; criminalità organizzata e traffici transnazionali; sicurezza nazionale e internazionale; blockchain e sicurezza; big data e sicurezza; intelligenza artificiale e sicurezza; sanzioni, giustizia riparativa e tutela delle vittime. E in ambito safety: sicurezza ambientale, geofisica e idrogeologica; sicurezza dei sistemi strutturali, infrastrutturali e geotecnici; sicurezza dei sistemi energetici; sicurezza economica e finanziaria; sicurezza industriale e delle organizzazioni; gestione dei grandi eventi; riconoscimento, gestione e comunicazione dell’emergenza; sicurezza sanitaria e sul lavoro; previsione sociale.

Perché è sempre più importante l’approccio internazionale verso i temi della sicurezza? Avete già collaborazioni internazionali che potranno essere sviluppate in futuro?

Molti problemi di sicurezza sono sempre più globali o, anche quando sembrano locali, rappresentano spesso ricadute dalla dimensione sovranazionale. Reti internazionali sono indispensabili per trovare risposte sempre più adeguate a questioni sempre più complesse. Molti dei laboratori e dei gruppi di ricerca già esistenti in Ateneo – tra cui eCrime, CryptoLabTN, Multimedia Signal Processing and Understanding, Security Research Group – hanno all’attivo importanti collaborazioni con attori internazionali, di ricerca o istituzionali. Questa strada già tracciata sarà seguita con determinazione dall’Istituto, con protocolli di collaborazione, partnership strategiche, ricerche europee.