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Sport

Io resto a casa e mi mantengo in forma

Lo sport in università nell’emergenza Covid-19. Intervista al delegato per lo sport Paolo Bouquet

14 aprile 2020
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di Marinella Daidone
Lavora presso l'Ufficio Web, social media e produzione video dell'Università di Trento.

In queste settimane di isolamento forzato, mantenere una buona forma fisica è importante. Ne abbiamo parlato con il delegato per lo sport dell’Ateneo Paolo Bouquet, che è stato uno dei promotori di UniTrento Sport, la rete universitaria di servizi e strutture sportive dedicata a studenti e studentesse dell’Ateneo e ai dipendenti dell’Università e dei centri di ricerca del territorio.

Professor Bouquet, ci può parlare delle iniziative promosse dall’Ateneo e da UniTrento Sport in questo periodo?
Quando è stato emanato il Decreto che ha imposto il distanziamento sociale, anche le attività sportive tradizionali hanno subito uno stop improvviso, non essendo più permesso aprire le palestre né uscire di Paolo Bouquetcasa se non per motivi d’urgenza. Insieme al CUS Trento ci siamo quindi chiesti cosa si poteva fare su due filoni principali: aiutare studenti e studentesse, dipendenti, collaboratori e collaboratrici dell’Università a restare in forma durante il periodo di divieto di uscita da casa e offrire a chi si era iscritto ai corsi semestrali di fitness offerti da UniTrento Sport una valida alternativa alla frequenza diretta.
Ne sono nate due iniziative che hanno riscosso molto interesse. Da un lato la creazione di “pillole” di fitness ispirate agli “Sporty Break” che ormai da due anni organizziamo in diversi dipartimenti dell’Ateneo nelle pause tra una lezione e l’altra (le pillole sono accessibili dalla pagina Facebook di UniTrento Sport; dall’altro, la trasformazione e l’erogazione in streaming di tutti quei corsi individuali che non richiedono particolari attrezzature o spazi troppo ampi. Per dare qualche numero, i corsi in streaming hanno una partecipazione che in alcuni casi sfiora il 98% di coloro che si erano iscritti al corso tradizionale, dimostrando che la maggior parte degli studenti ha accettato di buon grado questa soluzione alternativa imposta dalle circostanze. 
Naturalmente non tutti i corsi sono trasformabili in corsi in streaming (per esempio, gli sport di squadra o attività come il parkour); in questi casi è stata offerta comunque la possibilità di fare un corso di preparazione atletica in attesa di tempi migliori.
Direi quindi che anche per le attività sportive l’Università di Trento ha saputo riorganizzarsi in tempi rapidi e con modalità efficaci, grazie anche all’entusiasmo e alla creatività degli istruttori del CUS Trento.

Di solito lo sport rappresenta un momento di aggregazione. Può esserlo anche restando a casa? Perché è importante non rinunciare all’attività fisica?
Certo, l’aggregazione è una componente importante del fare sport, specialmente a livello universitario. Tuttavia, in questo momento diventa cruciale anche trovare modi intelligenti e divertenti per occupare al meglio gli spazi di tempo che si sono liberati da altri impegni e per non far pagare eccessivamente al nostro fisico il lungo periodo di forzata permanenza in casa. Tutti avrete notato l’incredibile aumento di messaggi che arrivano via Internet su app per il fitness e il successo di video lezioni di fitness su YouTube e altri canali. In queste settimane ho sentito molti amici e familiari che mi hanno detto di aver utilizzato questa situazione di isolamento per iniziare a fare attività motoria in casa, pur senza averlo mai fatto prima. Ecco, questo aspetto mi pare una di quelle eredità positive che la pandemia potrebbe lasciare dietro di sé: la consapevolezza che con un po’ di buona volontà e mezzi molto semplici è possibile prendersi cura del nostro benessere psico-fisico anche a casa, beneficiando dei misurabili effetti positivi che l’attività fisica porta con sé a tutti i livelli. 
Certo, la partita di calcio o di basket con gli amici al campo sportivo non è sostituibile in alcun modo da attività online, ma chiediamoci anche quante persone che da anni non vanno al campo sportivo potrebbero aver ripreso a curare il proprio corpo grazie a questi strumenti e magari potrebbero decidere di rimettere piede in qualche campo sportivo a crisi finita.

C’è un consiglio che può dare a studenti e studentesse? E alle persone meno giovani?
Prima di tutto, mi pare fondamentale che in questo lungo periodo a casa ognuno di noi si impegni fortemente a mantenere uno stile di vita attivo e impegnato, evitando che la forzata permanenza in casa si trasformi in una più o meno lenta deriva verso intere giornate trascorse sul divano a guardare la TV. In questo, anche la regolarità nell’esercizio fisico aiuta moltissimo: una volta iniziato, sarà il vostro stesso fisico a chiedere di continuare ad alimentarlo con nuovi esercizi e nuovi movimenti. 
In secondo luogo, se non si è soli in casa è bene tentare di coinvolgere altre persone nelle sessioni di attività fisica: essere in gruppo aiuterà a trovare la motivazione anche quando non si ha molta voglia di fare una piccola sudata, perché il gruppo trascina e aiuta a superare la naturale pigrizia di chi non è abituato a fare sport.
Per chi studia o lavora seduto, auto-imporsi di fare almeno un intervallo di riattivazione fisica guidati dai video degli istruttori di UniTrento Sport è un ottimo modo per riprendere a studiare o a lavorare con rinnovata energia fisica e mentale. 
Infine, seguire qualcuno dei corsi in streaming offerti dal CUS Trento o da altri coach esperti può essere un modo non solo per imparare qualcosa di nuovo ma – per chi magari deve affrontare questo periodo di distanziamento in casa da solo – anche un’occasione per “incontrare” altre persone e scambiare quattro chiacchiere.

Il nostro Ateneo è stato un apripista nel promuovere lo sport universitario. Ci può parlare brevemente delle ultime iniziative realizzate prima dell’emergenza Coronavirus? Finita l’emergenza questi progetti ripartiranno?
Negli ultimi anni, l’Università di Trento ha fatto da battistrada su molti progetti di sport universitario. Tra questi basti ricordare che abbiamo avviato il promo programma di “dual career” per studenti-atleti in Italia (TOPsport, 2009) e il più recente progetto di supporto a squadre universitarie gestite da club di punta del territorio (per esempio la squadra che ha preso parte al campionato di A3 chiamata UniTrento Volley e gestita in collaborazione con la Trentino Volley). Ma adesso lo sforzo più grande sarà quello di creare in Ateneo una cultura dello sport diffuso, ovvero un contesto in cui – anche con l’aiuto della tecnologia – la comunità studentesca e chi lavora in Ateneo siano sostenuti nell’adottare uno stile di vita sano divertendosi.
Stiamo lavorando affinché la funzione formativa dello sport possa essere riconosciuta anche in corsi di studio universitari non legati allo sport (si pensi allo sviluppo di competenze trasversali, così richieste dal mercato del lavoro). Infine, voglio citare la nascita dell’Istituto per la ricerca scientifica e tecnologica nello sport (I-STAR), che ha l’ambizione di valorizzare il lavoro di molti gruppi di ricerca dell’Ateneo in vista anche delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Di certo non avremo occasione di annoiarci nei prossimi anni.