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Eventi

SCELTE INDIVIDUALI E ISTITUZIONI

Un dibattito trasversale che investe molti ambiti: dall’obiezione di coscienza all’economia informale

7 gennaio 2016
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Piergiuseppe Parisi
Hana Brediková
di Piergiuseppe Parisi e Hana Brediková
Sono entrambi dottorandi presso la Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento.

Esistono diversi livelli di interazione tra istituzioni e individui, che possono essere misurati dal punto di vista economico, filosofico, giuridico e politico. I due termini di tale relazione possono influenzarsi vicendevolmente in maniera negativa determinando un impoverimento della qualità delle prime o incentivando forme di devianza da parte dei secondi. Sono allo studio di una serie di tematiche connesse a questa relazione. Si tratta di un dibattito trasversale che investe una molteplicità di ambiti nei quali la relazione tra comportamenti individuali e qualità delle istituzioni prende forma.

Così, per esempio, si è parlato di obiezione di coscienza nelle sue forme secundum e contra legem, vale a dire come rifiuto, previsto dall’ordinamento, di obbedire a una prescrizione di legge sulla scorta di convinzioni personali, o come disobbedienza civile, tutt’al più tutelabile ex post grazie all’intervento di un giudice. Una corretta regolamentazione dell’obiezione di coscienza, si è detto, rafforza il significato della democrazia e rappresenta una valvola di sfogo in società plurali. 
In Italia il dibattito è di grande attualità, notoriamente nel campo medico, dove con riferimento al tema dell’interruzione di gravidanza, per esempio, si è assistito negli ultimi anni a un cambiamento di prospettiva. Il diritto all’obiezione di coscienza del medico che non voglia praticare l’interruzione di gravidanza ha, in effetti, assunto un ruolo quasi primario rispetto alla scelta individuale della paziente. Se si confronta tale assetto normativo con quello previsto in passato per l’obiezione di coscienza nel contesto del servizio militare obbligatorio, non può che ravvisarsi una tendenza a preferire le scelte morali individuali a taluni obblighi di legge, quale appunto quello di garantire l’assistenza sanitaria, con evidenti ricadute pratiche. Il problema è proprio quello della corretta regolamentazione e ricade sulle istituzioni che, parafrasando la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel caso RR c. Polonia, devono garantire il giusto bilanciamento tra scelte individuali e obblighi di legge.

Un altro esempio di relazione tra istituzioni e comportamento individuale è quello che lega le prime alla diffusione dell’economia informale, un fenomeno presente in paesi sia in via di sviluppo sia sviluppati. In primo luogo, sono le istituzioni a definire, attraverso le norme, cioè che è formale. Inoltre, le loro caratteristiche e il loro funzionamento hanno un impatto diretto sulla scelta individuale di svolgere attività in modo informale.
La letteratura ha evidenziato l’esistenza di una relazione tra dimensioni dell’economia informale, da un lato, e livello di regolamentazione e peso della burocrazia, dall’altro. Molteplici possono essere però i canali attraverso cui le caratteristiche istituzionali influenzano il grado di informalità dell’economia. Si considerino per esempio la qualità dei meccanismi democratici (regole costituzionali, comportamenti politici, effettiva alternanza al governo, stabilità politica) o il grado di “estrattività” delle istituzioni e dei pubblici ufficiali. 

Anche se alcuni di questi canali sono facilmente individuabili a livello intuitivo, è arduo valutarne empiricamente la rilevanza perché essi fanno riferimento a concetti di difficile misurazione. Inoltre, le caratteristiche delle istituzioni e le scelte individuali si collegano a fattori terzi, quali quelli culturali, che influiscono su entrambe e la cui presenza rende difficile isolare gli effetti dei diversi fattori. Individuare e testare empiricamente le relazioni tra istituzioni e comportamenti individuali rimane quindi un importante quanto difficile tema di ricerca trasversale e multidisciplinare.

Le tematiche sono state trattate nel corso del workshop “Failing Institutions. Individual Behaviour and the Quality of Institutions“, che si è svolto il 4 e 5 dicembre scorso presso la Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento. L’evento è stato organizzato da Andrea Fracasso e Emanuela Ceva, professori rispettivamente dell'Università di Trento e Università di Pavia.