Pneumococco visto al microscopio. Archivio Laboratorio di Fisiologia e Genetica Batterica  - CIBIO.

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Virus, batteri e super batteri

Come conviverci, come proteggerci. Intervista alla microbiologa del CIBIO Orietta Massidda

12 ottobre 2020
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di Sonia Caset
Lavora presso la Direzione Comunicazione e Relazioni Esterne dell’Università di Trento

Orietta Massidda, docente di Microbiologia, è responsabile scientifica del Laboratorio di Fisiologia e Genetica Batterica  presso il Dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale e Integrata CIBIO dell’Università di Trento.

Professoressa Massidda, su quali attività di ricerca è impegnato il Laboratorio di Fisiologia e Genetica Batterica? 

Il mio laboratorio si occupa di studiare i processi di crescita e divisione cellulare nei batteri, allo scopo di caratterizzare nuovi bersagli su cui sviluppare nuove molecole antibatteriche. Il nostro batterio modello è Orietta Massiddalo Streptococcus pneumoniae, o pneumococco, un patogeno umano di forma sferico-ovoidale che colonizza il nasofaringe e vive in intima associazione con noi senza effetti negativi apparenti ma può anche causare otite media, polmonite, batteriemia e meningite.

Le malattie da pneumococco colpiscono prevalentemente le fasce più deboli della popolazione, bambini e anziani, e spesso si manifestano in associazione a infezioni respiratorie virali, tipicamente l'influenza. Nel corso degli anni, lo Streptococcus pneumoniae è diventato sempre più resistente agli antibiotici e, nonostante la disponibilità di vaccini, rimane un problema clinico importante.

Con l’arrivo dell’autunno, l’apertura delle scuole e l’incremento delle malattie respiratorie, cresce la preoccupazione rispetto alle infezioni da SARS-CoV-2. In aggiunta, in Italia è particolarmente presente il problema delle malattie sostenute da super batteri. Di cosa si tratta?

L'arrivo del freddo e l'aumento delle attività al chiuso coincidono inevitabilmente con la comparsa delle malattie causate dai patogeni respiratori. L'autunno-inverno 2020, con l'ulteriore preoccupazione per la possibile seconda ondata da coronavirus, sarà decisamente critico. 

Le infezioni sostenute da batteri resistenti a più o anche a tutti gli antibiotici a disposizione (super batteri, appunto) non interessano solo l'Italia ma molti altri Paesi del mondo, inclusi gli altri stati europei e gli Stati Uniti. Queste infezioni sono ormai largamente diffuse negli ambienti ospedalieri (in particolare nelle rianimazioni) e nelle strutture a lunga degenza e, progressivamente, anche nella comunità. Si parla di "pandemia silente": i batteri antibiotico-resistenti sono trasmissibili e globali ma se ne discute sicuramente poco rispetto al loro impatto, forse perché alla varietà delle infezioni da essi causate non corrisponde una malattia specifica e, almeno in parte, perché il problema viene accettato con una sorta di rassegnazione.

Il lavoro di Cassini e collaboratori, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Infectious Diseseas (Cassini et al. Lancet Infect Dis 2019; 19: 56–66), ha evidenziato come l'Italia abbia il triste primato in Europa per quanto riguarda la mortalità delle infezioni sostenute da batteri antibiotico-resistenti (10762 decessi su un totale di 33110). Il rapporto del centro europeo per il controllo delle malattie (ecdc) non è stato più confortante e ha confermato che l'antibiotico-resistenza costituisce una grave minaccia per la salute pubblica in Italia e che se l'andamento delle resistenze agli antibiotici nel nostro Paese non dovesse mostrare un'inversione di tendenza, alcuni interventi medici chiave potrebbero essere compromessi in un prossimo futuro. Tutto questo prima dell'attuale pandemia da Covid-19 e prima dell'ampio uso di antibiotici che si è reso necessario in questo ultimo periodo.

Di questi temi lei ha parlato all’incontro “Virus, maestro di strategie” (al minuto 8), nell’ambito dell’iniziativa “Il tempo delle donne” organizzata al teatro La Triennale Milano dal Corriere della Sera. Perché si parla di “strategie” di sopravvivenza di batteri e virus che coinvolgono l’essere umano?

Batteri e virus sono agenti infettivi biologicamente molto differenti tra loro ma entrambi in grado di causare danni simili all'organismo infettato (ospite) tanto da necessitare spesso di una diagnosi clinica e microbiologica differenziale. Entrambi invisibili, e relativamente semplici strutturalmente, non sono dotati di un cervello ma sono in grado di adattarsi continuamente all'ambiente e all'organismo che li ospita e di evolversi rapidamente per garantirsi la sopravvivenza, instaurando quella che in inglese viene chiamata "host-pathogen arm race", cioè una battaglia con l'ospite senza esclusione di colpi. Per questo si parla di strategie e queste sono, spesso, incredibilmente sofisticate.

Quali armi abbiamo a disposizione per proteggerci? 

I farmaci antimicrobici (antibiotici e antivirali) e i vaccini sono armi potentissime a nostra disposizione, rispettivamente per curarci e per prevenire le malattie causate da virus e batteri. Il problema esiste quando queste armi non sono disponibili o non funzionano più. In questo caso, non resta che affidarci alle misure di protezione individuale, prima di tutto l'igiene personale e il lavaggio delle mani, oltre alle altre forme di protezione raccomandate per evitare il contagio degli specifici patogeni. L'uso della mascherina è un chiaro esempio.