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Formazione

Memory studies e storia

Un nuovo insegnamento in ambito umanistico

4 maggio 2020
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Giorgia Proietti
di Giorgia Proietti
Docente di Storia greca del Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università di Trento; insegna Memory studies e storia.
Per gli antichi Greci memoria e storia procedevano insieme. Scopo dichiarato della prima opera storiografica occidentale, le Storie di Erodoto - il padre della storia secondo Cicerone -, era far sì che le imprese grandi e piccole degli uomini non restassero senza memoria. 
 
All'inizio dell'Ottocento, la nascita della scienza storica ha relegato la memoria in una dimensione secondaria, addirittura antitetica rispetto alla storia: scientifica, affidabile e rigorosa quest'ultima, inaffidabile, parziale e tendenziosa la memoria. Dagli anni Ottanta del secolo scorso, quando iniziavano a venir meno i testimoni diretti dell'Olocausto, si è cominciato a capire che senza memoria non può esserci storia. Il tema della memoria e il suo rapporto con la storia sono allora tornati alla ribalta nel dibattito pubblico, nel linguaggio dei media e nella riflessione accademica, con i primi fermenti scientifici che hanno condotto nel giro di alcuni decenni alla nascita dei memory studies. Oggi le forme di commemorazione del passato costituiscono spazi cruciali della manifestazione di identità culturali e sistemi di valori, nonché dell'espressione di scontri politici e conflitti sociali.
 
Parlare di storia e memoria significa affrontare sfide e questioni non soltanto epistemologiche, ma anche culturali, nel senso più lato: etiche e identitarie, sociali e politiche.
 
Si è avviato a metà aprile, in forma telematica, presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, un corso dedicato a Memory studies e storia, inquadrato nelle attività di alta formazione promossa dal Centro di Alti Studi Umanistici (CeASUm) e rivolto a studenti e studentesse di tutti i corsi di laurea magistrale e a dottorandi e dottorande. Il corso è stato pensato nell'ambito di una proficua interlocuzione che ha visto di recente coinvolti il professor Maurizio Giangiulio del Dipartimento di Lettere e Filosofia e i professori Giuseppe Sciortino e Andrea Cossu del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale, e che mira a concretizzare in un prossimo futuro attività di ricerca e disseminazione su base interdipartimentale.
 
Il corso di 30 ore è interamente offerto sulla piattaforma per la didattica a distanza Moodle, con l'ausilio di slides e altri materiali. Si tratta di un'attività didattica innovativa, finalizzata a fornire un’introduzione teorica e metodologica agli studi internazionali sulla memoria in una prospettiva interdisciplinare, spendibile in ambito storico, filosofico, sociologico e antropologico. 
 
Quello dei memory studies è un ambito di ricerca accademica relativamente recente: se ne fissa convenzionalmente l'istituzione al 2008, anno dell'uscita del primo numero della rivista Memory Studies. Questo nuovo settore di ricerca fatica a trovare un inquadramento disciplinare univoco: nelle poche università italiane dove è stato introdotto, è limitato a una prospettiva sociologica o semiotica. 
 
Il corso attivato a Trento, invece, presenta e discute criticamente il dibattito corrente nell'ambito dei memory studies, inquadrando temi e approcci da una prospettiva storica, rendendo al contempo ampiamente conto del dialogo che gli studi sulla memoria intrattengono con altre discipline come la filosofia, la sociologia, la psicologia, la semiotica, le scienze cognitive, l'antropologia e l'archeologia. 
 
Durante le lezioni si rifletterà sui modi e le forme con cui il passato collettivo viene ricordato, processato, negoziato e trasmesso nelle società antiche e contemporanee, e nelle sotto-comunità che le compongono. Si parlerà di Maurice Halbwachs e di Jan Assmann, di Jan Vansina e di Pierre Nora, di Peter Burke e di Benedict Anderson, di Eric Hobsbawm e Terence Ranger, per citarne alcuni. E si parlerà - per menzionare alcuni modelli ampiamente teorizzati e già proficuamente applicati a diversi contesti storici - di memoria collettiva e memoria culturale, di pratiche sociali della commemorazione, di uso pubblico della storia, di memorie ufficiali e memorie in competizione, di politiche della memoria, di costruzione delle identità culturali, di comunità immaginate e tradizioni inventate, di oblio e trauma. 
 
La ricerca storica antichistica, alle prese con la scarsità della documentazione e con le relative sfide metodologiche ed epistemologiche, si è rivelata particolarmente sensibile rispetto all'applicazione degli studi socio-antropologici sulla memoria culturale, e ha offerto un contributo significativo al loro affinamento e al loro impiego trasversale nelle scienze storiche. 
 
Il gruppo di lavoro trentino afferente al Laboratorio di Scienze dell'Antichità, diretto dal professor Giangiulio, negli ultimi anni ha ottenuto una certa riconoscibilità a livello nazionale e internazionale proprio per il suo impegno scientifico, di ricerca e disseminazione, nell'ambito degli studi sulla memoria culturale dall'antichità a oggi.