Rotari Annual Lecture 2019. Foto Giovanni Cavulli, archivio Università di Trento.

Internazionale

L’Unione europea nel quadro internazionale

Intervista all’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari Internazionali

6 novembre 2019
Versione stampabile
di Marinella Daidone
Lavora presso l’Ufficio Web, social media e produzione video dell’Università di Trento.

L’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), è stato ospite della Scuola di Studi internazionali dell’Ateneo. La sua lezione “The Crisis of the International Liberal Order and the Responsibilities of the European Union” ha inaugurato il ciclo Rotari Annual Lecture
A margine dell’incontro gli abbiamo rivolto alcune domande.

Come sta cambiando il quadro internazionale e cosa comporta per l’Unione europea?L'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci

“Il quadro internazionale è caratterizzato dalla crisi dell’ordine internazionale liberale ispirato al multilateralismo. Oggi le regole del gioco di quel sistema, emerso dopo la seconda guerra mondiale, sono messe in discussione quasi quotidianamente. Le stesse istituzioni, che presidiavano quell’ordine internazionale, sono ugualmente indebolite e per certi aspetti anche delegittimate, come sta accadendo ad esempio all’Organizzazione mondiale del commercio (World Trade Organization, WTO).
L’Unione europea è uno straordinario progetto di integrazione regionale che si è sviluppato con successo in un contesto in cui vigevano regole chiare e condivise e istituzioni internazionali legittimate e riconosciute come tali. L’Unione ha bisogno di un contesto ispirato a un multilateralismo efficace; il fatto che oggi questo sia in crisi pone una sfida del tutto speciale all’Unione europea.

Il rapporto tra gli Stati Uniti di Trump e l’Unione europea; anche questo è un elemento di crisi?

Sicuramente. È anzi una delle sfide principali in questo momento. Per la prima volta ci siamo trovati con un presidente americano che ha rimesso in discussione una linea tradizionale di sostegno di tutte precedenti le amministrazioni americane nei confronti del progetto di integrazione in Europa. Un progetto che non avrebbe potuto svilupparsi senza il sostegno e il supporto dell’amministrazione americana. 
Trump ha deliberatamente deciso di trattare sul piano bilaterale con alcuni partner, ha ufficialmente dichiarato di considerare l’Unione europea come un competitor, quasi come un antagonista, e rimette costantemente in discussione dei dati acquisiti o che erano considerati tali.
Pur considerando gli Stati Uniti un partner strategico, come sono stati per anni, dobbiamo realisticamente considerare che questo presidente e questa amministrazione oggi rappresentano un grosso problema per l’Unione europea.

In Europa aumentano sovranisti ed euroscettici, ma il forte cambiamento che si temeva, o da parte di alcuni si auspicava, dopo le elezioni del 26 maggio è stato piuttosto contenuto. Quali sono i problemi interni dell’Unione europea?

L’Unione europea ha molti problemi, parecchi dei quali sono il risultato dell’impatto drammatico dovuto alla crisi economica e finanziaria del 2008-2009 e successivamente a quella del 2011-2012. Ha un problema di assenza di condivisione degli stessi obiettivi sul destino futuro dell’Europa e di mancanza di fiducia reciproca tra paesi che la compongono. Ha un problema di debolezza di alcuni meccanismi di governance interna, che non consentono all’Unione di sviluppare tutte le potenzialità che avrebbe se solo si pensasse alla sommatoria delle potenzialità dei singoli stati membri, sia sul piano economico sia su quello politico e anche su quello militare.

Uno dei problemi con cui l’Italia deve confrontarsi è quello dei migranti. C’è una soluzione vicina per una gestione congiunta tra Stati europei?

L’esperienza di questi ultimi anni sembra dimostrarci che è molto difficile arrivare a una condivisione di una politica migratoria comune, almeno per la parte che riguarda la solidarietà interna: la possibilità di distribuire l’onere dell’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo tra tutti gli stati membri. Credo che la strada da percorrere sia quella avviata con le intese di Malta di alcune settimane fa: cercare di riunire gruppi di paesi che hanno le stesse preoccupazioni e condividono la necessità di un impegno comune, sperando che altri poi si aggiungano. Quindi un meccanismo di integrazione differenziata che parta da un primo nucleo di paesi con i quali avviare delle forme di collaborazione, ad esempio per la redistribuzione degli arrivi, per arrivare poi a una politica migratoria condivisa a livello dei 27.

Qual è, e quale dovrebbe essere a suo parere, il ruolo dell’Italia in Europa?

L’Italia è uno dei paesi fondatori e, a parte brevi parentesi - penso soprattutto all’esperienza del Governo precedente -, è un paese che ha sempre considerato del tutto naturale la sua partecipazione attiva al progetto europeo.
Occorre però che l’Italia acquisti maggiore credibilità nei confronti delle istituzioni europee e dei suoi maggiori partners.
Maggiore credibilità vuol dire per esempio sapere realizzare delle riforme strutturali importanti che aumentino la competitività del paese ovviando a quei problemi che da tempo ci vengono indicati: un eccesso di burocrazia, un sistema di giustizia civile troppo lento e non sufficientemente efficace, un mercato del lavoro ancora troppo frammentato. Penso complessivamente a tutte le cose che dovrebbero essere fatte per migliorare l’efficacia e la competitività del sistema paese e, non da ultimo, alla necessità di ridurre il nostro debito pubblico che grava come un fattore che limita molto la nostra capacità di attuare politiche anticicliche con strumenti di bilancio.

Un’ultima domanda. Come ha ricordato il direttore Andrea Fracasso, il suo è un gradito ritorno a Trento. Che rapporti ha con la Scuola di Studi internazionali e con l’Università di Trento?

