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Ricerca

La percezione del cibo nelle persone in sovrappeso

Una ricerca del CIMeC. Intervista a Irune Fernandez Prieto

23 settembre 2020
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di Sonia Caset
Lavora presso la Direzione Comunicazione e Relazioni Esterne dell'Università di Trento.

Irune Fernandez, 34 anni, è assegnista di ricerca presso il Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento. Svolge la sua attività con il Multisensory Research Group, dove il professor Massimiliano Zampini è responsabile scientifico.

Irune, ci racconta da dove viene e cosa l’ha portata all’Università di Trento? Come si trova a Rovereto?

Vengo da Ibiza (Spagna), anche se ho studiato all'Università delle Isole Baleari e all'Università di Barcellona. Sono venuta quasi due anni fa per fare un post-dottorato all'Università di Trento nel gruppo guidato dal professor Zampini. Il progetto era davvero interessante e mi hanno offerto un ambiente di lavoro stimolante e piacevole. 

Mi trovo bene a Rovereto, nonostante sia totalmente diverso dagli altri posti in cui ho vissuto. La comunità composta da ricercatori universitari e studenti di Rovereto è molto buona e ci sosteniamo a vicenda.

Come ha vissuto il periodo di lockdown? Era in Italia?

Beh ad essere sincera, sono stata molto fortunata, considerando la situazione complicata, perché ho potuto continuare a lavorare dal mio appartamento a Rovereto. Inoltre, condividendo un appartamento con il mio coinquilino napoletano, ho potuto approfittarne per migliorare il mio italiano, e per godermi molto la gastronomia italiana. 

Ci parla dello studio che state conducendo al CIMeC?

Attualmente stiamo indagando su come le persone con sovrappeso percepiscano immagini e odori legati al cibo e se questi processi siano diversi da quelli di una persona con peso normale. Ci chiediamo, ad esempio, se una persona sovrappeso percepirà le dimensioni di una torta al cioccolato allo stesso modo di una persona con un peso normale, o se una persona con obesità impiegherà più o meno tempo ad abituarsi all’odore di un cibo, rispetto a una persona di peso normale.

Per rispondere a queste domande utilizziamo varie tecniche, dai compiti in cui il partecipante deve rispondere — davanti a uno schermo —  sulle  dimensioni di un oggetto, alla valutazione dell'intensità percepita di un odore, con l'aiuto di un olfattometro,  uno strumento che programmiamo per inviare odori specifici verso il naso del partecipante.

È possibile fare una stima in base al sesso e all'età? Il problema dell’obesità e dei disturbi del comportamento alimentare riguarda maggiormente uomini o donne, adulti o bambini?

È una domanda molto interessante e anche complessa a cui rispondere. Mentre è vero che l'obesità è un problema globale, è anche vero che la sua presenza nella società varia da una cultura o da un paese all'altro. 

Ad esempio, nei paesi europei (compresa l'Italia), gli uomini sono più in sovrappeso delle donne. D'altra parte, nelle aree del Medio Oriente o in molti paesi del Sud America accade il contrario. Poi abbiamo l'enorme problema dell'obesità infantile, soprattutto in Italia, dove un bambino su tre è in sovrappeso.

Le percentuali cambiano a seconda del problema alimentare che stiamo trattando. Ad esempio, disturbi come l'anoressia e la bulimia sono più comuni nelle donne; ciò non significa che anche gli uomini non possano soffrire di queste alterazioni comportamentali. Le persone con anoressia soffrono di restrizione alimentare, paura ossessiva di ingrassare e un forte desiderio di essere magre, mentre chi soffre di bulimia va incontro a episodi ricorrenti di abbuffate, in cui ingurgita una grande quantità di cibo per poi vomitare o assumere lassativi al fine di prevenire l'aumento di peso. A contrario, nel caso di binge eating, il disturbo che consiste in episodi di alimentazione incontrollabile, non ci sono grandi differenze tra i sessi, sebbene sia più comune nella popolazione in sovrappeso. 

I risultati di queste ricerche potrebbero essere utilmente impiegati nel trattamento dell’obesità?

È necessario tenere conto che lavoriamo a livello di scienza di base, ovvero il nostro obiettivo è migliorare una teoria scientifica per una migliore comprensione e previsione di un fenomeno, in questo caso la percezione visiva e olfattiva nelle persone con obesità. Nel caso della ricerca applicata, si potrebbe utilizzare questa teoria per sviluppare, ad esempio, tecniche per il trattamento dell'obesità.

In altre parole, i risultati che possiamo ottenere con le ricerche che stiamo conducendo potrebbero essere utilizzati da psicologi clinici, nutrizionisti e anche da pubbliche amministrazioni.