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ARCHEOLOGIA PREISTORICA DEL TRENTINO ALTO-ADIGE

Un convegno per fare il punto sulla ricerca archeologica in regione dedicato a Bernardino Bagolini

22 gennaio 2016
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Alessandro Fedrigotti
di Alessandro Fedrigotti
Ha conseguito il dottorato di ricerca all’Università di Trento e lavora presso il MuSe nel Museo Palafitte del Lago di Ledro.

Il convegno “La Preistoria del Trentino Alto-Adige. Contributi e aggiornamenti”, dedicato a Bernardino Bagolini in occasione dei 20 anni dalla sua morte, ha visto la collaborazione delle diverse realtà regionali che si occupano di archeologia preistorica. In apertura al tavolo dei relatori sono intervenuti Franco Marzatico, soprintendente ai Beni culturali per la Provincia autonoma di Trento, accanto a Michele Lanzinger, direttore del MuSe, e Annaluisa Pedrotti, professoressa associata di Preistoria e Protostoria del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento e regista delle due giornate trentine.

L’evento tenuto presso l’Università di Trento ha raccolto gli aggiornamenti delle più recenti attività svolte dai gruppi di ricerca nel territorio trentino legandoli al filo rosso di tutto il convegno ossia il ricordo più che mai vivo di Bernardino Bagolini, indimenticato professore ordinario di Paletnologia presso l’Ateneo trentino tra gli anni’80 e ‘90. È proprio ricoprendo questo ruolo che egli ha portato all'interno dell’Università la sua profonda conoscenza delle discipline preistoriche grazie a un insegnamento di pregevole qualità e che raccoglie da subito i consensi di un elevato numero di studenti così come dimostrato dalle numerose tesi di laurea prodotte. Un personaggio fuori dagli schemi, capace di relazioni vere, professionali e umane. Di origine emiliana, estroverso e travolgente nelle sue espressioni: un uomo speciale nelle sue doti e in grado di coinvolgere studenti e appassionati locali; capace di farsi “rispettare” per la sua competenza professionale dagli amici accademici d’Europa.

Nel corso del convegno sono stati mostrati i risultati archeologici che riguardano il territorio regionale. Partendo dalla prolusione di Alberto Broglio (che proprio insieme a Bagolini ha ricostruito negli anni ’70 e ’80 l’arrivo postglaciale di comunità di cacciatori-raccoglitori nella nostra regione) è cominciata una sorta di “maratona” archeologica che attraverso i millenni ha portato a parlare degli ultimi cacciatori/raccoglitori e dei loro strumenti per la caccia, delle straordinarie pietre dipinte del Riparo Dalmeri, degli allevatori della Vela e di quelli sulle antiche sponde del lago di Garda; spazio agli studi del Riparo Gaban, sito a cui Bagolini si è dedicato per molto tempo coinvolgendo nel lavoro anche molti studenti che oggi sono diventati specialisti del settore.
E poi avanti con i pastori e i loro modi di vita in quota, con le palafitte di Ledro e la necessità di pubblicare gli studi della Commissione Ledro. Piccolo momento di sosta dedicato ai Poster predisposti da un gruppo di studenti universitari e alla mostra fotografica sul Riparo Gaban promossa dalla circoscrizione dell’Argentario, dal Gruppo Cultura Comitato di Martignano, dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, dal MuSe, dalla Soprintendenza per i Beni culturali e dalla Cassa Rurale di Trento. Nella ripresa dei lavori si è parlato di summer farms e di luoghi di culto di grande interesse come quello altoatesino di Settequerce.

A testimonianza della grande capacità divulgativa di Bagolini, Maria Serena Tait ha poi presentato i filmati “Itinerari della Preistoria trentina” realizzati sotto la sua regia e con la consulenza scientifica di Bagolini, prodotti dalla struttura programmazione Rai sede di Trento. Certo si tratta di riprese targate anni ’80, ma eseguite con uno stile comunicativo attuale: contenuti chiari, parole semplici, narrazione efficace. Immagini e inquadrature spettacolari: al Colbricon con la neve, negli scavi del Gaban a tre metri sotto il piano di campagna, con protagonisti-testimoni al tavolo di un rifugio.

A ricordare Bernardino Bagolini in chiusura del convegno, oltre ai già citati Marzatico, Lanzingher, Pedrotti, Tait sono intervenuti Umberto Tecchiati, Elisabetta Mottes e il nipote Davide.