Torno con molto piacere a Trento, non solo perché considero Trento una città splendida e l’Università di Trento e la Scuola di Studi internazionali realtà d’eccellenza. Aggiungo che l’Istituto Affari internazionali ha una convenzione con l’Università di Trento e nell’ambito di questa convenzione si sviluppano varie forme di collaborazione, comprese le mie lezioni e missioni a Trento che spero di poter replicare anche in futuro.

La lezione tenuta dall’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci lo scorso 22 ottobre è la prima Rotari Annual Lecture, un’iniziativa nata nell’ambito della collaborazione della Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento con Rotari. Dopo la lecture ha avuto luogo la Rotari Master’s Thesis Award Ceremony con l’assegnazione del premio dell’anno a Sara Bizzotto (laureata magistrale in European and International Studies - Meis) per la sua tesi “Framing plastic pollution: A Comparative Analysis of the EU and Environmental NGOs”. Alla cerimonia sono intervenuti il direttore della Scuola di Studi Internazionali Andrea Fracasso e il presidente di Rotari Luca Rigotti.


The European Union on the international scene

An interview with ambassador Ferdinando Nelli Feroci, president of the Institute for Foreign Affairs

by Marinella Daidone
Works at the Web, social media, video productions office of the University of Trento.

Ambassador Ferdinando Nelli Feroci, president of the Institute for Foreign Affairs (IAI), visited the School of International Studies of the University. His lecture "The Crisis of the International Liberal Order and the Responsibilities of the European Union" was chosen as the Rotari Annual Lecture 
We took advantage of this opportunity to ask him a few questions.

How is the international order changing and what does that mean for the European Union?

The international liberal order inspired by multilateralism is in crisis. The rules that governed that order, which was defined after the Second World War, are now challenged almost on a daily basis. The very institutions that used to protect the international order have also been weakened and, from a certain perspective, delegitimized, as it is happening to the World Trade Organization, WTO, for example.
The European Union is an extraordinary regional integration project that developed successfully in a context in which there were clear and shared rules and legitimate international institutions respected by all. The Union needs an effective multilateralism, therefore the crisis of multilateralism poses a special challenge to the European Union.

What about the relationship between Trump-led USA and the European Union, has something changed?

Yes, definitely. In fact, that is a major challenge at the moment. For the first time, an American president broke with the traditional position of supporting the European integration project, a position that was embraced by all his predecessors. The European project would have never seen the light without the help and support of the United States. 
President Trump deliberately decided to negotiate with a number of partners on a bilateral basis, he stated officially that he sees the European Union as a competitor, almost as a rival, and he constantly questions facts that have long been taken for granted.
The United States continue to be a strategic partner, as they have been for years, but we now must be realistic and realize that this president and his administration are a serious problem for the European Union.

Euroscepticism and "sovereignism" are on the rise in Europe, but the change that many feared and some hoped for did not materialize after the 26 May election. What are the internal problems of the European Union?

The European Union has many issues, many of which are a consequence of the dramatic impact of the economic crisis of 2008-2009 and of that of 2011-2012. One problem is the fact that its members do not have the same objectives as regards the future of Europe, and there is a lack of mutual confidence. And there is a problem with some internal governance mechanisms that are too weak, and prevent the EU from developing its full potential, which would be the sum all the potentials of its member States, on an economic, political and even military level.

One of the issues that Italy must face is migrants. Is there a solution ahead for a joint management of the crisis among European states?

We have learned from experience that it is very difficult to find a shared migration policy, in particular as regards internal solidarity, that is the redistribution of migrants and asylum seekers among all member States. In my opinion, the strategy devised a few weeks ago in Malta is the right way to go: we must try to create groups of countries that share the same concerns and need the same shared commitment, hoping that others will follow. A differentiated integration mechanism with a first group of countries that begin to collaborate, for example to redistribute migrants, and a second phase in which to design a common migration policy that includes all 27 members states.

What is, or what should be, in your opinion, the role of Italy in Europe?

Italy is a founding member of the EU and, except for some brief periods (and here I am thinking about the last administration, in particular), it has always actively contributed to the European project.
Italy, however, needs to restore its credibility with European institutions and its main partners.
To gain credibility, for example, Italy needs to implement long awaited important structural reforms that increase its competitivity, and solve old problems: the excess of bureaucracy, a slow and ineffective civil justice system, a fragmented labour market. Overall, there are many things that should be done to increase the efficiency and competitiveness of the country as a whole, including the need to reduce public debt, which limits our ability to implement counter-cyclical policies with budgetary instruments.

One last question. Director Andrea Fracasso mentioned that this is not the first time you visit Trento. What is your relationship with the School of International Studies and the University?

Coming to Trento is always a pleasure for me, because I find the city beautiful and the University and the School of International Studies are examples of excellence. I would like to add that there is an agreement in place between the Institute for Foreign Affairs and the University of Trento for the development of various forms of collaboration, including my lectures and missions to Trento which I hope will continue in the future.

The lecture of 22 October by ambassador Ferdinando Nelli Feroci is the first Rotari Annual Lecture, within the collaboration between the School of International Studies of UniTrento and Rotari. The Rotari Master’s Thesis Award Ceremony started right after the lecture, with the prize awarded to Sara Bizzotto (who graduated from the Master's programme in European and International Studies - Meis) for her work “Framing plastic pollution: A Comparative Analysis of the EU and Environmental NGOs”. The director of the School of International Studies, Andrea Fracasso, and the president of Rotari, Luca Rigotti, attended the ceremony.

[Traduzione Paola Bonadiman]